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I progetti

Un aiuto per l’Ucraina, raccolta fondi oltre 1,2 milioni: come vengono utilizzati

Nelle scorse settimane hanno preso il via i primi progetti per sostenere l’accoglienza e l’integrazione della popolazione ucraina presente nella nostra provincia

La raccolta fondi “Un Aiuto per l’Ucraina” ha superato quota 1 milione 200 mila euro.

Continua dunque il flusso di donazioni che alimentano la raccolta promossa da Caritas Diocesana Bergamasca, Fondazione della Comunità Bergamasca – con un’importante contributo di Fondazione Cariplo – e L’Eco di Bergamo, e che ha raccolto l’adesione e il sostegno di numerose realtà del territorio tra cui Ascom-Confcommercio, Bergamonews, Confindustria, Confcooperative, Camera di commercio, Università, Ance, Fondazione Mia, Consiglio Notarile di Bergamo, Consorzio dei Pasticceri Artigiani e gli Ordini dei consulenti del lavoro e dei commercialisti.

Nelle scorse settimane hanno preso il via i primi progetti per sostenere l’accoglienza e l’integrazione della popolazione ucraina presente nella bergamasca. Complessivamente, la cifra stanziata è di 529.400 euro, pari a circa la metà di quella raccolta. Di questi, 252 mila euro – la voce di spesa più importante – costituisce l’aiuto diretto alle 58 comunità parrocchiali che hanno messo a disposizione gli immobili per ospitare le famiglie in fuga dalla guerra, 30 mila euro sono destinati alla copertura delle spese sostenute dal Seminario di Bergamo e dal Convento Matris Domini che per primi – all’inizio di marzo – avevano accolto i profughi in arrivo e 40 mila euro agli educatori, gli assistenti e i mediatori coinvolti. Senza dimenticare i 50 mila euro donati a Caritas Italiana, che al confine ucraino fornisce un supporto diretto alla popolazione in fuga.

Una parte consistente delle spese – approvate da un Comitato costituito ad hoc – è stata indirizzata ai più piccoli: i bambini – in viaggio assieme alle loro madri, ma anche minori non accompagnati – rappresentano infatti una quota consistente dei profughi fuggiti dall’Ucraina in guerra, certamente una delle più fragili.

Per questo, la prima iniziativa promossa in ordine di tempo è stata quella che ha destinato 50 mila euro a “DigEducati Ucraina”, uno spinoff del progetto DigEducati inaugurato a ottobre 2021 da Fondazione della Comunità Bergamasca e impegnato nella sfida della riduzione del divario digitale di minori della fascia 6-13 anni in condizioni di fragilità.

In collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale e le cooperative che sul territorio si occupano di alfabetizzazione e mediazione culturale, attraverso “DigEducati Ucraina” è stato possibile mettere a disposizione mediatori e mediatrici a supporto delle bambine e dei bambini ucraini per attività di alfabetizzazione e di mediazione culturale, di inserimento nell’ambiente scolastico e nel contesto sociale in cui si trovano temporaneamente a risiedere, e per attività che consentano di mantenere vivo un collegamento con il paese e le scuole di provenienza attraverso la tecnologia.

Cinquantamila euro, inoltre, sosterranno l’accesso dei bambini ucraini ai CRE-Grest (Centri Ricreativi Estivi) organizzati ogni estate dagli oratori diffusi capillarmente su tutto il territorio della provincia, dando loro la possibilità di essere coinvolti in giochi, attività formative e sportive, gite ed esperienze di socialità insieme ai propri coetanei. Infine, 57 mila euro sono stati destinati in modo specifico agli oltre 90 minori non accompagnati accolti nel comune di Rota d’Imagna, per sostenere l’accoglienza da parte della comunità, l’integrazione scolastica negli istituti scolastici del territorio e le attività di mediazione culturale svolte al loro interno.

“La forte collaborazione con Caritas e con tutta la rete di associazioni, organizzazioni e istituzioni che hanno aderito alla raccolta fondi ‘Un aiuto per l’Ucraina’ non si ferma – sottolinea Osvaldo Ranica, presidente Fondazione della Comunità Bergamasca; continueremo a fare squadra per stare accanto alla comunità ucraina e, insieme, per sostenere il territorio bergamasco nell’accoglienza. La modalità di intervento è quella che privilegia la costruzione di progetti, in grado di innescare un processo virtuoso che favorisce la creazione di legami e rafforza l’integrazione. Con un’attenzione massima ai principi di concretezza, efficacia e trasparenza nell’utilizzo delle somme raccolte, nel rispetto dei tanti donatori. La componente più fragile del flusso di persone in fuga dall’Ucraina è senza dubbio quella dei bambini: a loro è indirizzata una parte consistente delle spese stanziate fino ad oggi per far sì che, accanto ai bisogni materiali, sia garantito ai più piccoli ciò che la guerra ha tolto loro: spazi di gioco e di crescita, l’accesso all’istruzione, la possibilità di fare amicizia con altri bambini”.

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