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Confai Bergamo

L'incontro

Confai Bergamo, assemblea annuale a Grassobbio

Bolis (presidente Confai): "Produttori agricoli chiamati a far fronte ad un maggior fabbisogno di materie prime alimentari a causa delle difficoltà che si stanno registrando nei commerci transfrontalieri”

“Mentre perdurano gli effetti striscianti della crisi indotta dalla pandemia, il più che deteriorato clima internazionale pone in evidenza una congiuntura nella quale i produttori agricoli sono chiamati a far fronte ad un maggior fabbisogno di materie prime alimentari a causa delle difficoltà che si stanno registrando nei commerci transfrontalieri”: cosí si è espresso Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo, tracciando un panorama del settore agricolo provinciale in vista dell’assemblea annuale dell’associazione. Quest’ultima tornerà a svolgersi in presenza, il prossimo 10 aprile a Grassobbio, dopo due edizioni celebrate in modalità a distanza.

Una delle principali criticità che sta mettendo a dura prova le imprese, non solo agricole, riguarda i prezzi dell’energia. “Il fenomeno non nasce esclusivamente dalle recenti vicende belliche – fa notare peraltro il presidente Bolis -. L’aumento dei costi di produzione legati ai prezzi del gasolio e delle altre fonti energetiche ha generato uno stato di tensione permanente sull’attività delle imprese agromeccaniche e agricole a partire dal secondo semestre 2021”.

I numeri relativi alla performance dell’agricoltura bergamasca nella passata annata agraria non sono certo incoraggianti. “Se è vero che il fatturato lordo globale appare formalmente in leggera crescita nel 2021, per complessivi 25 milioni di euro – chiarisce Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo -, in realtà possiamo dire di trovarci di fronte ad un mero aggiustamento di poco più del 4%. Non dimentichiamo infatti che nel 2020 la congiuntura Covid aveva generato una perdita consistente nel giro d’affari complessivo del settore primario, sceso a circa 520 milioni di euro rispetto agli oltre 600 milioni del 2019. Detto in altri termini, anche il 2021 è stato un anno in cui numerose imprese hanno dovuto registrare perdite significative nei propri bilanci”.

Nel corso dell’assemblea sarà dato conto delle tendenze in atto nei principali comparti dell’agricoltura bergamasca. Le perdite più significative si riscontrano ancora una volta nell’ambito delle produzioni animali – fanno notare i tecnici dell’associazione -. Confai rinnova l’allarme per una crisi della zootecnia bergamasca che non accenna ad attenuarsi. “Rimane particolarmente critica – ribadisce Cattaneo – la situazione del comparto lattiero, nel quale il prezzo alla stalla corrisposto agli allevatori nel 2021 ha coperto con difficoltà i costi dell’alimentazione,  generando di fatto una perdita nella maggior parte degli allevamenti bergamaschi”.

Una notizia parzialmente positiva in un quadro generale di forte tensione è arrivata nei giorni scorsi dall’Unione Europea. In risposta alle richieste avanzate dalle rappresentanze sindacali europee, sono state approvate le prime misure concrete per ridurre la dipendenza dei paesi UE dalle importazioni di prodotti agricoli strategici. L’evoluzione della crisi ucraina e le conseguenti perturbazioni nei mercati delle commodities hanno spinto infatti le istituzioni di Bruxelles ad aumentare le superfici investite a seminativi. Ciò è stato possibile grazie ad una deroga rispetto alle norme europee sulla diversificazione colturale e sull’obbligo dell’inverdimento nelle aree d’interesse ecologico.

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