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L'intervista

Andrea Tremaglia: “Nel 2024, a Bergamo, il candidato sindaco potrebbe essere di Fratelli d’Italia”

E su un'ipotetica città in mano al centrodestra: "Si dovrebbe cominciare a fare quello che non è stato fatto"

Bergamo. Una tre giorni lavoro che ha portato a Milano più di 4000 delegati, 30 relatori, 18 tavoli di lavoro, 3 assemblee di lavoro, 200 relatori: questo il sunto della grande convention che si è tenuta nel capoluogo lombardo la scorsa settimana e che ha aperto, di fatto, la stagione politica di Fratelli d’Italia.

“È stata una convention molto interessante, soprattutto perché abbiamo snocciolato una serie di grandi temi che stanno poi alla base del fare – spiega Andrea Tremaglia, presidente provinciale di FdI -. Il senso della manifestazione è la volontà di governare in tutta Italia, sia a livello nazionale che locale, e di non fare più opposizione. Questo ovviamente vale anche per il territorio bergamasco, dove puntiamo a governare in quanti più comuni possibili, a partire dalla città, estendendoci a macchia d’olio. Come? Anche mettendo in campo i dipartimenti e una scuola di formazione per gli amministratori per la quale ci ha offerto il suo aiuto Franco Tentorio insieme a tante altre persone, alcune storiche e altre nuove: un programma di cinque o sei puntate di approfondimento. Una grande attenzione alla preparazione e alla serietà che sta alla base del fare politica”.

Come si pone Fratelli d’Italia rispetto al fatto che il centrodestra correrà unito?

Quello che conta sono i voti alle urne, non quelli dei sondaggi anche se questi ci indicano come il primo partito in Italia. Questo significa che il nostro partito che, in questa legislatura non ha mai governato, è disponibile a parlare e confrontarci solo con il centrodestra, non fuori. Questo significa che non vogliamo fare, come non abbiamo mai fatto, la stampella del centro o del centrosinistra. Questo vale ad esempio sull’elezione del nostro Presidente della Repubblica. Noi rispondiamo ai cittadini che vogliono un’amministrazione centrodestra, non mista, il che, anche a livello locale, parte da una convergenza con gli alleati.

Una convergenza che vi vedrà anche alle amministrative di Bergamo. Esiste la possibilità che il candidato sindaco sia di Fratelli d’Italia?

Certamente il candidato potrebbe essere del nostro partito, poteva già esserlo alle scorse amministrative. Ovviamente deve essere una proposta credibile e che si riconosca nei valori del centrodestra. È presto fare nomi anche per via dei pesi e dei contrappesi delle scelte e delle decisioni fatte a livello nazionali. La partita cittadina sarà molto difficile anche perché veniamo da dieci anni di amministrazione di centrosinistra e non solo, perché veniamo da una serie di progetti fatti in precedenza, siamo reduci del periodo pandemico, veniamo da grandi appuntamenti, come ad esempio Bergamo Brescia Capitale della Cultura, che saranno interamente gestiti dagli attuali governatori, abbiamo tra le mani il grosso contributo dato dal PNRR e dovremo essere bravi a gestirlo, anche noi come opposizione che, nel bene e nel male, abbiamo dato il nostro contributo, facendo anche notare le mancanze e gli errori della maggioranza. Certo è che non dobbiamo ripetere l’errore delle precedenti amministrative e, in questo senso, più che pensare ad un nome, dobbiamo pensare ad una squadra e alle idee che sono quelle che, poi, portano frutto.

Immaginiamo il centrodestra alla guida di Bergamo, tra due anni. Quali sono le prime cose da fare?

Prima di tutto fare quello che non è stato fatto. Ad esempio i grandi progetti, perché al di là di qualche intervento privato, ragguardevole, come Chorus Life o lo stadio, se pensiamo alla Montelungo, progetto che veniva già dato per fatto sei-sette anni fa e che peraltro era già stato abbozzato da Tentorio, doveva essere pronto nel 2023 ma siamo a metà 2022 e i lavori non sono ancora partiti. Stesso discorso vale per il parcheggio della Fara, per il Palazzetto e molto altro. Non dico che non c’è stata voglia di fare, ma che ci sia stata tanta confusione sì. La nuova amministrazione, quella che verrà scelta dai cittadini nel 2024, si troverà a gestire i vecchi progetti, quelli storici, quelli che non sono stati completati, quelli ritardati dal Covid, quelli privati ritardati dalla congiuntura geopolitica e quelli del PNRR. In questa tempesta perfetta, quindi, le prime cose da fare saranno quelle che, appunto, sono rimaste indietro. Direi che ci aspettano tempi complicati.

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