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Il consiglio comunale

Modificato lo statuto della Fondazione dell’Accademia Carrara

Al consiglio di amministrazione tutti i poteri, la nomina di un l’Advisory Board, senza previsione del Comitato dei Garanti, e la possibilità di affiancare al direttore del museo un General Manager

Bergamo. Approvata la modifica dello statuto della Fondazione Accademia Carrara. Obiettivo della delibera presentata e votata a favore, la semplificazione della Governance del 2014 della Fondazione. Nello specifico, preso atto che l’esperienza gestionale del trascorso periodo ha fatto ritenere necessario apportare all’originario Statuto alcune modifiche tese a migliorare l’efficienza e l’operatività dell’ente, l’intenzione della delibera presentata dalla maggioranza è quella di semplificarne gli organi e valorizzare l’Advisory Board. Le principali modifiche sono: la proposta di ricondurre al Consiglio di Amministrazione tutti i poteri, nominare l’Advisory Board, senza previsione del Comitato dei Garanti, che viene di fatto eliminato, e del direttore. In particolare per quanto riguarda la direzione del Museo, sulla base dell’esperienza maturata, si ritiene più opportuno lasciare al consiglio di amministrazione la facoltà di scegliere se nominare il Direttore oppure, in alternativa, una conduzione a a due, ovvero il Direttore e il Responsabile Operativo. Il consiglio di amministrazione avrà così la possibilità di affiancare il Direttore del Museo a un General Manager della Fondazione, determinandone in sede di nomina, durata, compiti e natura del rapporto, situazione che rispecchia sostanzialmente l’assetto organizzativo attuale. Il presidente della Fondazione resta il sindaco del comune di Bergamo, o un suo delegato e il Advisory Board, organo consultivo della Fondazione, verrà costituito con l’obiettivo di fornire supporto agli organi direttivi della fondazione nell’elaborazione delle linee strategiche e nel favorire il dialogo con gli stakeholder della fondazione.

Ai timori espressi anche a mezzo stampa, il sindaco Giorgio Gori ha risposto dicendo che “il timore sentito e avvertito che queste modifiche possano modificare l’assetto privatistico direi che non hanno fondamento, perché il comune mantiene le sue prerogative nel Cda e perché la componente pubblica è rappresentata e salvaguardata dalla convenzione, l’atto con cui mettiamo in chiaro le caratteristiche che ci legano alla Fondazione. La parte pubblica e privata, del resto, come dimostrato anche in passato, non sono mai entrate in conflitto e le scelte sono sempre avvenute all’unanimità”.

Agli interventi della minoranza, il sindaco Gori così ha chiuso: “Non riesco a capire perché la minoranza che in passato ha voluto la Fondazione fatta esattamente in questo modo, ai tempi di Tentorio, a titolo di diritto privato, aprendo solo successivamente alla parte pubblica, adesso la pensi diversamente. Prima andava bene, ora ci si lamenta. Detto questo, trovo che possiamo migliorare la visibilità della Pinacoteca, la segnaletica turistica e migliorare gli itinerari che la collegano a Città Alta, come ne è esempio il Miglio della Cultura. Pensare anche alla riorganizzazione della collezione per suggerire una visitazione maggioritaria, oltre che il recupero dei giardini”.

 

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