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Guardia di finanza

Due dietiste milanesi indagate per il bando della mensa scolastica di Ranica

Il Comune sarebbe stato toccato solo marginalmente dall'inchiesta delle Fiamme Gialle milanesi per appalti truccati e corruzione: nessun dipendente pubblico bergamasco è coinvolto nell'inchiesta

Ranica. Il Comune di Ranica sarebbe stato toccato solo marginalmente dall’indagine della Guardia di Finanza milanese su episodi di corruzione e gare di appalto truccate per l’affidamento dei servizi di ristorazione delle scuole e nelle case di riposo e per le pulizie degli uffici pubblici. Nessun dipendente pubblico del comune bergamasco è attualmente coinvolto nell’inchiesta.

Undici gli affidamenti sotto la lente delle Fiamme Gialle, quasi tutte nei comuni dell’hinterland milanese, per un valore complessivo di 39 milioni di euro. Undici anche le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Milano: 3 sono in carcere e 8 si trovano agli arresti domiciliari.

Secondo gli inquirenti, gli indagati acquisivano informazioni privilegiate, dietro il corrispettivo di una tangente, da persone compiacenti che operavano all’interno delle commissioni giudicatrici o delle diverse stazioni appaltanti. Con questo sistema venivano impostati bandi di gara personalizzati, congegnati su misura per l’azienda da favorire.

Secondo quanto riferito dalla Guardia di Finanza, a Ranica è accaduto che, ad insaputa dell’Amministrazione comunale, nella commissione esterna che ha aggiudicato il bando di gara all’impresa per la gestione della mensa scolastica, c’erano una dietista e un’esperta di alimentazione milanesi coinvolte nell’indagine.

Gli investigatori hanno ricostruito il meccanismo che gli indagati avrebbero attuato per garantirsi l’adempimento dell’accordo illecito da parte degli aggiudicatari delle gare. Secondo quanto emerso avrebbero fatto attribuire a persone compiacenti, e disponibili ad assecondare ogni loro richiesta, incarichi di consulenza per il
controllo qualità all’interno della catena di somministrazione dei pasti.

Le indagini hanno svelato come il pagamento della “tangente” avvenisse in forma rateizzata per tutta la durata della fornitura. In un caso sarebbe stata consegnata una bicicletta elettrica del valore di 3mila euro a favore di un pubblico dipendente  corrotto per l’aggiudicazione di una gara del valore di 300mila euro.

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