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I dati

Vaccini Covid, Garattini: “Reazioni avverse gravi in 18 casi ogni 100mila”

Il presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri commenta il nuovo report di Aifa sui vaccini anti-Covid

“Sono state segnalate reazioni avverse gravi in 18 casi ogni 100mila somministrazioni e nei bambini l’incidenza risulta inferiore di cinque volte. È la conferma del fatto che il rapporto fra i rischi e i benefici è nettamente a favore della vaccinazione”. Così il professor Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri, commenta i dati emersi dal nuovo report di Aifa sui vaccini anti-Covid.

Le informazioni raccolte dall’Agenzia italiana del farmaco fanno riferimento al periodo tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo 2022 considerando i cinque vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. In questo lasso di tempo sono pervenute 134.361 segnalazioni su un totale di 135.849.988 di dosi effettuate, con un tasso di segnalazione pari allo 0,098%. Si è verificata, quindi, quasi una reazione avversa ogni mille somministrazioni, la maggior parte dei quali non è preoccupante. Più precisamente, l’82,1% delle segnalazioni si riferiva a eventi non gravi come indolenzimento nella sede di iniezione, febbre, stanchezza e dolori muscolari. Quelle gravi, invece, corrispondono al 17,8% del totale, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100mila dosi somministrate.

Sono numeri bassi, come spiega il professor Garattini: “Questi dati mostrano che il vaccino è abbastanza sicuro. Come tutti i farmaci, non ci si può aspettare che non abbiano effetti collaterali, ma le reazioni avverse gravi sono relativamente poche: ammontano a 18 casi ogni 100mila somministrazioni. Sono stati riscontrati soprattutto in occasione della prima dose, mentre si riducono alla seconda e diminuiscono ulteriormente alla terza. La popolazione che ha già ricevuto la quarta, invece, è ancora limitata per tracciare delle stime. Per quanto riguarda la tempistica, infine, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (72% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore”.

“È molto difficile identificare i decessi – prosegue il presidente dell’Istituto Mario Negri – perché è complicato stabilire se siano dovuti al vaccino, ma nel report ne è stato indicato 1 ogni 6 milioni di dosi. Sono pochissimi, 27 rispetto agli oltre 160mila determinati dal Covid-19. Non c’è dubbio, quindi, che il rapporto fra i rischi e i benefici sia nettamente a favore della vaccinazione. Pensando in modo particolare al pericolo che può scaturire dalla malattia in forma grave e dagli strascichi dei pazienti long Covid, che possono continuare per molti mesi, sicuramente i vaccini hanno rappresentato un grande vantaggio”.

Il report dell’Aifa si è concentrato anche sulla segnalazione di reazioni avverse nei bambini che hanno ricevuto il vaccino. Il professor Garattini evidenzia: “Fra loro l’incidenza è ancora meno, risulta inferiore di cinque volte rispetto agli adulti. Nella fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni sono state segnalate reazioni avverse in 21 casi ogni 100mila dosi. Nel dettaglio, al 26 marzo sono pervenute 439 segnalazioni (circa lo 0,3% del totale), di reazioni avverse al vaccino Comirnaty (Pfizer), l’unico attualmente utilizzato in questa fascia di età. Gli effetti collaterali più frequentemente segnalati sono stati dolore in sede di iniezione, cefalea, febbre e stanchezza. E quasi la totalità è attribuita alla prima dose”.

“Sia per la popolazione adulta sia per i bambini – sottolinea il professor Garattini – questi numeri sono in linea con i dati sperimentali, cioè con gli studi clinici controllati. Mi aspettavo, dunque, che i benefici fossero maggiori dei rischi”.

Infine, guardando alle prospettive future, il ricercatore e farmacologo bergamasco conclude: “In tutto il mondo molti laboratori stanno lavorando per arrivare a vaccini più efficaci per proteggerci maggiormente dalle varianti. È difficile fare previsioni sull’andamento della pandemia: l’obiettivo al momento è quello di giungere a un calo dei contagi nella bella stagione, considerando che è facile pensare che possano tornare ad aumentare in modo significativo in autunno. Per capire come procedere al meglio bisogna vedere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi”.

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