Bergamo. “L’Odissea non è qualcosa che leggi. È qualcosa che hai nelle viscere”. Inizia così il racconto di Andrea Pennacchi, regista teatrale, drammaturgo e attore capace di navigare tra teatro, cinema e tv.
Squisitamente umano, spontaneo e ironico, Pennacchi, il volto veneto di Propaganda Live, ha riproposto sul palco del Teatro Donizetti una personalissima versione del mito dei miti, quello che ha consacrato Omero nell’olimpio glorioso dei poeti.
“Una piccola Odissea”, spettacolo prodotto da Teatro Boxer inserito nella rassegna di eventi speciali promossa dalla Fondazione Teatro Donizetti, è il racconto che tutti, anche e soprattutto da adulti, vorremmo ascoltare prima di andare a dormire. Il mare, la magia, la nostalgia di casa, i mostri e gli eroi. È cosa nota che il celebre poema omerico abbia tutti gli ingredienti per essere a pieno titolo una storia immortale.
Pennacchi ha il merito di aver reso più umano l’eroe apparentemente irraggiungibile. Odisseo non è solo un sovrano, è un uomo a cui non mancano le fragilità. Il multiforme dall’ingegno acuto è anche un cruento guerriero, un padre amorevole, un amico e un amante. In queste sfaccettature ognuno può ritrovare una parte di se stesso e iniziare a navigare con l’immaginazione.
La voce narrante dell’attore veneto ha avuto sul palco tre validi alleati: Giorgio Gobbo alla chitarra e voce (autore delle musiche), Annamaria Moro al violoncello e Gianluca Segato alla lap steel guitar. La Piccola Odissea è giunta a destinazione grazie al vento musicale costante in grado di dare la giusta risonanza a ogni singola parola del racconto.
Tra momenti comici e di sconforto Pennacchi ha regalato la sua versione dell’Odissea, che arriva dritta al cuore del pubblico. In mezzo alle peripezie di Ulisse e della sua flotta ci sono gli ultimi anni di pandemia, la guerra in atto, la crisi climatica e ogni questione dei nostri tempi. Il nostro mondo è diventato una vera Odissea e ora tutti noi siamo naviganti.
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