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La polemica

Treno per Orio, i comitati e Legambiente scendono in piazza: “È la nostra via crucis”

Danila Maida, del quartiere di Boccaleone: "Valiamo meno di zero. Questo progetto è pensato solo per l'aeroporto e per il centro commerciale". Elena Zoppetti: "Vogliamo fare come a Taranto? E' meglio il lavoro o la salute?"

Bergamo. No al Treno per Orio. E, questa volta, con una manifestazione. Questo è quanto annunciato mercoledì da Elena Ferrario (Legambiente), Gianluca Erroi (Italia Nostra), Elena Zoppetti (CDQ Boccaleone) e Danila Maida (CDQ Boccaleone), insieme ad altri rappresentanti dei comitati di quartiere: una voce che si alza, ancora una volta, per continuare a tenere viva la protesta contro un progetto “le cui modifiche, volute dal comune di Bergamo, non corrispondono alle richieste dei cittadini”. La decisione è quella di scendere in piazza, o meglio in una via, la XX Settembre, mercoledì 27 aprile, per portare la protesta dalla sede della Regione, fino a Palazzo Frizzoni e alla Provincia. Una scelta voluta e condivisa da Legambiente Circolo di Bergamo, Italia Nostra Sezione di Bergamo, Associazione APS Colognola per il suo Futuro, Associazione APS per il Villaggio,  Comitato Ambiente e Salute San Tomaso de’ Calvi,  Comitato di Quartiere Boccaleone e Comitato di Quartiere Campagnola.

“La novità è che, ancora una volta, non sono le richieste del territorio quelle che si stanno portando avanti, – ha spiegato Danila Maida, del comitato di Boccaleone -. Noi adesso vogliamo fare una via crucis, molte ne sono state fatte la settimana scorsa, ora vogliamo fare la nostra. La verità, o almeno così pare, è che questo progetto non è stato studiato per i cittadini, ma a beneficio dell’aeroporto. Partiremo dalla sede della Regione e cercheremo di parlare con qualche consigliere regionale, poi andremo sotto il comune dove non abbiamo nessuna intenzione di fare degli incontri, piuttosto fischieremo per mostrare, ancora una volta, il nostro disappunto. Del resto abbiamo parlato poco e male con l’amministrazione e credo non ci sia più niente da dirsi”.

“Speriamo solo che il centrodestra continui a portare avanti la nostra proposta del semi interramento, come sta facendo. E, in questo contesto, ci tengo a sottolineare che le nostre ragioni non hanno colore politico: siamo a favore di chi ci aiuta e capisce quali sono le nostre necessità. Saremo in centro dalle 16 alle 19, pubblicizzeremo in ogni modo l’evento, in maniera da coinvolgere quante più persone possibili, consapevoli del fatto che sarà organizzato in un giorno feriale e di pomeriggio. Ci piacerebbe davvero, cosa che auspicavamo quando abbiamo chiesto un consiglio comunale straordinario, che si lavorasse all’unanimità per il bene della città, non del quartiere. Ma così non è stato. Questo progetto, così com’è pensato e come lo si vuol fare, è a favore di Oriocenter e dell’aeroporto, lo si legge anche dai documenti. Questo vuol dire che Boccaleone vale meno di zero”.

“Capisco che dietro il progetto ci sia una forte motivazione, ma la stessa deve essere anche corretta – continua Elena Zoppetti -. Chi è chiamato ad amministrare, lo deve fare, ma anche e soprattutto bene. Vogliamo fare come a Taranto? E’ meglio il lavoro o la salute? Dobbiamo fare il bene per l’aeroporto? Meglio un treno vuoto  e, magari, soluzioni a favore della cittadinanza? Anche l’arrivo di Amazon, che mi mette un po’ di ansia, dovrebbe far riflettere. Mi chiedo, e magari mi sbaglio, il treno serve veramente ai cittadini o a qualcun altro?”

Elena Ferrario (Legambiente) ha puntato l’attenzione sulla variante, fulcro della discussione anche dei suoi colleghi: “La variante di cui parliamo non è nuova, ma non è mai uscita, almeno fino a poche settimane fa, dalle stanze del comune né dalle nostre. Tra i tanti fattori venuti alla luce, che è bene che i cittadini sappiano, c’è anche, ad esempio, l’esistenza di una strada in più, a grosso impatto, con consumo di suolo, il tutto mentre si parla di cercare di contenere al massimo gli effetti del progetto sull’ambiente. Nella variante presentata, RFI raccoglie solo le osservazioni del comune e non le nostre. Se per l’amministrazione il problema è solo lo skyline di Città Alta, bhé, mi sento di dire che per noi ce ne sono molti altri”.

Antonella Arioldi del comitato del quartiere di Colognola, ha puntato l’attenzione sul tema delle rotte aree rispetto alla centralità del tema dell’aeroporto: “Si tratta di un piano altamente impattante, che prevede aerei atterrare e decollare continuamente sulla città. Diciamo che lo scenario che si prospetta è quello di un nuovo Cassinone anche a Bergamo. E’ vero che la sperimentazione prevedeva atterraggi sistematici, sperimentazione che poi è stata bocciata dalla commissione aeroportuale perché considerata troppo impattante, ma è stata cassata solo in via teorica. Il problema non solo solo i rumori, ma anche la paura che fa vedere aerei così grossi vede sorvolare teste e case. Aggiungo solo che il sabato di pasqua i voli sono continuati fino alle 2 di notte. Immaginate il disagio. E mi chiedo: se fosse un privato a fare questo rumore, non si protesterebbe? L’eventuale locale di turno o azienda non verrebbe chiusa? Qui invece bisogna subirlo, in silenzio. Viene negato il diritto al sonno o meglio, per alcuni cittadini è garantito, per altri no. E sì che la salute è un bene che dovrebbe stare al di sopra di tutto, della quale il sindaco è il responsabile. Mi chiedo, come è possibile che a Bergamo, città che si professa europea, attenta ai bisogni dei cittadini, possa succedere una cosa del genere? Bergamo non deve essere svenduta, a pezzetti, all’aeroporto”.

 

 

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