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La stima

Sconosciute al fisco e concorrenti sleali: dal muratore all’estetista, le 14mila imprese fantasma a Bergamo

Emerge da un'analisi di Confartigianato Lombardia sulla minaccia del sommerso per i piccoli imprenditori: "Tolleranza zero per chi sottrae risorse allo Stato e mette a rischio la sicurezza dei consumatori"

Bergamo. Professionisti, sì, ma dell’abusivismo. Che operano senza partita Iva e, naturalmente, senza versare un euro di tasse. Dal taxi senza licenza appostato fuori dalla stazione o dalla discoteca di turno, al parrucchiere e all’estetista che fanno taglio di capelli e manicure in casa. Ma qualcuno di loro, fortunatamente, viene scovato.

È il caso di tre tassisti irregolari, fermati dalla Guardia di Finanza nei dintorni dell’aeroporto di Orio al Serio. Si muovevano in modo sfacciato, distribuendo volantini promozionali di un’attività che arrivava fino alle principali località turistiche del Trentino. Per quasi tre ore di viaggio, i turisti spendevano appena 150 euro. Per loro sono scattati il sequestro dei veicoli e una multa.

O di un’improvvisata estetista di Gazzaniga, denunciata dagli agenti di polizia locale insospettiti dal via vai di persone nel suo appartamento. Oltre alla stanza con tanto di lettino per il rifacimento ciglia, è stato trovato un vero e proprio libro mastro che ha permesso di ricostruire l’ammontare dei guadagni nel corso degli anni: oltre 100 mila euro non dichiarati e di I.V.A. evasa per altri 30 mila. Un business, quest’ultimo, proliferato sensibilmente durante il lockdown. Un’abitudine scorretta che molti clienti non hanno abbandonato, nemmeno dopo la fine delle restrizioni anti-Covid.

A volte non sarà silenzioso, ma è senza dubbio agguerrito l’esercito delle “imprese fantasma”: attività indipendenti irregolari, sconosciute al fisco e sinonimo di concorrenza sleale. A Bergamo sono 13.600 secondo le stime di Confartigianato Lombardia, che lancia l’allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori. Il presidente, Eugenio Massetti, chiede “tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori”.

 

Generico maggio 2022

 

In Lombardia gli operatori abusivi sono 130.800 (record negativo a livello nazionale), pari all’11,3% delle imprese regolari. In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono 125.968 realtà artigiane, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’acconciatura e dell’estetica, ma anche dell’autoriparazione, dell’impiantistica, della riparazione di beni personali e per la casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione e dei traslochi. Di queste, 14.327 sono bergamasche. In totale, il 42,7% delle attività artigiane orobiche è potenzialmente esposto a concorrenza sleale.

 

Generico maggio 2022

 

La Lombardia è messa un po’ meglio rispetto al resto dell’Italia se si guarda al totale degli irregolari. Sommando, dunque, ai quasi 131 mila indipendenti abusivi anche gli occupati, ovvero i lavoratori in nero. In questo caso, la stima globale del sommerso arriva a 490 mila unità. Il peso di questi invisibili al fisco sul totale dei lavoratori in Lombardia è del 10%, sotto la media nazionale del 12,6%.

Il dato, evidentemente, preoccupa comunque gli artigiani che hanno lanciato la campagna di informazione “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”. Tra gli obiettivi dell’iniziativa, quello di mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, sensibilizzandoli anche sul ruolo attivo che possono svolgere nell’attivare i controlli delle Autorità.

 

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