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La proposta

Up2Stars, il programma di Intesa Sanpaolo per l’accelerazione delle start-up

Stefano Barrese: “Con questa seconda call di Up2Stars intendiamo selezionare ed accelerare le realtà imprenditoriali emergenti che stanno sviluppando progetti dedicati ad Agritech e Foodtech, per favorire una nuova assimilazione di innovazione sostenibile e circolare anche nella filiera agroalimentare, nuovi asset strategici capaci di rispondere alle nuove emergenze dettate dal contesto politico-economico e per cogliere in pieno le opportunità offerte dal PNRR”

Parte oggi la seconda call di Up2Stars, il nuovo programma di accelerazione e valorizzazione delle startup innovative, ideato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center.

Dedicata alle startup attive nel settore della Bioeconomia applicata ad AgriTech e FoodTech, la seconda call di Up2Stars punta a cogliere e sviluppare progetti e team di innovazione provenienti da un segmento particolarmente ricco di opportunità per molte economie specializzate e, soprattutto, fertile di progettualità circolare e sostenibile applicata all’eccellenza del made in Italy e delle produzioni tipiche DOP e DOCG.

La pandemia da Covid-19 ha reso infatti ancora più evidente la necessità di ripensare il modello di sviluppo economico in una logica di maggiore attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale. In questo contesto assume rilevanza la Bioeconomia, ovvero il sistema che utilizza le risorse biologiche, inclusi gli scarti, per la produzione di beni ed energia: la sua natura fortemente connessa al territorio, la sua capacità di creare filiere multidisciplinari integrate nelle aree locali e di restituire, grazie a un approccio circolare, importanti nutrienti al terreno, la pongono come uno dei pilastri del Green New Deal lanciato dall’Unione Europea, al centro anche di molti progetti del PNRR italiano. Up2Stars vuole stimolare il potenziale di innovazione che le startup possono generare a supporto della trasformazione delle filiere nazionali, nel quadro della transizione digitale ed ecologica indicata dal PNRR ed in risposta alle crescenti aree di criticità che il quadro
economico internazionale presenta sul fronte agroalimentare.

Sviluppato nell’arco dell’intero anno in 4 call bimestrali, Up2Stars prevede un processo di autocandidatura, selezione, accelerazione e networking totalmente gratuito e rivolto a startup attive nei settori identificati come strategici per l’economia del nostro Paese. Numerose le adesioni alla prima call di Up2Stars, dedicata a Digitale e Industria 4.0: oltre 230 le startup che si sono autocandidate sul sito di Intesa Sanpaolo, superando di gran lunga le previsioni. Si tratta di startup che operano in settori innovativi e strategici come l’Intelligenza Artificiale, la Realtà Aumentata, della Manifattura Digitale, la Cybersecurity, che intendono cogliere l’opportunità offerta da Up2Stars di essere accompagnate in un percorso di crescita con partner di progetto di altissimo livello, per arrivare preparate all’incontro con i potenziali investitori.

LASECONDACALLDELPROGRAMMA“Up2Stars”
Con Up2Stars il Gruppo mette a frutto l’esperienza accumulata, le partnership strategiche e tutti gli strumenti a disposizione per supportare la crescita delle startup facilitando il loro accesso a investitori, alle aziende clienti ed ai prodotti e servizi bancari a disposizione. Il programma punta ad individuare e favorire l’accelerazione delle migliori startup attive nei segmenti industriali innovativi – Digitale e Industria 4.0; Bioeconomia con focus su AgriTech e FoodTech; Medtech e Healthcare; Aerospace – e a sviluppare quelle con migliori prospettive di posizionamento competitivo e crescita, capaci di creare nuove opportunità per fare impresa e generare nuova occupazione.

Per ciascuna call verranno selezionate al massimo 10 startup, per un numero complessivo di 40.

La seconda call, attiva dall’11 aprile al 22 maggio, è dedicata alla selezione delle startup attive nei settori dell’AgriTech & FoodTech specializzate in:
– AGRICULTURE & FARMING (including livestock): agricoltura di precisione e rigenerativa, fertilizzazione biologica, droni e sensoristica, vertical / urban farming, allevamento sostenibile, allevamento smart, salute animale;
– MACHINERY & APPLIANCES FOR FARMING: automazione e robotica, embedded devices & IoT, connettività macchinari;
– SAFETY & SECURITY: soluzioni per ispezione e diagnosi, soluzioni per tracciabilità e controllo qualità, conservanti e additivi naturali, sustainable packaging (bio-based, biodegradable, re-usable), active packaging, food flavouring, food sanitizers, odor management;
– NUTRITION & HEALTH: nuove fonti di proteine non animali, sugar alteratives, functional foods, superfoods, soluzioni zero-waste, food waste management, biodiversità;
– USER EXPERIENCE: food logistics (servizi per la mobilità, distribuzione e consegna), foodtainment (AR/VR, marketing), social fooding, meal kit, consumer dietary technologies.

