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Appunti&virgole

Atalanta, un’altra occasione persa: Muriel rimedia a errori e regali fotogallery

Perplessità per qualche scelta (Demiral e Pasalic fuori), Freuler stanco ma Koop non era disponibile contro il Toro. E 30 anni fa il 4-4 col Foggia e tre reti in rimonta di Cornacchia

L’Atalanta si adegua al campionato del ciapanò.

Perdono le romane e pensi: ecco l’occasione buona per scavalcare la Lazio e accorciare sulla Roma. Perde in casa anche la Fiorentina nel recupero e allora giocano tutte per la Dea?

Mah, bisogna capire se la Dea gioca per se stessa o se non ne ha abbastanza, di benzina (gambe) o di concentrazione (testa) per rimettersi in corsa verso l’Europa.

Perché il punto conquistato col Torino è un’altra occasione perduta, se ricordiamo quante volte negli ultimi tre mesi si è guardato al recupero come se fossero tre punti già prenotati e alla fine va ancora bene, anzi diventa un’impresa la rimonta dal 2-4 al 4-4, che serve almeno per addolcire l’amaro.

Purtroppo l’Atalanta fa e disfa: prende gol, rimonta e poi si fa infilare da tre reti che taglierebbero le gambe a tanti. L’orgoglio, il cuore e anche la classe di qualcuno evitano il peggio.

Però non puoi cominciare col solito gol subìto nei primi cinque minuti, stavolta è Djimsiti che lascia il via libera, poi ci mette un altro errore anche sulla rete del 2-2, prima del calcio di rigore (o rigorino) provocato da Freuler.

E sempre su rigore, l’ingenuità è di Toloi, arriva il sorpasso nel secondo tempo.

Poi grazie a Muriel l’Atalanta si rianima, è lui che inventa l’assist per Pasalic e trasforma il secondo rigore, quello del pareggio. Ecco, Lucho è sicuramente la nota più bella di una serata pazza, aggiustata grazie alla classe del colombiano e anche alla sua freddezza nel realizzare due volte dal dischetto. Tanto che ancora ci si chiede come mai Muriel, da alcune partite il più in forma, uomo gol e uomo assist, non fosse stato schierato titolare contro Lipsia, Sassuolo e Verona, tutte partite poi perse e la prima è costata anche l’eliminazione dall’Europa League, mentre gli erano stati preferiti come titolari Boga (impalpabile anche nello spezzone giocato col Toro), o lo stesso Miranchuk.

O anche perché non sia stato confermato il tridente opposto al Venezia, cioè Pasalic-Muriel-Zapata, tutti in gol contro i veneti, d’accordo che l’avversario era di altra caratura, però Pasalic è ora anche il primo cannoniere nerazzurro (11 reti in campionato) e forse andava tenuto più in considerazione.

Certo, nessuno si aspettava le difficoltà evidenti di Pessina, che anche contro il Toro ha corso cercando a volte anche di strafare per rimediare a qualche errore, ma ha confermato di essere ancora lontano dal Pessina europeo.

Vero che la squadra ha ceduto più per regali incredibili individuali (Djimsiti, Freuler) che per l’imprecisione degli attaccanti. Qualcuno, come Remo, è probabilmente a corto di benzina, ha giocato tantissimo, mentre in difesa non si può fare a meno dall’inizio di uno come Demiral, che raramente sbaglia partita.

E Toloi ha pagato lo scotto del rientro dopo alcune settimane.

La sfida tra i due tecnici-amici finisce pari, magari qualche scelta di mago Gasperini (l’esclusione iniziale di Demiral e Pasalic) lascia perplessi, purtroppo non è stato evidentemente possibile concedere una pausa a Freuler perché da un paio di partite Koopmeiners non è al meglio e, pur convocato, non era nemmeno in panchina. E abbiamo visto quanto è stato utile più volte, il Koop.

A questo punto è inutile continuare a studiare tabelle, se non cercare di finire al meglio le ultime quattro partite.

LA CURIOSITÀ

Proprio pochi giorni fa, il 12 aprile, erano 30 anni esatti da quel clamoroso 4-4 di Atalanta-Foggia, tanti lo ricorderanno, passato alla storia più per i tre gol di testa di Cornacchia, nella rimonta dall’1-4 a 4-4. Allora, allenatori Bruno Giorgi e Zdenek Zeman (era l’anno dell’addio di Stromberg), niente rigori ma due autogol, Consagra del Foggia e Minaudo dell’Atalanta. Le altre reti dei pugliesi furono di Baiano, Shalimov e Rambaudi.

Ma suona un po’ come una beffa rivedere a Bergamo un pazzo 4-4, 30 anni dopo, che anche allora come oggi frenò le ultime ambizioni europee della Dea.

GOL E SPETTACOLO

Qualche allenatore e critico si pone il dubbio se Manchester City-Real Madrid, partita illuminata da grandi giocate, di veri campioni, non sia stata magari una sagra degli errori difensivi. Cosa si potrebbe dire allora dello spettacolo di Atalanta-Torino?

Accontentiamoci, ma la Champions è un altro calcio.

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