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Top&flop

Anche l’Euro-Atalanta si spegne

Se la squadra orobica aveva tentato di fare all-in sull'Europa League tralasciando mentalmente di fatto il campionato (vedasi la prestazione di Reggio Emilia risalente a qualche giorno fa) e questo è il risultato, forse sono stati fatti i conti sbagliati.

Cala il sipario. Anche questa stagione l‘Atalanta rimarrà a mani vuote senza trofei. E questa eliminazione per molti suona come la fine di questo ciclo Gasperini.

Se la squadra orobica aveva tentato di fare all-in sull‘Europa League tralasciando mentalmente di fatto il campionato (vedasi la prestazione di Reggio Emilia risalente a qualche giorno fa) e questo è il risultato, forse sono stati fatti i conti sbagliati.

La gara contro il Lipsia  al Gewiss Stadium non è altro che la fotocopia di tante altre partite giocate e perse nello stesso modo durante questa stagione. Una partenza propositiva con squadra arrembante, degli avversari che tengono le linee basse per poi ripartire in contropiede.

Un copione già scritto e riscritto in modi più o meno identico da varie formazioni arrivate all’ombra delle Mura. Un atteggiamento che negli anni ha spesso premiato l’Atalanta. Va detto che era l’Atalanta del miglior attacco d’Italia, quella della verve offensiva sempre accesa, quella delle rimonte quasi sempre riuscite.

Questa compagine da dicembre, tra mille difficoltà, non è più la stessa e quindi di questo atteggiamento ne escono solo i difetti. Per esempio affrontare una squadra molto forte e veloce in contropiede con la linea alta, uno contro uno a tutto campo diventa autolesionista (notare la cavalcata quasi indisturbata di Laimer nell’azione del primo gol di Nkunku).

È vero che sono concetti, ma forse sarebbe servito più spirito di adattamento, come quello mostrato a Leverkusen, e più accortezza. Oltre ciò a mancare è sempre la lucidità che consente ai migliori di fare la giocata giusta, è l’imprevedibilità che permette di sbloccare una difesa solida.

Fare la cronaca del match è dunque quasi inutile, basterebbe ripescare il commento alla gara con il Napoli di due domeniche or sono. Nkunku con una doppietta regala il pass per la semifinale alla squadra teutonica spegnendo i sogni di gloria atalantini.

Nonostante ciò e nonostante l’ennesimo pasticcio arbitrale (fallo di mano di Dani Olmo non giudicato penalty da Lahoz) ai danni dei nerazzurri l’Atalanta esce tra i commoventi applausi del pubblico: la sensazione è che non fosse tanto un applauso per la prestazione in sè, che forse di apprezzamenti non ne merita più di tanti, ma per le emozioni generali vissute di questi anni.

Quasi sicuramente questo ciclo di Gasperini è da considerarsi finito. Ma non per forza questa notizia deve deprimere l’ambiente. I cicli non possono essere eterni. Se però dal negativo si accetta e si prende atto che un periodo è finito e si riparte con idee chiare, può cominciare un nuovo ciclo. Indipendentemente da come andranno le ultime sette gare di campionato, serviranno riflessioni. Sarà il momento delle scelte forti. Quel che va detto è che questa stagione non può essere considerata positiva. Per le ambizioni, per la qualità della rosa, per le scelte di mercato fatto, questa squadra avrebbe potuto fare di più. Servirà ricostruire per bene cercando di capire anche anche intenzioni della nuova proprietà.

Intanto a Pasquetta contro l’Hellas Verona diventa fondamentale rialzarsi e provare con le forze residue ad acchiappare la qualificazione europea tramite la Serie A.

TOP E FLOP

Le prestazioni dei singoli sono mediamente insufficienti. L’attacco non azzecca la serata in nessuno dei suoi elementi: Zapata è preda dei difensori avversari, compie quasi sempre lo stesso movimento e viene puntualmente intercettato; Boga non si accende quasi mai continuando ad essere molto fumo ma niente arrosto; non bene nemmeno Malinovskyi, il quale ha un tiro pregevole ma non lo utilizza mai per provare la soluzione da fuori area.

La spinta e l’apporto delle fasce è pressoché nullo: Hateboer non ha tecnica, Zappacosta non ha piglio e determinazione. Anche per il numero 77 il girone di ritorno si tratta di un’involuzione incredibile. Si salva lo spirito dei senatori Freuler, De Roon e Palomino che comunque non riescono a tenere in piedi la baracca.

LE PAGELLE

Musso 5
Hateboer 5
Demiral 6 (Scalvini 6)
Palomino 6
Zappacosta 5
Freuler 6 (Pasalic SV)
De Roon 6
Koopmeiners 5,5
Boga 5 (Miranchuk 5)
Malinovskyi 4,5 (Muriel 5,5)
Zapata 5,5

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