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Confai Bergamo

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Nuova legge sull’agricoltura biologica

Bolis (Confai Bergamo): "L'adozione della legge rappresenta una buona notizia per un comparto che potrà fregiarsi di un marchio nazionale specificamente dedicato al biologico made in Italy"

“L’adozione di una nuova legge per l’agricoltura biologica, dopo un iter legislativo assai lungo, rappresenta una buona notizia in vista del sostegno alla crescita di un comparto che, tra gli altri aspetti rilevanti del nuovo assetto normativo, potrà fregiarsi di un marchio nazionale specificamente dedicato al biologico made in Italy”: così il presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, Leonardo Bolis, ha commentato la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della nuova legge 23/2022, contenente misure per la tutela e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e l’acquacoltura con metodo biologico.
“Tra i punti qualificanti della nuova normativa vi è quello che impegna il ministero delle Politiche agricole all’adozione di un Piano d’azione nazionale sull’agricoltura biologica, che avrà durata triennale e dovrà in ogni caso essere aggiornato annualmente – osserva il direttore di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -. Tra gli obiettivi della pianificazione rientrano in particolare l’incentivazione della domanda di prodotti bio e il consolidamento della filiera per mezzo di iniziative atte a favorire l’aggregazione e collaborazione tra aziende, ad esempio con la costituzione di distretti biologici”.
In Bergamasca vi è una certa attesa per la fase attuativa che sarà a carico del Mipaaf, in vista degli effetti concreti che la legge potrebbe generare. A livello provinciale, lo ricordiamo, il comparto ha vissuto un importante percorso di crescita durante l’ultimo decennio, arrivando a toccare la soglia dei 270 operatori attivi, ripartiti in differenti ambiti produttivi, dall’olio d’oliva al vino, dalla frutta ai cereali.
Da segnalare infine – come fa notare il sito della Rete Rurale nazionale PianetaPsr, specializzato in sviluppo rurale – il ruolo che potrebbe avere il Piano nazionale per le sementi biologiche, anch’esso previsto con durata triennale: sarà finalizzato a migliorare la qualità e la disponibilità delle sementi, il cui mercato si trova ad affrontare attualmente problemi di approvvigionamento e prezzi spesso troppo elevati a carico delle aziende.

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