Le autocandidature registrate accedendo alla pagina dedicata su www.intesasanpaolo.com/it/business.html verranno valutate sulla base di cinque punti: Team (competenze complementari, impegno e risorse proprie, capacità di coinvolgere advisors idonei); Opportunità di mercato (dimensioni e previsioni di crescita del mercato target, go-to-market, panorama della concorrenza); Prodotto (esigenza a cui si intende far fronte, design e innovazione, vantaggi competitivi, stadio di sviluppo); Difendibilità (barriere d’ingresso quali proprietà intellettuale, se applicabile, altrimenti time-to-market e traction o altro); Piano Economico (piano quinquennale con ipotesi solide, uso dei fondi raccolti, ROI strategy).

Al termine di ciascun percorso di accelerazione, ogni bimestre, è previsto un Demo Day di presentazione delle startup accelerate ad una platea di investitori e imprese. Up2Stars concluderà il ciclo con un evento di valorizzazione e celebrazione finale delle 40 startup selezionate e accompagnate in un percorso di crescita che consentirà loro di incontrare coach, mentor e investitori, creare networking e favorire incontri con imprese mature.

Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo: “L’innovazione è un fattore strategico cruciale anche per il settore agroalimentare, pilastro della nostra economia a cui da sempre Intesa Sanpaolo dedica strutture, risorse, progettualità e servizi. Nell’ambito della nostra Direzione Agribusiness, centro di eccellenza dedicato all’agricoltura, abbiamo creato anche una struttura dedicata allo sviluppo e monitoraggio di servizi di agritech e di digitalizzazione del mondo agricolo, proprio per cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia. Negli ultimi due anni, segnati dalla pandemia, abbiamo assistito ad una notevole accelerazione del processo di trasformazione tecnologica in molti settori della nostra economia, che ha reso sempre più impellente il bisogno di un ecosistema di startup di altissimo livello. Con questa seconda call di Up2Stars intendiamo selezionare ed accelerare le realtà imprenditoriali emergenti che stanno sviluppando
progetti dedicati ad Agritech e Foodtech, per favorire una nuova assimilazione di innovazione sostenibile e circolare anche nella filiera agroalimentare, nuovi asset strategici capaci di rispondere alle nuove emergenze dettate dal contesto politico-economico e per cogliere in pieno le opportunità offerte dal PNRR”.

L’IMPEGNO DEL GRUPPO VERSO LE STARTUPE L’INNOVAZIONE
Up2Stars si colloca nel più ampio quadro di risorse e progetti che Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center da anni dedicano allo sviluppo delle potenzialità delle startup in sinergia con investitori, corporate, incubatori, acceleratori e università, per favorire la necessaria integrazione tra distretti, territorio e impresa. Oggi più che mai il Gruppo focalizza la propria strategia sull’innovazione e sulla ricerca applicata all’impresa, che rappresentano la chiave del successo futuro del sistema produttivo italiano. Per questo, Intesa Sanpaolo ha aderito come socio fondatore ai Centri Nazionali di Ricerca, in fase di costituzione su bando del MUR nell’ambito dei finanziamenti previsti dal PNRR.

Tra le azioni specifiche di Intesa Sanpaolo verso le startup c’è l’attività di Neva SGR, con cui la Banca progetta e gestisce fondi di investimento per investitori professionali con un capitale committed di oltre cento milioni di euro. Il Gruppo è inoltre intervenuto su un fondo di investimento per startup ad elevato contenuto tecnologico innovativo, che operano su trend con prospettive di crescita esponenziali. Un altro progetto dedicato alle giovani realtà imprenditoriali innovative è Start Up Initiative, il programma di accelerazione internazionale creato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, che seleziona e forma startup ad alta tecnologia preparandole ad entrare in contatto con potenziali investitori e partner industriali. A disposizione delle startup anche prodotti di finanziamento dedicati come Convertibile Impresa, che può finanziare tutti i programmi e le tipologie di investimento collegati ai piani di avvio e sviluppo del business fino all’80% degli importi documentati. Il prodotto si rivolge inoltre alle startup che già operano in un contesto di venture capital e che stanno valutando di aumentare il proprio capitale prevedendo anche l’ingresso di nuovi soci.

IL RUOLO DI INTESA SANPAOLO INNOVATION CENTER
Il percorso di accelerazione vede Intesa Sanpaolo Innovation Center, centro di competenza del Gruppo Intesa Sanpaolo, in un ruolo-chiave nella realizzazione del programma, nella supervisione del percorso di accelerazione e la sua partecipazione alla fase di selezione, nonché la fornitura della piattaforma digitale di candidatura per le startup.
Un ruolo coerente con quanto realizzato a partire dal 2014 nell’affiancare la crescita delle startup in un mercato molto competitivo, anche grazie alla forte rete internazionale che Innovation Center ha consolidato negli anni.

