Fara Gera d’Adda. Un giro in auto per chiarire lontano dai figli alcune tensioni degli ultimi giorni. I toni che si inaspriscono e il raptus omicida di Carlo Fumagalli, che accelera la sua Renault Megane bianca e finisce volontariamente nell’Adda, consapevole che la compagna non sa nuotare.
È questa la ricostruzione dei carabinieri su quanto accaduto martedì sera alle 21.30 in via Reseghetti a Fara Gera d’Adda, dove Romina Vento ha perso la vita nelle acque del fiume che attraversa il paese della Bassa.
Poche ore dopo sono scattate le manette per il 49enne, che invece da abile nuotatore era riuscito a raggiungere la riva e ad arrivare a piedi fino a Vaprio d’Adda, suo paese d’origine. I militari l’hanno trovato che vagava per strada con i vestiti ancora fradici. Dopo l’interrogatorio, durante il quale non ha proferito parola, Fumagalli è stato condotto in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
A inchiodarlo anche le parole di alcuni testimoni oculari, un gruppo di ragazzi che aveva da poco finito di allenarsi nel vicino centro sportivo comunale. Sono stati loro a vedere la vettura che a velocità sostenuta passava nel varco tra due tratti di guard-rail della strada che costeggia l’Adda, per poi terminare la corsa nel letto del fiume. Nessun segno di frenata sul terreno.
Gli stessi giovani sono stati i primi ad arrivare sul posto, attirati anche dalle urla di aiuto di una voce femminile, quella di Romina, prima di finire sott’acqua. Il suo corpo è stato recuperato dai sommozzatori dei Vigili del fuoco e portato a riva, ma ogni tentativo di rianimazione è stato vano.
La salma della donna è stata condotta alla camera mortuaria in attesa dell’esame autoptico disposto dal pm Carmen Santoro. Da una preliminare ispezione cadaverica non sono emersi segni di violenza che possano far pensare a un’aggressione precedente all’ingresso in acqua.
Ora si indaga sul movente dell’omicidio. Dai primi accertamenti sembra che il rapporto tra i due fosse sereno, almeno secondo quanto emerso dalle testimonianze dei vicini.
I due figli della coppia, un ragazzino di 10 anni e una ragazza di 15, mentre la mamma moriva annegata erano a casa, un appartamento di una palazzina di recente costruzione in via Udine 210, non lontano dal luogo della tragedia. Carlo ha un altro figlio, di 30 anni, avuto all’interno di una precedente relazione.
Dopo la fine di quel rapporto l’uomo si era ricostruito una vita con Romina. Chi indaga non esclude che la donna, magari proprio martedì sera in auto, gli abbia comunicato la decisione di lasciarlo, facendo così scattare il raptus omicida.
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