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Mondonico 9 marzo 1947 - 29 marzo 2018

“Il Mondo? Un grande, mi ha fatto crescere. Atalanta-Napoli, sono punti che pesano”

Parla Massimo Carrera, sette anni con la Dea e uno sotto il Vesuvio. "Con Emiliano ho fatto anche il centravanti. Ma è dura giocare senza Zapata e Osimhen"

Bergamo. L’hanno definita la partita della svolta, verso lo scudetto e chissà se l’Atalanta sarà arbitro della lotta per il titolo o se potrà anche tornare a inserirsi nella corsa per la Champions: Atalanta-Napoli da tanti anni non è una sfida qualsiasi, è stata anche una finale di Coppa Italia 35 anni fa. E domenica sarà una ripresa di campionato da brividi, al Gewiss.

Oggi, però, 29 marzo, il ricordo corre anche a Emiliano Mondonico, scomparso quattro anni fa, allenatore per sette anni della Dea e per un anno del Napoli. Giriamo la palla a uno dei suoi ex, Carrera.

Chi era il Mondo, Massimo?

Un grande allenatore, il mio primo allenatore all’Atalanta. Sono arrivato a Bergamo a 32 anni, non ero più un ragazzino. Ma lui mi ha dato consigli, mi ha fatto crescere e lo ringrazio ancora.

Carrera che arrivava dalla Juve, per ricominciare col Mondo atalantino e con cuore anche granata. Come ha preso l’Emiliano questo nuovo arrivo da Torino?

Ma no, ogni tanto mi prendeva in giro per questo, il mister amava scherzare ma il mio passato alla Juve non era un problema.

Carrera era il regista della difesa, eppure qualche volta col Mondo è andato a fare anche il centravanti.

Ride, l’ex capitano nerazzurro: “In realtà è successo una volta in Coppa Italia, non così spesso. Però sì, io negli allenamenti mi divertivo a giocare all’attacco e allora ogni tanto capitava di cercare anche questa soluzione”.
Se dovesse fare un paragone con gli allenatori attuali di Atalanta e Napoli? “Ho avuto il Gasp compagno di squadra a Pescara, posso giudicare solo per quel che vedevo sul campo. Sicuramente il Mondo aveva un carattere molto ambizioso”.

E non ha mai avuto occasione di allenare la Nazionale?

Penso che non l’abbia mai presa in considerazione.

L’Atalanta di allora (quella col Mondo, 1996-97) e quella di oggi?

Avevamo tanti giovani del vivaio, abbiamo fatto una striscia di dieci partite senza prendere gol. Era una bella squadra con tanti giocatori di valore, non solo Inzaghi che è diventato capocannoniere della Serie A, c’erano Morfeo, Lentini, Sgrò e altri ancora. Poi, certo, il calcio si è evoluto, adesso c’è più intensità. Io nell’Atalanta ho giocato sette anni, diversa l’esperienza col Napoli nel 2003 appena venuto via da qui, eravamo in B e la società aveva molti problemi. Non era il Napoli di oggi….

Quando si parla anche di partita che può essere decisiva per la lotta scudetto. E’ così?

E’ una partita importante per rimanere attaccati alla corsa per il titolo, però ce ne sono ancora tante da giocare. Il Napoli sta facendo bene, ma anche l’Atalanta ha ritrovato morale dopo la vittoria di Bologna.

Senza Zapata da una parte e senza Osimhen dall’altra: sono assenze così pesanti?

Direi proprio di sì, Zapata sa tenere palla, sa giocare per la squadra, un po’ come succede al Napoli con Osimhen. L’Atalanta ha dovuto cambiare e provare con Muriel ma è un gioco diverso, non è la stessa cosa: fosse stata un’assenza solo di due partite, quella di Duvàn, non sarebbe stato un problema trovare le alternative. Anche Boga non ha lo stesso ruolo, è più un esterno, non un centravanti come Zapata.

E il Napoli senza Osimhen?

Attaccante rapido, veloce, che sa risolvere da solo le partite. Anche loro hanno provato tante alternative, ma non esiste un centravanti come Osimhen.

Allora che partita sarà, Atalanta-Napoli? Peseranno molto queste assenze, sarà una sfida molto tattica?

Non credo: sono due squadre che amano giocare, non fanno calcoli. Quindi una gara aperta a qualsiasi risultato. Chiaro che se punti a vincere il campionato devi vincere gli scontri diretti e il Napoli non può sbagliare, però anche l’Atalanta ha bisogno di punti.

Per centrare l’Europa, se le quattro davanti sono troppo lontane o si può avere ancora una speranza Champions?

Nel calcio non c’è niente di sicuro, secondo me non è ancora deciso nulla, sarà solo il campo a giudicare, questo è quello che mi dice la mia esperienza.

Ma Carrera, dopo aver vinto il campionato in Russia con lo Spartak Mosca, poi ha allenato in Grecia l’Aek Atene e per poco tempo in Italia il Bari, che progetti ha? Allenare in Serie A?

Per ora niente. E’ vero, mi manca l’Italia. Vediamo cosa succede, io aspetto.

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