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Verso la presidenza

L’elegante passo indietro di Olivo Foglieni: “Per il bene di Confindustria”

Olivo Foglieni, 60 anni, a capo del Gruppo Industriale FECS, fa un passo indietro e ritira la propria disponibilità a guidare Confindustria Bergamo: via libera all'unica candidatura che si concentra su Giovanna Ricuperati

Nel 1805, nella famosa battaglia di Trafalgar, l’ammiraglio Horatio Nelson fece issare sulla sua nave la celebre frase “England expects that every man will do his duty”. Tradotta suona così  “L’Inghilterra si aspetta che ognuno compia il proprio dovere”.

Deve averla pensata più o meno così anche Olivo Foglieni, uscendo lunedì pomeriggio dalla sede di Confindustria Bergamo, al Kilometro Rosso, dopo aver incontrato i saggi dell’associazione, i past president: Carlo Mazzoleni, Alberto Barcella ed Ercole Galizzi.

I tre saggi si stanno occupando del confronto tra i due associati, Giovanna Ricuperati e Olivo Foglieni appunto, che hanno dato la propria disponibilità a guidare Confindustria Bergamo per i prossimi anni e che sta dividendo l’associazione degli imprenditori.

“Confindustria si aspetta che ognuno compia il proprio dovere” deve aver pensato tra sé Foglieni, e quindi ha deciso: “Faccio un passo indietro, per il bene dell’associazione”.

Perché questa decisione?

Perché sono un imprenditore e vedo di fronte a noi, all’orizzonte, delle difficoltà per la nostra industria manifatturiera. Non solo bergamasca, ma lombarda e italiana. Non abbiamo tempo da perdere in duelli o competizioni che possano dividerci. Avevo dato la mia disponibilità, ma ritengo inutile e dannosa una competizione mentre il nostro mondo imprenditoriale ha di fronte sfide importanti che richiedono unità e compattezza. Non sono interessato a un ruolo di leader a tutti i costi, quindi faccio un passo indietro per far sì che Confindustria possa andare avanti ed espletare quello che è il bene comune di tutti gli associati.

La divisione che si è creata la spingerà ad allontanarsi dalla associazione?

Non ci penso minimamente. Sono parte di Confindustria e continuerò ad esserlo.

Si è sentito con Giovanna Ricuperati?
No.

Se le chiedesse di affiancarla?

Ho sempre dato la mia disponibilità e continuerò a farlo con chi me lo chiederà. Se il futuro presidente lo riterrà opportuno, sappia che può contare su di me.

Foglieni, che cosa vede all’orizzonte?

Noi siamo una provincia con un importante e forte manifatturiero, uno dei principali in Europa, e votato all’export. Come Paese abbiamo un deficit energetico che paghiamo carissimo, siamo ricattati da tutti e costretti a chiedere gas e petrolio per poter far funzionare i nostri stabilimenti. La pandemia e la guerra non aiutano di certo la situazione. Per questo il futuro presidente di Confindustria deve avere serenità e compattezza per poter affrontare le sfide. Ci aspettano tempi in cui non basterà rivoltarsi le maniche, bisognerà staccarle.

Lei che presidente sarebbe stato?

Chi mi conosce sa che sono un tipo concreto, mi piacciono i progetti realizzabili. Mi ero messo in gioco, ma senza un mandato unitario non avevo nemmeno ipotizzato una squadra.  Sia chiaro, non temo le sfide, i duelli, le competizioni, ma qui si tratterebbe di perdere tempo in un confronto quando l’associazione invece ha bisogno di certezze e compattezza.

Ritiene che il suo sia un gesto di eleganza nei confronti dell’altro candidato?

Direi di umiltà e di servizio verso l’associazione.

Che cosa l’ha spinta a candidarsi?

Come detto, spirito di servizio. Oggi dare la propria disponibilità a Confindustria è fare un dono all’associazione, il dono del tempo che sottrai alla tua azienda. Un’azienda con 450 dipendenti, sette stabilimenti. Progetti, investimenti e sfide non mancano, ma ritenevo giusto impegnarmi per dar voce a industriali come me. Ora guardiamo avanti, ognuno faccia bene la propria parte per il bene di tutti.

Proprio come l’ammiraglio Nelson.

CHI È

Ultimo di 5 fratelli, Olivo Foglieni, classe 1961, entra in azienda come operaio nel 1983.
Tramite un’operazione di management by-out nel 1999 rileva il ramo d’impresa specializzato nel recupero di alluminio da rottame ed ora è a capo del Gruppo Industriale FECS leader, con 7 stabilimenti in Italia e in Europa, nella raffinazione di metalli ferrosi e non trattando più del 20% dell’alluminio riciclato in Italia.
FECS è emblema di un’economia circolare perfetta dal rifiuto al design.

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