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Il processo

Omicidio di via Novelli, la moglie della vittima: “Nemmeno le scuse dalla famiglia dell’imputato”

Nell'udienza che vede alla sbarra il 20enne Alessandro Patelli, la convivente di Marwen Tayari ha ricostruito il giorno in cui il suo compagno è stato accoltellato a morte davanti a lei e alle loro due figlie

Bergamo. “Una cosa mi sento di dire: in questa vicenda due famiglie sono state rovinate, la mia con il grave lutto che abbiamo subito e quella di Alessandro Patelli, che ora è agli arresti domiciliari. Ebbene, in seguito all’omicidio del mio compagno da loro non abbiamo ricevuto né le scuse, né le condoglianze. Nulla di nulla”.

A margine della sua testimonianza davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo, Eleonora Turco, la compagna di Marwen Tayari, tunisino di 34 anni ucciso a coltellate l’8 agosto 2021 in via Novelli a Bergamo, ha voluto precisare questo punto.

L’imputato, 20 anni, con indosso un paio di jeans e una felpa bianca, è seduto vicino al suo avvocato, a pochi metri di distanza da lei, che ripercorre quel giorno d’estate incalzata dalle domande del pubblico ministero Paolo Mandurino.

Quella mattina, intorno alle 11.30, Eleonora, Marwen e le loro due figlie, Benedetta di 13 anni e Sofia di 2 anni, decidono di andare a Bergamo e fare un giro in centro. Comprano tre bottiglie di birra da 66 cl nel negozio di un pachistano e raggiungono la stazione di Terno, salgono sul treno e dieci minuti dopo arrivano in città. All’Ovs acquistano delle calze per Marwen, da Carpisa una valigia per Benedetta e poi tornano verso la stazione per riprendere il treno e rientrare a casa a pranzo.

“All’angolo tra via Novelli e viale papa Giovanni il mio compagno ha visto un senzatetto che mangiava un panino. In modo amichevole gli ha dato una pacca sulla spalla e si è fermato a parlare con lui. L’uomo gli ha offerto un panino con il formaggio e noi, mentre lo aspettavamo, ci siamo sedute sui gradini di un palazzo di via Novelli. Mia figlia piccola era nel passeggino e guardava un cartone animato sul telefonino. Marwen, per ricambiare la gentilezza del senzatetto, gli ha regalato un paio di calze che aveva appena comprato”.

Tayari si siede accanto alla compagna e alle bambine per finire il suo panino. “Dal portone che avevamo alle spalle è uscito un ragazzo giovane. Poco dopo è tornato, ha parcheggiato il motorino alla nostra sinistra e, nell’imboccare di nuovo il portone, ha urtato il piede di mia figlia. Marwen a quel punto gli ha detto di stare attento e lui ha risposto con una bestemmia: ‘Devo chiederti il permesso su come fare le scale per entrare a casa mia?'”.

A quel punto Tayari si è alzato: “Gli ha detto di non dire parolacce davanti alle bambine ed ha aggiunto ‘Vattene che è meglio’. Voleva chiudere lì la faccenda, aveva un tono pacato, solo un po’ infastidito dall’atteggiamento di quel giovane. Dopo un paio di minuti ci siamo alzati, io ero davanti con le bambine, Marwen era dietro di noi, teneva in mano un sacchetto con dentro la bottiglia di birra. Ho sentito una voce che diceva ‘Vieni qua se hai i c…i’ e quando mi sono girata ho visto il ragazzo di prima con in testa un casco integrale e un coltello nella mano destra. Poi gli ha detto ‘Voi arabi siete capaci di fare casino solo con le bottiglie rotte’. A quel Punto Marwen ha appoggiato il sacchetto con la birra e gli è andato incontro, il ragazzo gli ha detto ‘Sei il doppio di me, io ho la metà dei tuoi anni, vuoi vedere cosa ti faccio?'”.

Il tunisino gli ha fatto uno sgambetto, Alessandro Patelli è caduto a terra trascinando con sé anche Tayari. “Li ho visti che si sono rotolati a terra, il tutto sarà durato un minuto e mezzo, poi il giovane si è alzato e si è diretto verso viale Papa Giovanni. Marwen era a terra, poi si è alzato in piedi: aveva la maglietta piena di sangue, ce n’era anche sui pantaloncini di jeans che indossava. Ha ripreso il sacchetto, traballava, è caduto a terra e la bottiglia si è rotta. Ho tirato a me Marwen ed ho iniziato ad inveire contro il ragazzo. Gli urlavo: ‘Bastardo, hai ucciso il mio compagno, adesso chiamo i carabinieri’ e lui mi ha risposto: ‘Invece di chiamare i carabinieri chiama un’ambulanza’. Allora io gli ho detto: ‘Prima lo ammazzi e poi mi dici di chiamare l’ambulanza?’. C’era una coppia affacciata al secondo piano del palazzo e mi hanno detto che i soccorsi li avevano già chiamati loro”.

Mentre Eleonora Turco era a terra e sorreggeva Tayari, è ricomparso il senzatetto: “Mi ha dato una bottiglia d’acqua, io ho sollevato la maglietta di Marwen e l’ho bagnato per lavare via il sangue e vedere le ferite. Aveva un taglio all’altezza del cuore che sanguinava tanto, mentre dal taglio alla gola non usciva sangue. Ha fatto due sospiri, gli ultimi, e poi mi è morto tra le braccia”.

Secondo quanto raccontato dalla donna, Tayari non era un uomo aggressivo: “Forse da giovane era un po’ una testa calda, ma da quando è diventato padre si è molto calmato, stava attento, non diceva nemmeno le parolacce in presenza delle figlie”.

Enrico Pelillo, l’avvocato dell’imputato, ha chiesto alla teste della relazione con Tayari: “Convivevamo da 13 anni, avevamo una relazione con alti e bassi, come succede a tutte le coppie”. Il tunisino aveva precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti ed era stato in carcere più volte: “Andavo sempre a trovarlo, anche con nostra figlia Benedetta”. Marwen lavorava saltuariamente “non aveva documenti quindi non riusciva a trovare un posto fisso, ma si dava comunque da fare”.

Dopo la deposizione della donna, è stata sentita a porte chiuse anche la figlia tredicenne, presente il giorno dell’omicidio.

L’ultimo testimone dell’udienza di mercoledì è stato Andrea Giudici, consulente della procura, che è stato incaricato di estrapolare dal cellulare di Alessandro Patelli messaggi, video, fotografie o altro materiale che riguardasse sostanze stupefacenti. Diverse le immagini che ritraevano “bilancini di precisione e piante di marijuana, alcune provenivano da chat su Whatsapp che però erano state cancellate, altre invece erano state fatte con lo smartphone dell’imputato”. Nelle note sul telefono anche testi di canzoni riconducibili al genere musicale della trap.

La prossima udienza è stata fissata per mercoledì 1 giugno.

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