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Arte

Il confronto

Bergamo, gli artisti e il futuro della cultura sul territorio

Alla luce di questa tavola rotonda, il panorama artistico bergamasco chiede sicuramente più attenzione, ma propone anche strade su cui lavorare per non fare mancare la propria voce nel momento impegnativo ma stimolante, e necessario, della ripresa post-Covid

Bergamo. Nel contesto di Bergamo Arte Fiera 2022 si è tenuta la tavola rotonda sul tema “Il ruolo degli artisti per la crescita culturale del nostro territorio”, promossa dal regista Alberto Nacci, con la partecipazione di Romina Russo, consigliere delegata alla Cultura della Provincia di Bergamo, Giorgio Berta, presidente della Fondazione Donizetti, gli artisti Valentina Persico e Ugo Riva e lo stesso Alberto Nacci.

Alla presenza di un nutrito pubblico si è parlato di prospettive di lavoro e orizzonti di ricerca in ambito artistico, delle istanze individuali e delle responsabilità istituzionali nel quadro di un rilancio del settore della cultura, delle arti visive e performative anche in vista di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

Romina Russo ha messo in luce i progetti di respiro turistico e culturali della Provincia per la promozione del territorio, a partire dal format “Terre di Baschenis” fino ai percorsi ciclopedonali che raggiungono Brescia attraversando numerosi siti di interesse.

Mentre Giorgio Berta, dopo una disamina sulle modalità di riapertura del teatro cittadino e sulle stagioni in cartellone, ha auspicato che sia possibile accogliere in teatro un pubblico specifico, come gli anziani delle RSA anche al mattino per spettacoli o per assistere alle prove, o anche aprire le porte a iniziative non performative, come le arti figurative.

In questo contesto istituzionale si è inserito il confronto tra gli artisti invitati al dibattito. Valentina Persico non ha esitato a definire “terribile” il rapporto tra gli artisti e gli enti civici, precisando che è difficilissimo ottenere spazio pubblici in cui esporre e spesso è altrettanto arduo trovare referenti a cui rivolgersi per interloquire ed esprimere le esigenze degli artisti. Spesso sul territorio le occasioni espositive, secondo Persico, dipendono piuttosto dalla qualità delle relazioni personali con chi si occupa d’arte, prevalentemente gli artisti stessi, con i quali si instaurano rapporti di dialogo e collaborazione. “È comunque molto importante continuare a cercare il dialogo con gli enti pubblici, nonostante le difficoltà”, ha sottolineato l’artista bergamasca.

Lo scultore Ugo Riva, poi, non ha fatto sconti a nessuno, sottolineando “la polverizzazione” del contesto in cui ciascun artista si muove in modo autonomo, senza riuscire così ad essere “credibile” rispetto alle istituzioni. La sua analisi della comunità degli artisti sul territorio mette in evidenza la necessità di essere rappresentati diversamente, perché “solo la partecipazione, la qualità, la solidarietà tra noi possono portare a un cambiamento radicale con le sorde istituzioni”.

Un passo in questa direzione vuole essere il docufilm Voci d’artista di Alberto Nacci, primo step di un progetto più ampio dal titolo Volti d’artista in cui saranno coinvolti cento artisti (“cinquanta uomini e cinquanta donne”, tiene a precisare il regista) per la creazione del primo archivio storico multimediale sull’arte a Bergamo. Il progetto potrebbe preludere alla nascita a Bergamo di una “Casa degli Artisti” in cui sia possibile conoscere i protagonisti della vita culturale della città. “In una ricerca condotta durante il lockdown del 2020 – ha spiegato Nacci – ho verificato che in questa provincia gli artisti con una attività espositiva di almeno cinque anni sono oltre 180 e il mio obiettivo è raccogliere la voce, il volto, il pensiero di tutti quelli che operano sul nostro territorio”. Nel 2023 potrebbe essere proposto al pubblico l’esito di questo progetto di un regista con l’amore per l’arte, il jazz, il cinema.

Alla luce di questa tavola rotonda, il panorama artistico bergamasco chiede sicuramente più attenzione, ma propone anche strade su cui lavorare per non fare mancare la propria voce nel momento impegnativo ma stimolante, e necessario, della ripresa post-Covid.

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