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Focus Economia

Innovazione

D/Vision Lab, l’informatica per “vedere” i dati: Tac 3D e monitoraggio di parametri numerici

Al Point di Dalmine dal 2020. Simone Manini: “Un’avventura cominciata un po’ per caso che si è poi rivelata la scelta giusta”.

“Elaboriamo centinaia di migliaia di dati e ci occupiamo della loro visualizzazione, specialmente in 3D, in modo da facilitarne la comprensione”.

Detta così, quella sviluppata da D/Vision Lab, impresa innovativa incubata al POINT-Polo per l’Innovazione Tecnologica di Dalmine gestito da Bergamo Sviluppo, appare un’operazione meccanica, capace tuttavia di aprire a soluzioni che, appunto, prima nemmeno si “vedevano”.

“Prendiamo il nostro ambito di applicazione principale, quello medicale – spiega Simone Manini, uno dei fondatori di D/Vision Lab – Dagli ospedali, dalle radiografie e da altri tipi di esami diagnostici, emergono una mole incredibile di dati. Quello che facciamo noi è prenderli, elaborarli e ricavarne una forma grafica accessibile. Una tac in tre dimensioni, ad esempio: non il classico documento in bianco e nero, in due dimensioni, ma un’immagine a colori e tridimensionale in cui poter osservare i dettagli degli organi interni con un’aderenza molto alta alla realtà. Affianchiamo medici e tecnici offrendo un supporto tecnologico che supporta e facilita il loro lavoro, e mettiamo a disposizione strumenti in grado di fornire informazioni aggiuntive rispetto a quelli più tradizionali: questo tipo di prodotti dà ai professionisti della sanità una grossa mano nella diagnosi, e li aiuta a progettare meglio gli interventi chirurgici”.

Parliamo di ricostruzione 3D di organi colpiti da tumore come il fegato e il pancreas, per esempio, che questo tipo di visualizzazione rende più chiara e reale la zona sui cui intervenire.

Un altro ambito di intervento è quello legato ai dati da dispositivi IoT (Internet of Things): “Per esempio – spiega Manini – a partire dall’utilizzo di sensori e telecamere, installate negli edifici o su particolari macchinari, che raccolgono informazioni legate all’umidità o altri tipi di dati: ne ricaviamo una mappa molto dettagliata, utile a chi deve monitorare attentamente l’evoluzione di questi parametri”.

D/Vision Lab nasce a novembre del 2019, “appena in tempo per l’inizio della pandemia di Covid-19 – commenta Manini –, anche se a conti fatti non ne siamo stati particolarmente colpiti: il lavoro, salvo qualche lieve flessione, non è mai mancato ed eccoci ancora qui. Oggi lavoriamo con importanti Istituti di Ricerca come il Mario Negri e la Fondazione Aims dell’Ospedale Niguarda, oltre che con grosse aziende del campo medicale italiano: una di queste, la GMM con sede a Seriate, è anche diventata nostra socia acquisendo il 20% nel capitale, motivo per cui collaboriamo al suo reparto di Ricerca e Sviluppo. Ora puntiamo a crescere anche nel settore industriale”.

La squadra di D/Vision Lab si è allargata negli ultimi due anni e mezzo fino a comprendere sette persone, tra cui i tre soci fondatori: oltre a Simone Manini, classe ‘80, ingegnere informatico, anche Mattia Ronzoni, ingegnere biomedicale di dieci anni più giovane, e Alessandro Re, dell’’85 con un dottorato in Informatica.

d/vision Lab
Da sinistra: Mattia Ronzoni, Simone Manini, Alessandro Re e Daniele Ciriello

“Eravamo ex colleghi di un’azienda bergamasca specializzata nell’IT – racconta Manini –, quando è nata l’idea di aprire una startup innovativa. Dal gennaio 2020 siamo all’interno dell’Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo, un’avventura incominciata un po’ per caso quando cercavamo uno spazio di co-working, ma che poi si è rivelata la scelta giusta: i servizi di consulenza specialistica legata agli aspetti finanziario e fiscale, ai brevetti per i software e alla proprietà intellettuale, ma soprattutto l’accesso a fiere e conferenze internazionali ci ha consentito di rafforzare la nostra attività di impresa e di aprirci al mercato”.

Il mercato c’è, ciò che mancano sono le competenze scientifiche e tecnologiche. “Troviamo poche persone con una certa esperienza nel nostro settore, e questo è davvero un peccato”.

Subito dopo scatta il consiglio ai giovani in età di formazione: “Non abbiate timore, lanciatevi e mettetevi alla prova”, chiosa Manini. Quando ci sono i contenuti, l’impresa è (ancora) possibile.

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