Il primo ad avanzare dubbi sulla missione russa in terra bergamasca durante la prima ondata Covid era stato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che a inizio marzo aveva pubblicato questo tweet:
Col senno di poi è inevitabile tornare alla missione russa in Italia della primavera 2020. Sono testimone dell’aiuto prestato a #Bergamo dai medici del contingente, ma va ricordato che a Pratica di Mare arrivarono più generali che medici.
Fu aiuto, propaganda o intelligence?— Giorgio Gori (@giorgio_gori) March 5, 2022
Del caso torna a parlarne il deputato bergamasco di Forza Italia Gregorio Fontana, questore della Camera e membro della Commissione Difesa: "A proposito della missione russa anti Covid in Italia del marzo 2020, su cui ancora tornano a parlarne i giornali - le parole di Fontana - , bisogna sottolineare che non c'è solamente l'inquietante risvolto di possibili iniziative spionistiche, ma anche l'eventuale ricaduta sulla salute degli italiani a causa della gestione dei ventilatori, che sarebbero giunti dalla Russia in quell'occasione e consegnati a diverse strutture sanitarie, tra cui quelle di Bergamo e Milano.
Da quanto si è potuto apprendere, tali delicati dispositivi medici avrebbero presentato pericolose anomalie di vario genere, un discutibile livello tecnologico, malfunzionamenti tecnici e mancanza di idonei marchi di certificazione.
Su questa questione occorre fare piena luce sull'affidabilità e sull'efficienza di questi ventilatori - accertandone il numero e quali modelli siano stati assegnati alla task force russa - per togliere ogni dubbio sulla possibilità che tali delicati dispositivi sanitari siano stati utilizzati per i pazienti italiani.
Per questo mi auguro che il Governo faccia presto chiarezza anche su questo punto, rispondendo all'interrogazione da me presentata su questa materia un mese fa".
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