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L'inchiesta

“Yara, sul Dna nessun depistaggio”: la procura di Venezia chiede di archiviare il caso

Né le verifiche né i testimoni hanno fatto emergere la prova che, da parte degli indagati, ci sia mai stata la volontà di distruggere o danneggiare quei 54 campioni di Dna estratti dagli slip e dai leggings di Yara. Gli avvocati di Bossetti possono opporsi

Nei procedimenti giudiziari successivi all’omicidio della piccola Yara Gambirasio “non è emersa alcuna prova di un piano orchestrato allo scopo di depistare eventuali nuove indagini difensive, lasciando intenzionalmente deperire il Dna di Ignoto 1”. Per questo, la Procura di Venezia ha chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito in seguito alla denuncia presentata da Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della 13enne di Brembate Sopra.

Indagati per frode in processo e depistaggio sono finiti il presidente della Prima sezione penale del Tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, e la funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di reato, Laura Epis. Ma ora è lo stesso D’Ippolito a chiedere l’archiviazione delle accuse, perché “né le verifiche né i testimoni hanno fatto emergere la prova che, da parte degli indagati, ci sia mai stata la volontà di distruggere o danneggiare quei 54 campioni di Dna estratti dagli slip e dai leggings di Yara, e che hanno costituito la prova-principe”, riporta l’Ansa.

Gli avvocati di Bossetti possono opporsi, a decidere sarà il giudice. Intanto, sull’esame e sulla verifica della conservazione dei reperti chiesti dalla difesa, la Cassazione ha rimandato ancora una volta gli atti a Bergamo.

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