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Appunti&virgole

Europa troppo salata e l’Atalanta è in caduta libera: senza benzina, poca qualità

L'impegno del giovedì ha prosciugato le energie fisiche e nervose. Mancano i gol e qualche giocatore non ha mai inciso

Caduta libera. L’Europa toglie le ultime energie che restavano: l‘Atalanta non c’è più, ora c’è solo la sua controfigura, prosciugata dalle fatiche del giovedì e ridimensionata la domenica, o il lunedì nel caso dell’ultimo posticipo.

La squadra è in riserva di benzina e di idee e anche qualche scelta del mister non ha convinto. Togliamoci subito il dente: che senso aveva riproporre contro il Verona tale e quale l’attacco che non è riuscito a fare gol contro il Lipsia? Rimettere in campo Boga e Malinovskyi a sostegno di uno Zapata che è ancora in rodaggio dopo l’infortunio e resta il meno responsabile dei tre, però purtroppo anche lui è solo il fratello del Duvàn che faceva da apripista al gol, che spaccava le difese.

A Muriel resta l’ultima mezz’ora, come al solito, per l’attaccante che nelle ultime partite è stato comunque il più efficace. Magari non avrebbe cambiato chissà che, però inserire già poco dopo la mezz’ora del primo tempo l’evanescente Miranchuk (come col Lipsia) è sembrato un cambio incomprensibile. Mentre a Pasalic, che bene o male resta assieme a Zapata il primo cannoniere in campionato con nove gol, sono rimasti gli ultimi sette-otto minuti, recupero compreso. Come mai? E Pessina è via via sparito dai radar.

Insomma, l’Atalanta si è persa perchè sono mancati gli uomini di qualità, quelli che l’avevano proiettata tanto in alto e non si sono più ripresi in quest’ultima parte di stagione, o qualcuno (vedi Boga) proprio non è riuscito a incidere come avrebbe dovuto e si sarebbe sperato. Il ritornello è quello, stanco e monotono, di un mese di aprile che su cinque partite manda in archivio quattro sconfitte (in casa col Napoli 1-3, a Reggio Emilia col Sassuolo 2-1, in casa col Lipsia 0-2 e a Bergamo col Verona 1-2), unico pareggio quello di Lipsia. Restano ancora due partite in questo mese e speriamo che si riescano ad evitare altri ko, tra la trasferta di sabato a Venezia e il recupero di mercoledì 27 col Torino.

Però, se arrivi spesso secondo su tanti palloni, se non sei più preciso nei passaggi, non parliamo poi dell’ultimo che dovrebbe liberare per il tiro: l’Atalanta dell’attacco esplosivo non c’è proprio più.

Il Verona passeggia a Bergamo, prende due pali e una traversa e potrebbe fare anche più di due gol. Alla distanza esce la brillantezza di una squadra che non ha sul groppone l’impegno del giovedì e, a parte quello, è considerata un po’ una ‘gemella’ dell’Atalanta, vuoi perché è stata allevata da Juric, allievo di Gasperini, ma anche perché Tudor continua il percorso del suo predecessore.

Il Verona non avrà fuoriclasse, però piace, dà spettacolo. Ha battuto in casa le romane, ha vinto sul campo del Sassuolo, ha pareggiato a Roma contro i giallorossi e a Firenze. Non era certo un ostacolo semplice, per una squadra come l’Atalanta piegata nel morale per l’uscita dall’Europa League e poi… beh una volta l’Atalanta si esaltava in grandi rimonte, adesso prendi gol e la partita è segnata, non recuperi più. Sarebbe meglio cercare di fare gol prima, magari con Zapata e Muriel insieme. D’accordo, siamo al senno di poi, inutile insistere.

Facciamo un applauso al gol di Scalvini, il ragazzo che è una delle più belle scoperte del Gasp, sicuramente una delle poche note positive di questo amaro finale di stagione. Tornerà al gol presto anche Zapata: bisogna ripartire dalla voglia di gol che ha lui, dal cuore che ha la squadra e dal tifo straordinario della Curva, per chiudere nel migliore dei modi. Che sia Europa o no. O dobbiamo dirla tutta? Se l’Europa League ti costa così cara in campionato, come abbiamo visto, tanto vale restarne fuori. Tantomeno la Conference, sempre al giovedì e ti raccomando poi la domenica…

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