L’ACCELERATOREGELLIFYEILNETWORKDIPARTNERSHIPSTRATEGICHE
Il percorso di ciascuna startup selezionata da Up2Stars sarà erogato dal partner per l’accelerazione Gellify e prevede un piano personalizzato di contenuti e la mentorship di esperti di settore.
I partner Microsoft Italia, Cisco e Opening Future -iniziativa finalizzata al sostegno e alla crescita del digitale in Italia in partnership con Google Cloud e Noovle, cloud company del Gruppo TIM – metteranno a disposizione delle startup servizi e strumenti utili all’accelerazione (es. cloud, licenze sw, Formazione tech, servizi di indicizzazione).

ELITE –Gruppo Euronextoffrirà la possibilità di partecipare nella Lounge esclusiva in partnership con Intesa Sanpaolo presso la sede di Borsa Italiana, per accompagnare le startup in percorsi di formazione, crescita dimensionale e apertura al mercato dei capitali e, con Intesa Sanpaolo Innovation Center, forniranno supporto formativo e l’organizzazione di incontri con partecipazione attiva delle startup agli eventi e nel percorso di accompagnamento e sviluppo.

BIOECONOMIA – AGRITECH E FOODTECH
(a cura della Direzione Studio e Ricerche Intesa Sanpaolo)
Secondo le stime presentate nel Rapporto “La Bioeconomia in Europa”, la Bioeconomia in Italia nel 2020 ha generato un output pari a circa 317 miliardi di euro, occupando poco meno di due milioni di persone. Dopo aver chiuso il 2019 con un incremento dell’1,4%, nel 2020 la Bioeconomia ha perso nel complesso il 6,5% del valore della produzione, un calo inferiore rispetto a quanto segnato dall’intera economia (-8,8%): il peso della Bioeconomia in termini di produzione è pertanto salito al 10,2% rispetto al 10% del 2019 e al 9,9% del 2018. In tutti i paesi europei il valore della Bioeconomia ha registrato un calo meno rilevante rispetto al totale dell’economia (-4,3% per il Regno Unito, -3,1% per la Germania, -3% per la Spagna, -2,3% per la Francia e +3,3% per la Polonia), evidenziando una maggiore resilienza allo shock pandemico, grazie alla natura essenziale di molte delle attività di questo metasettore, con risultati che dipendono sia dalla severità della pandemia e delle relative misure di contenimento, sia dalla differente composizione della Bioeconomia nei diversi paesi. Le performance settoriali risultano, infatti, molto diversificate: la filiera agro-alimentare, che in Italia rappresenta oltre il 60% del valore della Bioeconomia, è risultata meno colpita dalla crisi generata dalla pandemia (nonostante la chiusura della ristorazione a valle), così come le utilities (energia, acqua, rifiuti) e la filiera della carta (grazie al sostegno dei prodotti per utilizzisanitari e del packaging, visto il boom del commercio online). Il sistema moda, che riveste un ruolo particolarmente importante per l’Italia, è invece il
settore che registra la flessione più accentuata, a causa della chiusura della fase distributiva, del blocco negli arrivi di turisti stranieri e delle modifiche nelle preferenze d’acquisto dei consumatori.

La rilevanza della filiera agro-alimentare
La filiera agro-alimentare è uno dei pilastri della Bioeconomia, generandone oltre la metà del valore della produzione e dell’occupazione e svolgendo, oltre alla funzione primaria della nutrizione e della salvaguardia della salute, un ruolo fondamentale per la protezione della biodiversità, la cura del territorio e la trasmissione dell’identità culturale.

Nel 2020 il sistema agro-alimentare italiano ha generato un valore aggiunto di circa 64 miliardi di euro e ha occupato oltre 1,4 milioni di persone, con un peso sull’economia rispettivamente del 4,3% e del 5,7%. Il valore dei prodotti agroalimentari nei mercati finali al consumo ha un’incidenza sul PIL pari all’11%. L’agro-alimentare vede l’Italia al terzo posto per valore aggiunto tra i paesi europei (dopo Francia e Germania) e al quarto in termini di occupati, superata da Romania e Polonia (oltre che Germania), paesi a vocazione ancora fortemente agricola.

