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Il processo

Omicidio di Pedrengo, i parenti della vittima e dell’imputata: “Lui era pieno di debiti e chiedeva sempre soldi”

Eliana Mascheretti si prendeva cura del cugino e lo aveva accolto in casa sua. Lui aveva sperperato il denaro ricevuto in eredità ed usciva da una relazione con un ragazzo che lo picchiava: gli aveva anche fatto perdere la vista da un occhio

Pedrengo. Eliana Mascheretti e suo cugino Giuliano si volevano bene. Lei lo aveva accolto in casa sua, lo accudiva, si preoccupava per lui. Ma in un attimo di esasperazione, il 20 dicembre 2020, ha afferrato un martello e lo ha colpito più e più volte. Poi lo ha assistito, probabilmente pentita, lo ha accompagnato a letto, gli ha dato dell’acqua, un analgesico, lo ha aiutato a sedersi in poltrona per farlo stare più comodo, come lui le aveva chiesto. E infine, poco dopo, lo ha visto morire soffocato da un rigurgito.

Di questo parente, che era un po’ la pecora nera della famiglia, si occupavano anche i cugini e le zie: gli erano tutti affezionati, nonostante lui avesse sperperato tutto il denaro che aveva ricevuto in eredità dai genitori, contraesse continuamente debiti, prelevasse soldi dal conto dell’anziana sorella di sua madre sul quale aveva la firma.

“C’era un ammanco di 50mila euro – racconta davanti alla Corte d’assise Laura Rigamonti, cugina della vittima, nell’udienza di venerdì 21 aprile -. Lui diceva che li aveva presi perché gli servivano per il dentista. Quando Giuliano era piccolo era in colonia insieme a sua sorella che purtroppo è morta a 8 anni a causa di un colpo di sole, così è rimasto solo lui con i suoi genitori. Era una famiglia molto chiusa, opprimente, soprattutto la madre. Alla morte dei genitori probabilmente si è sentito libero. Economicamente stava bene, aveva una casa in via Angelo Maj a Bergamo, un’altra casa al mare e parecchi soldi sul conto corrente. Ma nel giro di qualche anno ha venduto gli immobili ed ha speso tutto: incontrava uomini, faceva loro dei regali, ha trovato persone sbagliate che si sono approfittate di lui”.

Mascheretti aveva convissuto con un ragazzo tunisino con il quale aveva avuto una relazione turbolenta: “Giuliano prendeva tante botte. Noi sospettavamo, ma lui negava, diceva che era una brava persona. Poi una sera ci hanno chiamato dall’ospedale perché l’avevano ricoverato: il suo convivente l’aveva picchiato talmente tanto che gli ha fatto perdere la vista da un occhio”, continua la parente.

Quando Giuliano si è ritrovato solo, senza un soldo, pieno di debiti e con gravi problemi di salute dovuti alle conseguenze dell’operazione all’occhio, è stato accolto in casa da Eliana. “Lui però era come un bambino, raccontava un sacco di bugie per giustificarsi, faceva sparire i soldi. A casa arrivavano i conti dei suoi debiti. Ogni tanto Eliana mi chiamava e mi diceva che non ce la faceva più con lui, così io le dicevo di mandarlo da me qualche giorno per alleggerirla un po’”.

La vicina di casa, Annamaria Martinelli, è amica di Eliana da 50 anni: “Lei si è sempre presa cura degli altri: prima della mamma, che per anni è stata in coma vigile, poi del papà: li ha assistiti entrambi rinunciando alle sue aspirazioni. Poi è arrivato Giuliano e si è occupata anche di lui”.

Ad aiutare la donna con i due anziani genitori c’era la badante Mary Ramos Santos, che parlando dell’imputata non riesce a trattenere le lacrime: “Per me è come una sorella. Ho vissuto con loro dal 2004, anno in cui sono arrivata in Italia, fino al 2007, poi mi ha proposto di andare ad abitare nell’appartamento al secondo piano della villetta con i miei tre figli. Mi davano sempre una mano. Quando è arrivato Giuliano mi sono trasferita ma 2 o 3 volte la settimana andavo a trovarli: aiutavano i miei bambini con i compiti e ogni tanto me li tenevano quando ero di turno alla casa di riposo dove lavoro”.

I due cugini a volte litigavano: “Discutevano sempre per le stesse cose, ovvero i debiti di Giuliano. Lui si approfittava di questa situazione, era solo, non aveva nulla e continuava a chiederle denaro”.

“Alla luce di quanto successo affiderebbe ancora i suoi figli a Eliana?” ha chiesto l’avvocato Cofini. “Assolutamente sì”, ha risposto convinta la teste.

Isabella Frassinetti è cugina dell’imputata, vive a cento metri dalla villetta teatro del delitto e ricostruisce gli eventi della sera dell’omicidio: “Quella sera ero a letto quando Eliana mi ha telefonato. Mi ha detto di venire subito perché Giuliano stava morendo. Io mi sono alzata, mi sono vestita e sono andata a casa sua, sono arrivata insieme ai carabinieri e all’ambulanza. Poi sono salita nell’appartamento ma i militari mi hanno bloccata sul terrazzo. Mi hanno fatta entrare in sala poco dopo perché faceva freddo ed Eliana mi ha raccontato che lui era caduto, ma era molto confusa, si è sdraiata sul divano. “Non pensavo che sarebbe finita così. Non so cosa mi aspetta ora. Io in galera non resisto”, mi ha detto”.

La prossima udienza, nel corso della quale verrà sentita l’imputata, è fissata al prossimo 20 maggio.

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