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Emergenza ucraina

Marinoni: “A Bergamo porte aperte per i medici ucraini rifugiati”

Un decreto consente ai sanitari dell’Ucraina di esercitare temporaneamente la professione in Italia. Il presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo: “Massima disponibilità”

Bergamo. “Le porte per i colleghi ucraini rifugiati sono aperte: se servisse, siamo pronti ad accoglierli fra noi in questo periodo difficile”. Così il dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo, esprime apertura ai medici e ai professionisti sanitari che potranno avere la necessità di lasciare l’Ucraina per trovare rifugio in territorio italiano a causa della guerra che si sta combattendo nel loro Paese.

In base a quanto previsto dal decreto Misure urgenti per l’Ucraina pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, potranno esercitare – fino al 4 marzo 2023, – la professione medica in Italia in via temporanea. “È consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio scorso che intendono esercitare nel territorio nazionale, in strutture sanitarie pubbliche o private, una professione sanitaria o socio sanitaria in base a qualifica conseguita all’estero regolata da direttive Ue” – specifica il provvedimento.

Le strutture sanitarie interessate potranno procedere al reclutamento temporaneo di tali professionisti, muniti del passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati, con contratti a tempo determinato o con incarichi libero professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa. Nel decreto, inoltre, viene precisato che le strutture stesse forniranno “alle regioni e alle province autonome, nonchè ai relativi Ordini professionali, i nominativi dei professionisti sanitari reclutati ai sensi del presente articolo”.

Questa opportunità trova favorevole il dottor Guido Marinoni che commenta: “Le porte per i colleghi ucraini rifugiati sono aperte: se servisse, siamo pronti ad accoglierli fra noi in questo periodo così difficile. L’esercizio della professione è normato da disposizioni ben precise: per loro, che arrivano da un Paese al di fuori dell’Unione Europea, il riconoscimento dei titoli e delle qualifiche richiede lo svolgimento di procedure complesse e articolate. I tempi sarebbero lunghi e, in questa fase di emergenza, il decreto permette loro di esercitare – temporaneamente – la professione in Italia. Le pratiche verranno svolte successivamente in modo che, al momento, si possa agire con la necessaria rapidità”.

“Considerando la situazione in cui si trova l’Ucraina – aggiunge il dottor Marinoni – non penso che arriveranno in Italia molti medici ucraini. Credo che gran parte di loro rimarrà sul posto per prestare soccorso alla popolazione. Oltre ad accogliere chi troverà rifugio nel nostro Paese, è fondamentale dare sostegno umanitario, anche con l’impegno di medici che dall’Italia si rechino in Ucraina per fornire tutto il supporto di cui c’è bisogno”.

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