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L'intervista

Variante Covid Omicron 2, Benigni: “Molto contagiosa, buona protezione con tre dosi di vaccino”

La sottovariante in circolazione adesso tocca il 58% del contagiati bergamaschi

“Omicron 2 è molto contagiosa e si sta diffondendo rapidamente. I vaccini autorizzati dall’Ema, considerando la somministrazione delle tre dosi, riescono a darci una buona protezione, ma la copertura risulta inferiore rispetto a quella che fornivano contro la Delta”. Così la dottoressa Ariela Benigni, dell’Istituto Mario Negri, si esprime sulla sottovariante di Omicron BA.2, che sta prendendo velocemente il posto dell’originaria Omicron BA.1.

In base agli ultimi dati disponibili, raccolti grazie alla collaborazione fra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e l’Asst Bergamo Est, nei giorni scorsi è arrivata a determinare il 58% dei casi positivi nella provincia di Bergamo. Abbiamo intervistato la dottoressa Benigni chiedendole di tracciare il punto della situazione.

Cosa sappiamo di questa nuova variante?

La variante BA.1, cioè l’Omicron originaria, in Lombardia è apparsa lo scorso dicembre, quando si è scoperta la sua presenza nelle acque reflue. Inizialmente è circolata in sordina, ma nell’arco di poche settimane ha cominciato a diffondersi rapidamente: a gennaio ha determinato l’80% dei casi su scala nazionale e l’88% nella nostra regione. A febbraio, poi, ha sostituito completamente la variante Delta, che fino a quel momento era stata prevalente. Parallelamente è emersa la BA.2, chiamata anche Omicron 2, che differisce dalla prima per alcune peculiari mutazioni.

E che diffusione ha avuto questa variante?

A gennaio i casi determinati da Omicron 2 erano pari a zero, mentre a febbraio sono saliti al 9% e ora la percentuale di positivi nella provincia di Bergamo è il 58%. Al momento, in base all’ultimo report di Regione Lombardia, interessa il 63% dei casi.

Cosa la differenzia da Omicron 1?

È più trasmissibile, risulta molto contagiosa ma non sembrerebbe più pericolosa. Bisogna utilizzare il condizionale perché la variante Omicron, sia 1 sia 2, è emersa quando gran parte della popolazione si era vaccinata. Non è così ovvio che sia stata l’elevata copertura vaccinale a renderla meno severa o se di per sé sia meno aggressiva. In Germania, per esempio, l’infezione da variante Omicron si associa a un significativo aumento dei decessi probabilmente dovuto anche alla minor percentuale di vaccinati rispetto a noi. E anche la situazione di Hong Kong va in questa direzione.

In che senso?

La variante Omicron è molto diffusa a Hong Kong, dove si è raggiunto il tasso di mortalità per milioni di abitanti più elevato al mondo. In 24 ore si sono contati 249 morti su 7,2 milioni di abitanti, una popolazione di poco inferiore a quella della Lombardia. Questo dato probabilmente è dovuto al fatto che il governo della provincia di Hong Kong nei mesi scorsi era riuscito a tenere sotto controllo l’andamento della pandemia adottando una linea molto rigida, sullo stile della Cina continentale, ricorrendo a lockdown e a rigide chiusure, mentre ora le restrizioni non ci sono più. Ma va considerato anche un altro aspetto.

Quale?

A gennaio a Hong Kong solo il 20% degli over 80 era vaccinato con due dosi e pochissimi con la terza. Per le vaccinazioni, inoltre, è stato utilizzato il vaccino cinese, che ha un’efficacia minore rispetto a quelli autorizzati dall’Ema. Quindi, possiamo ipotizzare che in alcuni Paesi Omicron abbia colpito duramente perché sono state messe in atto misure di contenimento più blande, ma anche e soprattutto perchè ci sono meno vaccinati e sono stati usati vaccini meno efficaci.

I vaccini approvati dall’Ema ci proteggono da Omicron 2?

Le tre dosi di vaccino riescono a darci una buona protezione, ma la copertura risulta inferiore rispetto a quella che fornivano contro la variante Delta, sia in termini di anticorpi sia di cellule della memoria. Va evidenziato, comunque, che il vaccino evita di contrarre la malattia in forma severa e in parte ha un effetto di ridurre la probabilità di contagio. Per i non vaccinati, invece, il pericolo resta superiore come dimostrano Germania e Hong Kong.

Per concludere, sarà necessario aggiornare i vaccini?

Le industrie farmaceutiche stanno lavorando a nuovi vaccini e in vista del prossimo inverno potrebbe essere utile avere un vaccino aggiornato. Bisognerà, però, monitorare le prossime evoluzioni della pandemia, perché non è possibile produrre un vaccino per ogni variante. Per questo, penso che sia necessario valutare la situazione in base alla durata e alla diffusione delle varianti.

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