In particolare, nell’Agrifood italiano, che contribuisce per il 12% al totale valore aggiunto europeo del settore, lavora il 9% dei lavoratori europei, distribuiti per circa due terzi nel primario a monte e per circa un terzo nella trasformazione. La produzione agro-alimentare italiana è caratterizzata, da un lato, da una maggior specializzazione in prodotti ad elevato valore aggiunto, e dall’altra (a parità di produzioni), da prodotti di maggiore qualità. Con un totale di 875 Cibi e Vini certificati, il nostro Paese è il primo in Europa per prodotti DOP, IGP e STG. A livello economico, secondo
le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, la “DOP economy” in Italia vale oltre 17 miliardi di euro.

La ricerca della qualità che caratterizza la produzione agro-alimentare italiana ha portato anche ad incrementare l’attenzione al biologico. L’agricoltura biologica non è solo una risposta valida al bisogno di sicurezza alimentare dei consumatori, ma sta dimostrando di poter contribuire alla definizione della strategia per attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’Italia in questo campo è tra i leader europei: i terreni destinati alle coltivazioni biologiche convertiti o in corso di conversione sono quasi 2 milioni di ettari, un’estensione di poco inferiore a Francia e Spagna, ma in percentuale molto maggiore (il 15,2%) sulla superficie agricola utilizzata. La produzione italiana è sostenuta da marchi e brand prestigiosi che portano in sé valori culturali, sociali e ambientali riconosciuti in tutto il mondo. Ciò ha portato ad un incremento della propensione all’export del settore agro-alimentare italiano negli ultimi anni anche se è necessario fare un “distinguo” tra lato agricolo e industria alimentare.

La produzione agricola nazionale non è sufficiente a soddisfare sia i consumi domestici che la domanda dell’industria alimentare, pertanto il miglioramento del saldo commerciale dell’industria alimentare ha portato specularmente ad un deficit sul lato agricolo. Tuttavia, il crescente successo sui mercati internazionali (trainato dal vino) ha portato già dal 2019 in positivo la bilancia
commerciale complessiva dell’agro-alimentare italiano, e nel 2020 l’avanzo commerciale si è consolidato portandosi a oltre 3 miliardi di euro rispetto agli 0,5 del 2019 (+10,8 il saldo dell’industria alimentare a fronte di un deficit sul lato agricolo di -7,5 miliardi).

Il ruolo dell’innovazione
L’alimentare e bevande italiano riveste un ruolo importante, nel panorama europeo, anche in termini di capacità innovativa: nonostante la ridotta dimensione, le imprese italiane presentano nel 2019, secondo le stime su dati Eurostat, una spesa per R&S pari all’1% circa del valore aggiunto, in significativo aumento rispetto allo 0,6% del 2010. Questo dato colloca l’Italia sopra la Francia e la Germania e sotto i Paesi Bassi. Secondo i dati dell’ultima inchiesta comunitaria sull’innovazione, relativa al 2018, l’Italia si colloca in prima posizione tra i grandi player europei anche per
quanto riguarda la percentuale di imprese dell’alimentare e bevande che hanno introdotto innovazioni di processo. La capacità innovativa si riflette anche nella nascita di nuovi player, come mostra il dato sulle start-up innovative sia della Bioeconomia che della filiera-agroalimentare. Si è infatti osservato un forte sviluppo di start-up innovative negli ultimi anni: l’aggiornamento al febbraio 2020 delle stime basate sul Registro delle Start-Up Innovative attribuisce alla Bioeconomia una quota dell’8,7%, pari a 941 dei soggetti innovativi iscritti, con una continua crescita che culmina con una quota vicina al 17% nei primi due mesi del 2020.

La maggior parte delle start-up della Bioeconomia è attiva nella R&S e nella consulenza, comparto che, da solo, rappresenta oltre il 50% del complesso dei settori, con ben 496 startup innovative. Segue il settore dell’alimentare e bevande con 119 soggetti e il mondo dell’agricoltura (con 81 start-up innovative pari all’8,6%), confermando la centralità della filiera agri-food nel mondo della Bioeconomia. Nei settori a monte della produzione agro-alimentare (agricoltura, silvicoltura e pesca) ci sono molti casi di innovazione, sia dedicati ai processi (come una particolare attenzione all’agricoltura di precisione e alla tracciabilità) sia dedicati alla valorizzazione della biomassa e alla creazione di nuovi prodotti. Per quanto riguarda il settore a valle dell’alimentare, molte start-up innovative guardano ad esempio allo sviluppo di una dieta più salutista e sostenibile, basata sui vegetali, e/o sull’utilizzo di microalghe. Vi sono poi anche start-up specializzate esclusivamente nella R&S delle proprietà terapeutiche o preventive degli alimenti, oltre a start-up che fanno consulenza ai produttori sulla nutrizione clinica o degli integratori. Il potenziale offerto dalle nuove tecnologie (dalle tecnologie digitali ai nuovi materiali), unito ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, sta sicuramente offrendo un grande range di opportunità alle start-up innovative attive nella filiera agro-alimentare.

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