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Atalanta: niente gol, niente Europa. Finale amaro, ma anche annunciato fotogallery

Lo specchio di una stagione, per un attacco che non punge più. Zapata ha fatto quello che poteva. Il rigore? Solo l'arbitro non ha visto...

Finisce con la festa del pubblico, che è il miglior spettacolo di una serata molto amara.

La festa alla squadra che va fuori dall’Europa ma, un po’ come succede in certi concorsi, invece della coppa i tifosi rendono omaggio alla carriera: un tributo che dura parecchi minuti, sotto la Curva Pisani e anche dagli altri settori del Gewiss Stadium, con il coro “Grazie ragazzi” scandito più volte a celebrare, comunque, i nerazzurri di Gasperini.

Proviamo a capire il perché di questa eliminazione ai quarti di finale?

Succede che per la prima volta in questa stagione l’Atalanta non fa gol nelle partite internazionali. E quindi puoi anche avere lo zio d’America, Steve Pagliuca copresidente che col presidente Antonio Percassi fa passerella sotto la Nord, prima della partita. Però in Europa non vai avanti, se non fai gol: nemmeno in Champions League era capitato, dalle sfide col Villarreal al Manchester United, alla doppia sfida con lo Young Boys, per non parlare di Olympiacos e Bayer Leverkusen poi e anche a Lipsia, in Europa League.

Quello che era il segreto, della forza della Dea, diventa quest’anno il suo tallone d’Achille.

Pochi gol, troppo pochi per restare in alto in classifica in Serie A, eppure fino al 12 gennaio (Udinese-Atalanta 2-6) l’Atalanta era al quarto posto con tre punti di vantaggio sulla Juve e a due punti dal Napoli, terzo. Dopodiché la squadra ha continuato a due velocità: forte in Europa, ad andamento lento in campionato. È mancato il perno dell’attacco, Zapata, fino a domenica scorsa.

Duvàn è tornato titolare e per la prima volta in Europa League, a Bergamo contro il Lipsia. Ma non è colpa sua se l’Atalanta non ha vinto e non ha fatto gol. Zapata ha fatto quello che doveva e poteva un attaccante che rientra da un lungo infortunio e si ritroverà, tornerà quello di prima, fra due-tre partite.

Purtroppo, come a Sassuolo, non hanno funzionato i suoi compagni d’attacco, là Boga e Miranchuk, contro il Lipsia di nuovo Boga e Malinovskyi.

Gasperini ha tenuto in caldo il principe dei bomber dalla panchina, Muriel, che in questo momento però è anche il più efficace, è stato lui a fare gol a Lipsia come anche contro il Sassuolo. Ecco, questo è un po’ il punto interrogativo, naturalmente non abbiamo la controprova che il tandem colombiano Zapata-Muriel (l’aveva suggerito anche Nicolini) avrebbe funzionato.

Altro punto interrogativo: Freuler ad inseguire invano Laimer sulla corsia di sinistra, nell’azione del primo gol, che è sembrata uno scherzo per il Lipsia da tradurre in rete col solito Nkunku.

Si è ribaltata perciò la partenza di Lipsia, dove era stata la Dea a fare gol nello stesso periodo (17′ là, 19′ qui). Non solo la partenza: in Germania i tedeschi hanno trovato il pari su autogol di Zappacosta al 13′ del secondo tempo e anche a Bergamo si poteva andare sull’1-1, se l’arbitro avesse concesso un rigore che non ha visto solo lui. A quel punto Gasp ha giocato anche la carta Muriel, che ha dato qualche idea in più ma non è bastato per sbloccare lo zero dei gol nerazzurri.

Non è stata una bella partita, sicuramente hanno pesato molto le tensioni per la qualificazione in gioco. Il Lipsia ha potuto fare il suo gioco, molto chiuso e pronto a contropiede velocissimi. L’Atalanta è caduta nella sua trappola, alla fine ha concesso un altro rigore come all’andata, che aveva propiziato la rete del pareggio.

Certo non era l’Atalanta delle migliori occasioni. Tanto possesso palla, ma poi impacciata e bloccata al momento di trovare un varco per concludere a rete. L’unica vera azione di Boga che si ricordi è il dribbling per conquistare la punizione prima battuta da Koopmeiners e, qualche metro più avanti per un fallo di mano, riprovata da Malinovskyi. Troppo poco, dall’ex Sassuolo, più adatto al contropiede che a saltare difese ben schierate.

Ma sul braccio di Olmo si sono spenti i sogni dei Gaspboys. “Siam bergamaschi e non conosciam confine”, cantavano i tifosi a Pagliuca. Come dire che, anche se non sarà più in Champions, l’Atalanta può contare sempre sulla sua gente, che l’ha sostenuta anche quando era in C.

Adesso la botta è dura da smaltire, ma bisogna rialzarsi e finire la stagione a testa alta, come (nonostante il risultato) la Dea ha provato contro il Lipsia.

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