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Bergamo

Il Festival Pianistico torna nel ricordo di Agostino Orizio: Arcadi Volodos incanta il Donizetti fotogallery

Il pianista russo ha portato sul palco tutta la sua maturità di musicista, omaggiando l'amico nonché fondatore della rassegna

La mano del talento, il cuore dell’artista e dell’uomo. Ha condiviso tutta la sua maturità di musicista Arcadi Volodos, il celebre pianista russo, sul palco del Teatro Donizetti di Bergamo.

Nella serata di mercoledì 20 aprile, le sue mani sui tasti bianco neri hanno dato il “La bergamasco” alla cinquantanovesima edizione del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, dal titolo “Novecento Suite” e dedicata ad Agostino Orizio, fondatore della rassegna.

La tecnica è quella russa, chiaramente, ma l’anima è quella di chi ha l’esperienza di una vita intera dedicata alla musica. Dopo vent’anni di presenza al festival (la sua prima partecipazione risale al 2002, come ricordato nei saluti iniziali da Pier Carlo Orizio, direttore artistico) Volodos è riuscito a stupire nuovamente il pubblico. Per l’occasione ha proposto un programma non mainstream del repertorio pianistico, in cui il virtuosismo cede il posto all’interpretazione. È stata una interpretazione mozzafiato quella regalata da Volodos della Sonata per pianoforte n.17 in re maggiore D 850 di Franz Schubert e delle Kinderszenen op.15 di Robert Schumann.

Nei tredici brani dell’opera di Schumann, che ritraggono piccole scene di vita familiare, c’è spazio per grandi emozioni. Nell’ascolto il pubblico riconosce pezzi della propria vita e si sente a casa. La mano di Volodos ha reso possibile tutto questo.

L’emozione è continuata fino alla fine. Dopo essere stato a lungo applaudito, il pianista ha regalato cinque bis alla sala. Il secondo, “El lago” di Federico Mompou, lo ha dedicato al suo amico di una vita Agostino Orizio.

 

Il trionfo di Arcadi Volodos sul palco del teatro Donizetti è stato anticipato da un momento significativo per questa edizione del festival. La serata si è aperta con la proiezione di un breve video tratto da breve video tratto da ‘Agostino’, documentario dedicato ad Agostino Orizio. Il progetto, che vede la regia di Diego Veneziano – già regista della docuserie “Con le note sbagliate” – racconta la figura poliedrica del Maestro bresciano: “il pianista, il direttore d’orchestra, l’abile direttore artistico, il sindaco e il promotore di attività culturali ma anche l’Agostino uomo, padre e marito”, come ha ricordato Daniela Gennaro Guadalupi, presidente del Festival.

Nel video vengono condivisi i ricordi di alcune delle personalità bresciane che ebbero rapporti personali con il Maestro: dai rappresentanti della società civile e religiosa, come il sindaco Emilio Del Bono e il vescovo di Bergamo Francesco Beschi; amici fraterni come Fausto Montini, nipote di San Paolo VI; e ancora collaboratori della vita quotidiana del Festival.

Ma è nel momento finale della proiezione che il pubblico ha potuto cogliere la vera eredità di Orizio: anno 1967, colori rigorosamente in bianco e nero, Agostino Orizio sul podio, una orchestra sinfonica e una giovanissima Martha Argerich alla sua prima apparizione al Teatro Grande. In pochi secondi si è visto il passato, ma anche il presente e il futuro del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, punto di riferimento internazionale per il mondo pianistico e sinfonico.

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