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Bergamo

Fabrizio Gifuni in scena al Donizetti “Con il vostro irridente silenzio”

L'appuntamento è venerdì 22 aprile a conclusione di “Appuntamento con la Storia”, la nuova sezione della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti

Bergamo. A conclusione di “Appuntamento con la Storia”, la nuova sezione della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti, l’attore Fabrizio Gifuni porta sul palcoscenico del Teatro Donizetti venerdì 22 aprile Con il vostro irridente silenzio, monologo che nasce dallo studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro alle 20.30 (la replica inizialmente prevista per il 23 aprile è stata annullata). Durata 1 ora e 40 minuti senza intervallo.

La rappresentazione di Con il vostro irridente silenzio è anche il punto di arrivo di Pulire il futuro, progetto inserito nei percorsi formativi ideati da Maria Grazia Panigada intorno alla Stagione di Prosa e Altri Percorsi, curato da Ivo Lizzola, docente presso l’Università agli Studi di Bergamo. Nei mesi scorsi sono stati coinvolti gli Istituti Natta, Romero, Mascheroni, Amaldi attorno a incontri ai quali hanno partecipato personalità del mondo accademico, del sistema giudiziario e studiosi, imperniati su due filoni tematici particolarmente cari allo statista: la questione della giustizia e della pena e il rapporto tra i giovani, la politica e la democrazia. Il progetto si concluderà con un incontro fra gli studenti, Fabrizio Gifuni e Emanuele Caiati, nipote di Aldo Moro.

Fabrizio Gifuni, dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e di Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, si confronta in  Con il vostro irridente silenzio, attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia, con gli scritti più scabri e nudi della storia d’Italia: le lettere e il memoriale che Aldo Moro redì durante la sua prigionia a seguito del rapimento avvenuto nel marzo 1978 per mano delle Brigate Rosse.

Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri. Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute.  Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto. La stampa, in modo pressoché unanime, sconfessò le sue parole, mentre Moro urlava il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura.

Fabrizio Gifuni è uno degli attori più affermati del panorama italiano, teatrale e cinematografico. Negli ultimi vent’anni il suo lavoro ha dato luogo a un originale percorso culturale e creativo contrassegnato da una precisa urgenza espressiva. In teatro debutta nel 1993, nell’Elettra di Euripide con la regia di Massimo Castri che lo dirigerà negli anni a seguire nella Trilogia della villeggiatura di Goldoni. Nel ‘95 avvia una feconda collaborazione con la compagnia greca diretta da Theodoros Terzopoulos. Dagli anni 2000 è ideatore e interprete di numerosi spettacoli. Insieme a Giuseppe Bertolucci lavora al pluripremiato progetto Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione, con gli spettacoli ‘Na specie de cadavere lunghissimo (Premio Istrio 2006) e L’Ingegner Gadda va alla guerra o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro (Premio Ubu 2010, come miglior spettacolo e miglior attore dell’anno). Numerosi i lavori dedicati negli anni a questi due autori, fra cui la Lezione/spettacolo Gadda e il teatro, un atto sacrale di conoscenza e le letture integrali di Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana (2012) e di Ragazzi di vita (2014). Nel tempo ha concentrato la sua attenzione su un’idea di ‘rapporto vivo’ con la lingua italiana, con particolare attenzione alla grande letteratura: Gadda, Pasolini, Testori, Pavese, Caproni, ma anche Dante, Manzoni, Camus o Cortazar sono stati alcuni dei suoi banchi di prova. Il suo ultimo lavoro è Con il vostro irridente silenzio. Nelle passate stagioni è stato inoltre protagonista al Piccolo di Milano della Lehman Trilogy – ultimo capolavoro di Luca Ronconi – e di Freud ovvero l’interpretazione dei sogni, per la regia di Federico Tiezzi. Al cinema e in televisione ha preso parte a circa quaranta film, collaborando, fra gli altri, con Gianni Amelio (Così ridevano), Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù e Romanzo di una strage), Giuseppe Bertolucci (L’amore probabilmente), Liliana Cavani (De Gasperi, l’uomo della speranza), Ridley Scott (Hannibal), Marco Turco (C’era una volta la città dei matti, pluripremiato nel ruolo di Franco Basaglia), Davide Manuli (Beket e La leggenda di Kaspar Hauser), Francesco Bruni (Noi 4), Paolo Virzì (Il Capitale umano), Marco Bellocchio (Fai bei sogni), Daniele Vicari (Prima che la notte) e Ludovico di Martino (La Belva). Nastro d’argento nel 2003 per La meglio gioventù, Premio Fellini per l’eccellenza artistica nel 2010, riceve il Premio Gian Maria Volonté nel 2012. Per la sua interpretazione ne Il Capitale umano ottiene tutti i principali riconoscimenti della stagione 2014. Lo stesso anno, per il lavoro svolto sul potenziale teatrale di importanti testi e autori della letteratura italiana e straniera, gli viene assegnato il Premio Napoli per la cultura italiana, e nel 2018 la Laurea Honoris causa in Letteratura italiana, filologia moderna e linguistica dall’Università degli studi di Roma Tor Vergata.

Al teatro si potrà accedere solo muniti di Green Pass Rafforzato e indossando mascherina FFP2.

BIGLIETTERIA
Teatro Donizetti
Piazza Cavour, 15 – Bergamo
Tel. 035.4160 601/602/603
Apertura al pubblico: da martedì a sabato dalle 13.00 alle 20.00 (festivi esclusi)

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