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Cinema

La recensione

“Vetro”: dietro una finestra non tutto è come appare

Una giovane hikikomori scorge dalla sua stanza qualcosa di terrificante, ma il suo desiderio di fare chiarezza si scontrerà ben presto con la sua fobia di uscire di casa

Titolo: Vetro

Regia: Domenico Croce

Durata: 90′

Genere: Thriller

Interpreti: Carolina Sala, Tommaso Ragno, Marouane Zotti

Programmazione: Cinema

Valutazione IMDB: 7/10

 

Lei (Carolina Sala) è una ragazza che da molto tempo vive in uno stato di autoreclusione, confinata all’interno delle mura della propria camera da letto. In casa oltre a lei ci sono anche un cane e il padre, a cui però non è assolutamente permesso entrare.

La giovane ha i suoi ritmi e non ci è subito facile capire come mai le contingenze delle vita l’abbiano costretta ad un ergastolo diviso equamente tra letto, tapparelle abbassate, schermo a Led del computer e pillole per non pensare alla sua situazione, ma quello che è certo è che di lì a poco avverrà qualcosa che turberà irreversibilmente la sua routine.

Spiando dalla finestra, la ragazza nota infatti che nella casa dei vicini una donna è tenuta prigioniera e probabilmente seviziata crudelmente, facendo così nascere nella protagonista un profondo conflitto: uscire di casa per aiutare la sventurata o ignorare la cosa per non turbare la propria calma e rassicurante quotidianità?

Film del 2022 diretto dall’esordiente Domenico Croce, “Vetro” è un lungometraggio dal forte impatto psicologico che, non senza una certa dose di spettacolarizzazione, unisce la narrazione thriller al tema sociale degli “Hikikomori” (dal giapponese “stare in disparte” o “staccarsi”), ossia quegli individui, soprattutto adolescenti, che volontariamente scelgono di scappare dalla vita sociale, arrivando fino all’auto confinamento tra le mura domestiche.

Benché i déjà-vu con altre pellicole ben più note siano palesi sin dalla lettura della trama (vedi “La finestra sul cortile” di Hitchcock o “La ragazza del treno” di Tate Taylor), il regista romano riesce a dare all’intera storia un taglio totalmente inedito in cui proprio il “vetro” nominato nel titolo sembra essere il leit motiv. Tale materiale può infatti essere fragile, duttile o resistente a seconda delle circostanze, proprio come una giovane protagonista diciottenne bella, solare e intelligente ma al contempo perseguitata da un male più grande di lei, e tra i vari effetti che questo può dare c’è anche l’alterazione della realtà, dal momento che a pensarci bene quello che ci è dato vedere da una finestra non sempre corrisponde a quanto effettivamente sta avvenendo.

Giocando sul forte effetto ossimorico che può creare una stanza colorata ed accogliente quando viene messa sullo stesso piano di un luogo sudicio, sporco di sangue, nel quale forse una donna è tenuta prigioniera, il clima creato dal film è da subito altamente disturbante e claustrofobico, forte anche di una giovane protagonista, Carolina Sala, in grado di esaltare ogni minima evoluzione che il suo personaggio subisce.

Degna di nota è poi la scelta di incentrare l’intero svolgimento della trama tra soli tre personaggi (in cui svetta anche l’interpretazione del veterano Tommaso Ragno), spesso in aperto e aspro conflitto tra loro e per questo comprimari nell’accrescere uno stato di tensione al limite del disturbante.

Thriller a tinte horror che prova, seppur con qualche incertezza, a sensibilizzare riguardo al disagio giovanile mischiandolo a elementi pop della generazione Z e a continui colpi di scena, “Vetro” è disponibile in tutti i cinema italiani dal 7 aprile.

Battuta migliore: “Pensi che sia un vizio stare chiusa qui dentro?”

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