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In tribunale

Carabinieri e vigili denunciati per i controlli anti-Covid nei bar: arriva l’archiviazione

A sporgere denuncia in procura a Bergamo fu la titolare di un esercizio commerciale di Treviglio

Bergamo. Si è conclusa con un’archiviazione la vicenda giudiziaria che vedeva indagati il viceprefetto aggiunto di Bergamo, alcuni militari del Comando dei Carabinieri di Treviglio, assistiti dall’avvocato Benedetto Maria Bonomo del Foro di Brescia, alcuni componenti del Corpo di Polizia Locale del Comune di Treviglio, assistiti dall’avvocato Rocco Disogra del Foro di Bergamo, nonché un dirigente del Comune di Treviglio, assistito dall’avvocato Marco Zambelli del Foro di Bergamo.

A sporgere denuncia in procura a Bergamo fu la titolare di un esercizio commerciale di Treviglio, aderente al movimento #IOAPRO, che aveva segnalato di sentirsi presa di mira dalle Istituzioni e forze dell’ordine locali perché riteneva corretto disobbedire alle restrizioni (a suo dire) illegittime disposte dal Governo nei confronti delle attività commerciali di somministrazione di alimenti e bevande per il diffondersi del Covid.

Nonostante, la richiesta di archiviazione formulata dalla locale Procura della Repubblica, la donna aveva rincarato la dose delle accuse presentando opposizione al Tribunale.

All’udienza le difese degli indagati hanno insistito per l’accoglimento della richiesta di archiviazione, rilevando come l’operato delle Istituzioni e delle forze dell’ordine fosse assolutamente corretto e che nessun rimprovero potesse essere mosso loro, essendosi limitati a dare attuazione ai decreti.

A distanza di un anno dai fatti, venerdì si è positivamente conclusa la vicenda giudiziaria per tutte le persone indagate, avendo il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo, Maria Beatrice Parati, archiviato il procedimento penale.

Soddisfatto per l’esito della vicenda l’avvocato Bonomo: “Accogliamo con soddisfazione quanto statuito dal Tribunale di Bergamo – le parole del legale bergamasco – perché, pur comprendendo il profondo disagio patito dagli operatori commerciali “chiusi” per il diffondersi del virus, se davvero di colpa si deve parlare, questa non può certamente essere attribuita a chi applicava la legge, bensì a chi disponeva restrizioni senza provvedere ad erogare immediati ristori, lasciando in un complessivo panico tutte le attività commerciali, su tutte le discoteche, le prime ad essere chiuse e le ultime da essere aperte e ristorate”.

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