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L'analisi

Atalanta, i soci americani e i rapporti di forza nel cda: l’interesse per il Chelsea lascia perplessi

Fonti inglesi darebbero addirittura Pagliuca disposto a cedere parte della propria quota per concentrarsi sulla big d'Oltremanica

Lo zio Tom, alias Mr. Pagliuca, è il nuovo bomber dell’Atalanta. Quello che per intenderci è pressoché mancato nella mutevole stagione della Dea.

Dopo l’1 a 2 dal campo di Reggio Emilia, il 3 a 4 dalle stanze del potere (3 sono i consiglieri bergamaschi; 4 quelli facenti capo al fondo americano) riporta il tifoso nerazzurro nella realtà di uno stringato comunicato che nulla dice salvo definire i nomi di chi comandanel Cda della società Atalanta.

Nulla dice, ma qualcosa sì: e conferma che non ci si poteva illudere su assetti diversi, al di là dei proclami e degli striscioni.

Allora: quattro americani o di tale provenienza manageriale contro i superstiti tre bergamaschi che, con Antonio e Luca Percassi, mantengono almeno per ora le rispettive poltrone insieme al commercialista Mario Volpi, figura irrinunciabile in questo momento per competenza e professionalità nel campo dei numeri.

E proprio i numeri sono quelli che contano quando si parla di investimenti. D’altronde un certo Pitagora al liceo ci ha insegnato che la giustizia è la proprietà dei numeri.

Infatti fino a prova contraria le regole societarie valgono a Bergamo come oltre oceano, perché il governo di una società anche di calcio, è affidato alle cifre, alle quote.

E si dovranno rassegnare (lo faranno?) i piccoli azionisti tra i quali alcuni (i Radici, i Selini…) rappresentavano non tanto i loro pacchetti azionari, ma la storia e la dedizione anche quando i risultati sportivi non erano quelli di oggi. Peraltro con noti vincoli di parentela con il “padrone” dell’Atalanta Antonio Percassi il quale, con una decisione sicuramente sofferta, ha fatto una scelta da imprenditore nel momento giusto per dedicare alla società un futuro stimolante.

Questo è quello che ci è dato sapere: sulla validità delle scelte i commenti si sprecano, ma come sempre il tempo sarà una specie di giudice di Cassazione.

Il tempo lasciamo al nuovo azionista di maggioranza il quale, diversamente dalle altre nuove proprietà nelle società di calcio italiane, ha fatto un investimento oneroso ma non certo un salvataggio perché anche l’ultimo bilancio approvato parla di utili reali.

Caso mai fioccano domande e perplessità sul manifestato interesse da parte del nuovo gruppo di comando (il fondo Bain Capital) nei confronti del Chelsea (fonti inglesi lo darebbero addirittura disposto a cedere parte della propria quota nell’Atalanta per concentrarsi sulla big d’Oltremanica): sarebbe un’altra storia che limita gli entusiasmi.

Il tutto a 48 ore da quello che Gian Piero Gasperini ha definito lo spartiacque (espressione tutta da decifrare) sul suo immediato futuro. Il mister, che rimane imprescindibile, ci è apparso molto diplomatico nelle dichiarazioni e negli atteggiamenti dalla panchina.

Ma giovedì sera servirà più grinta e meno equilibrio a squadra e al pubblico delle grandi occasioni perché il sogno dell’Europa League non rimanga tale.

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