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Le indagini

Treviglio, mancata revoca del porto d’armi alla 71enne: nella denuncia il nome di suo marito deceduto fotogallery video

Sarebbe stato copiato dalla cassetta delle lettere. La Procura e il Comando provinciale dei carabinieri vogliono capire se ci siano state negligenze

Treviglio. Sia sul verbale dei carabinieri che nella denuncia presentata in caserma il nome “Silvana” era stato scambiato con il cognome del marito, come riportato sulla cassetta delle lettere. Sono questi i nuovi dettagli sulla mancata revoca del porto d’armi a Silvana Erzembergher, la pensionata di 71 anni che giovedì mattina ha ucciso il 62enne Luigi Casati nella sparatoria avvenuta intorno alle 7.40 fuori dal condominio rosa di via Brasside.

Il comando provinciale dei carabinieri ha avviato una serie di accertamenti per chiarire il motivo per cui non sia stata prima ritirata la revolver P38, né poi revocato il porto d’armi a quella che poi si sarebbe rivelata una fredda omicida (come si vede nel video dell’agguato girato da una vicina) dopo quella querela per un acceso litigio con la moglie della vittima, Monica Leoni, ferita gravemente a una gamba giovedì.

Il diverbio risale al 23 maggio dello scorso anno. Quel giorno Silvana Erzembergher e Monica Leoni si erano scontrate su un pianerottolo della palazzina. La prima accusava la seconda di scherzi notturni al campanello di casa e la apostrofava con insulti a sfondo sessuale. Toni pesanti, con la 71enne che brandiva anche un bastone, tanto che la donna delle pulizie del condominio era dovuta intervenire per dividerle.

Un’altra residente aveva chiamato i carabinieri che erano arrivati sul posto dopo una decina di minuti. Nel frattempo la pensionata era già scappata e i militari avevano chiesto le sue generalità alla Leoni, che però pare non sapesse il nome esatto della vicina. Nel verbale d’intervento era stato così riportato come nome Zanda e come cognome Erzembergher, copiati dalla cassetta delle lettere dove c’era scritto il cognome del marito (Zanda, appunto) deceduto da una ventina d’anni e il suo.

Lo stesso errore era riportato anche nella denuncia presentata in caserma a inizio luglio e firmata da un avvocato, alla quale la famiglia Casati si era rivolta intimorita da quella donna che sempre più spesso alzava i toni per futili motivi come i presunti rumori o i versi del cagnolino Chanel.

In questo modo le verifiche dell’Arma sulla 71enne, sempre secondo quanto riferisce il comando di Bergamo, non avevano portato a nulla e quindi non era emerso nemmeno il suo porto d’armi ottenuto nel 2015 e il possesso della pistola poi usata per uccidere.

Oltre ai vertici dell’Arma provinciale anche la procura di Bergamo vuole fare luce su quanto accaduto per capire se ci siano state negligenze da parte di qualcuno o se si sia trattato solo di un tragico scherzo del destino.

Nel frattempo Silvana Erzembergher è ricoverata nel reparto di terapia intensiva nell’unità coronarica dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo: giovedì mattina in caserma ha accusato un malore dopo l’arresto per omicidio volontario aggravato e tentato omicidio.

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