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L'emendamento

Sì alla proposta Carnevali: sale a 1000 il numero di pazienti assistiti dai medici in formazione

La parlamentare dem di Bergamo: "Così si allenta la carenza di medici”

Con l’approvazione dell’emendamento presentato da Elena Carnevali, capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali alla Camera dei deputati, al decreto “Aperture”, sale da 650 a 1000 il numero massimo di pazienti assistiti dai medici che frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale ai quali è stato conferito un incarico temporaneo.

“Si tratta di una nuova misura importante per rispondere all’emergenza e al disagio dei cittadini, causati dalla mancanza di medici di base sul territorio, anche nel territorio bergamasco in cui, secondo i dati di inizio aprile 2022, mancano all’appello 116 medici di base e 4 pediatri – dichiara la deputata dem di Bergamo – Grazie all’approvazione di un mio emendamento al decreto “Aperture” viene valorizzato il ruolo dei medici di medicina generale in formazione, che diventano un aiuto concreto per tutti i cittadini privi di un riferimento sanitario sul territorio. La commissione Affari Sociali ha infatti approvato la possibilità di innalzare il tetto degli assistiti da 650 a 1000 per i medici in formazione, che possono così partecipare all’assegnazione degli incarichi professionali (previsti dal decreto Calabria)”.

“Da ora i medici in formazione, che sono professionisti abilitati, non dovranno più rinunciare al contributo economico delle borse di formazione in medicina generale e avranno la possibilità di essere affiancati da un “tutor” che potrà avere un’esperienza di 5 anni anziché di 10, come previsto in precedenza”, continua Carnevali.

Elena Carnevali si dichiara molto soddisfatta dell’esito positivo dell’emendamento. “I medici in formazione hanno dimostrato più volte di essere una risorsa fondamentale. La Formazione-Lavoro rappresenta sicuramente un’evoluzione del corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, come dichiarato da FIMMG Formazione. L’obiettivo non è “scaricare” sulle spalle dei frequentanti il corso l’attuale carenza di medici (che non permette ai cittadini di avere punti di riferimento certi), ma di creare le premesse, anche incentivando l’ingresso in forme associative, per lavorare nelle giuste condizioni di crescita professionale”.

“In questi anni ho dedicato tutta l’attenzione possibile al rafforzamento del capitale umano nel SSN senza il quale gli esiti sono purtroppo evidenti. Come abbiamo spesso ricordato, la formazione è un investimento i cui frutti non sono immediati – conclude la parlamentare -. Oggi la Regione Lombardia, grazie alle risorse dello Stato, può contare su 834 posti in formazione rispetto ai 313 dello scorso anno, ma dobbiamo farci carico della perdita di attrattività di questo ruolo riformando la formazione, incentivando il lavoro nelle zone svantaggiate, deburocratizzando l’atto medico e guardando la riforma dell’assistenza territoriale e la realizzazione della case di comunità come un’opportunità per lavorare in team ed in rete. Tutto questo, a vantaggio dei pazienti, innanzitutto, e dei professionisti della salute”.

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