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L'approfondimento

Impegnati e sensibili: ma ancora oggi i giovani vengono discriminati in base alla loro età

Il tema dell'ageismo è stato al centro di un illuminante speech di Ashton Applewhite al Ted Talk: abolire il pregiudizio è il primo passo per portare in auge la realtà dei fatti

Esiste una dinamica che drammatizza il problema del benessere personale, importante più che mai nella generazione attuale?

Certamente sì. Riguarda un tema scottante ai tempi odierni, molto discusso in maniera indiretta ma direttamente in evidenza fra uno degli speech più importanti sul Tubo, presidiato da un’autrice 4 volte best-selling author per il New York Times, compositrice del libro “This Chair Rocks: A Manifesto Against Ageism”. Si sta parlando di Ashton Applewhite, una donna che con il fascino del suo eloquio ha coinvolto talmente bene gli spettatori da guadagnarsi una gratificazione rarissima in questo genere di talk: una standing-ovation.

Applewhite in particolare, fa riferimento ad una corrente che forse pochi conoscono, ovvero l’ageismo (letteralmente dall’inglese, ageism): si tratta di una forma di discriminazione nei confronti di uno o più individui in base all’età, teorizzata nel 1969 dal gerontologo statunitense Robert Neil Butler. Terminando col suffisso -ismo rappresenta uno dei molteplici fenomeni che hanno origine a partire da un costrutto sociale, che stigmatizza un soggetto in base all’allineamento delle sue caratteristiche con quella che viene reputata la norma.

“Non è la vagina che rende difficoltosa una vita sessuale, ma il sessismo”.

Questa è una citazione estrapolata dallo speech della Applewhite, a primo impatto fuorviante dall’argomento, eppure strettamente inerente. Infatti la differenza sta nel confine fra la realtà delle capacità personali e quelle stabilite dal sociale. È una propria caratteristica che funge da barriera verso l’esterno o è quest’ultimo a stimolare un effetto inibitorio? Il soggetto, nel caso delle ideologie, diventa quello che il contesto vuole che diventi.

È una forma di idealizzazione che, come viene immediato pensare, coglie nel mirino gli adulti, o comunque persone oltre una certa soglia d’età. Tuttavia, questo processo coinvolge anche i giovani. Infatti è sovente sminuire tale fetta di popolazione utilizzando definizioni perentorie, fra cui la loro inesperienza rispetto alla vita, l’immaturità, l’impossibilità di poter competere con i più grandi, e molto altro ancora. Il pregiudizio vincola dal progredire verso forme altre di pensiero, capaci di smontare un infondato assunto di verità per stanare ciò che sarebbe effettivamente osservabile altrimenti.

Un potenziale che rimane latente ed il dolore per il suo mancato esternamento è proporzionale alla sua intensità.

Si discute di Generazione Z, quella che impugnerà le redini del futuro, nonché l’erede del formulario culturale della generazione antecedente. Al contempo però bisogna sapere che proseguendo lungo una linea di giudizi aprioristici, il traguardo di costruire una società migliore risulterà invisibile perfino con la più sofisticata lungimiranza. Costituisce un ostacolo per l’affermazione del singolo con i propri coetanei, dal momento che l’archetipo del giovane è colui che ad una certa età si dimostra attivo sui social, utilizza sostanze stupefacenti o alcoliche, parla o si veste in un determinato modo; una figura attorno a cui gravitano gli ipotetici ideali giovanili che se non vengono rispettati causano l’isolamento dal gruppo.

Tale aspetto viene sottolineato ripetutamente dagli adulti , i quali tuttavia non tengono conto dell’interesse di molti giovani verso tematiche sensibili, come l’ambiente (nel caso del FridayForFuture) e le iniziative in difesa della  comunità LGBTQ+, che spesso sono soggette a frasi svalutative.

È un concetto che la Applewhite afferma sottolinearsi dal punto di vista del già citato sesso, della razza, della politica, e altri settori del sociale. Ma in quanto tale va combattuto: abolire il pregiudizio per portare in auge la realtà dei fatti.

“Basta con la discriminazione basata sull’età” – Ted Talk, Ashton Applwhite

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