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Confcooperative Bergamo

Il punto

Cooperative centenarie, tra flessibilità e capacità di leggere il territorio

“La capacità di leggere il territorio e le esigenze che esprime, la flessibilità di trasformarsi per poter restituire la risposta attesa”, evidenzia il presidente di Confcooperative Bergamo, Giuseppe Guerini

Superano abbondantemente i 100 anni di vita, arrivando a toccare perfino i 135 anni. Le cooperative bergamasche sono realtà longeve, che attraversano la storia di intere generazioni, dimostrando alcune peculiarità: “La capacità di leggere il territorio e le esigenze che esprime, la flessibilità di trasformarsi per poter restituire la risposta attesa”, evidenzia il presidente di Confcooperative Bergamo, Giuseppe Guerini. 

Nel territorio bergamasco sono venti le coop che, dati aggiornati al 2022, spengono 100 o più candeline: Cooperativa Agricola di Calvenzano, la Cooperativa Case Operaie di Bergamo, la Cassa Rurale Banca di Credito Cooperativo di Treviglio e la Banca di Credito Cooperativo Bergamo e Valli, solo per citare le coop fondate a fine Ottocento.

Tre le ultime a potersi dire centenaria, la Latteria sociale di Calvenzano che, come dice il suo presidente, Ernesto Gusmini, “ha raggiunto un traguardo importante”.

Cooperative, una storia di trasformazione

“Le nostre cooperative – sottolinea Guerini – dimostrano una propensione alla longevità. E la storia che raccontano è ricca di significato. Sono imprese nate con bassa capitalizzazione e una certa fragilità, pertanto la possibilità di durare nel tempo non era scontata. Al contrario di ciò, l’esperienza di queste cooperative dimostra che hanno saputo far crescere il proprio patrimonio, grazie al lavoro delle singole persone. Un patrimonio che passa di generazione in generazione, proprio per l’assetto fondante le cooperative per cui il valore che viene generato resta indivisibile, tenendo unita una compagine sociale”.

“Da evidenziare – prosegue Guerini – l’evoluzione di queste imprese, molte delle quali erano nate come circoli cooperativi, spazi di welfare aziendali collegati al dopo-lavoro, oppure per acquistare prodotti a prezzi calmierati, quando ancora non esisteva la grande distribuzione organizzata”.

Queste trasformazioni riguardando anche le realtà più durature: “La Cooperativa di Calvenzano, la nostra decana con 135 anni di storia, non svolge più funzioni legate all’agricoltura, bensì è ora il più importante operatore di gestione degli immobili del Comune. Da attore che inizialmente rispondeva ai primari bisogni dei contadini, oggi diventa strumento con cui assicurare accesso alla casa e di mantenimento della qualità del territorio”.

Generico marzo 2022

Dalle Coop senior un insegnamento per le giovani

Le cooperative, aggiunge Guerini, “sono imprese che nascono per rispondere a specifici bisogni ed è fondamentale importante che sappiano cambiare a seconda dei bisogni che il territorio esprime nel corso del tempo. Quando era forte la necessità di sostenere i contadini, importante era il ruolo delle cooperative agricole. Quando poi è emersa l’esigenza di accesso a beni e servizi, sono sorte le cooperative di consumo e per la casa. Poi sono via via nate cooperative specializzate nei servizi di welfare e per il domani ci auguriamo che si diffondano imprese di accesso alle forniture con comunità energetiche”.

La storia di queste cooperative “senior” deve essere un insegnamento le giovani: “Le imprese abitano il territorio, lo vivono, non sono soltanto insediate. Per poter aver lunga vita devono essere attori in grado di cogliere i bisogni”.

Così è stato per la Latteria di Calvenzano.

Latteria di Calvenzano, dal 1922 a oggi

“Era il 19 Febbraio 1922 quando i nostri padri e i nostri nonni compresero l’importanza di unire le forze per poter avere un’autonomia nella gestione delle aziende agricole”, racconta il presidente della Latteria Sociale di Calvenzano.

Le tappe di questa lunga storia sono molte: “La prima tappa è sicuramente quella che collochiamo nel periodo tra il 1922 e il 1945 – continua Ernesto Gusmini – La gran parte della popolazione si occupava ancora di agricoltura e per soddisfare le necessità dei soci, delle loro famiglie e della popolazione di Calvenzano la Latteria produceva i propri formaggi, dando l’opportunità agli agricoltori del territorio di avere un caseificio locale dove conferire il proprio latte”.

La seconda fase si colloca tra il 1945 al 1952, con il trasferimento della sede dal centro del paese all’attuale posizione. “Ancora l’agricoltura forniva beni di sola sussistenza, ma lo sviluppo e la crescita era spinto dalla voglia di rinascita del Paese. In quel momento, la Latteria introduceva parallelamente l’allevamento suino e la produzione di salumi”.

Il 1988 è stato poi il successivo aggiornamento dell’impianto con la costruzione dell’attuale caseificio. La lavorazione con macchine tecnologicamente più moderne ed efficienti ha permesso l’aumento di capacità produttiva e il miglioramento della qualità dei prodotti.

L’ultima tappa di costruzione del caseificio è poi terminata nel 2019 con la realizzazione del reparto stagionatura che ha permesso di completare il ciclo produttivo dei formaggi. “Con questa lavorazione – afferma Gusmini – tutto il ciclo di produzione viene realizzato dalla nostra cooperativa: prevedere che anche la stagionatura avvenga al nostro interno completa la filiera, garantendo la perfetta tracciabilità del formaggio”.

Nella sua storia la Latteria, oltre a garantire il ritiro e remunerazione di tutto il latte dei soci, ha reso accessibili a tutti servizi e tecnologie che nel tempo si andavano diffondendo, ma che per molti soci con una piccola mandria non sarebbero stati accessibili.

Il chilometro zero e Pandemia

“La Latteria di Calvenzano è stata uno dei precursori del concetto di prodotto commercializzato direttamente al consumatore finale – evidenzia – Nel 1966 è stato realizzato un negozio dove trovare formaggi e salumi genuini a prezzi accessibili a tutti. Il negozio completamente rinnovato 7 anni fa è un punto di riferimento per il territorio con prodotti genuini con la garanzia della filiera dalla terra alla tavola”.

Gli ultimi anni hanno messo la Latteria di fronte alla crisi pandemica: “Con il lockdown del 2020 e la chiusura di tutte le attività vi è stata una grossa diminuzione delle richieste di prodotto. E qui voglio rimarcare l’impegno di tutti a non sospendere il ritiro del latte alle aziende. La nostra cooperativa ha fatto grandi sforzi, ha cercato collaborazioni esterne con altre società cooperative, ha cercato con la forza dello stare assieme di superare la difficoltà. Anche lo spaccio ha svolto non solo una funzione commerciale, ma anche una funzione sociale fornendo alimenti e derrate a domicilio per tutto il periodo del lockdown. In questo momento abbiamo preso coscienza di un nuovo modo di lavorare: portare il prodotto sempre più vicino al consumatore”.

Ed è proprio da questo periodo sfavorevole che si sviluppa un nuovo concetto di km 0. “Non solo è un dato legato alla distanza fisica fra produttore e consumatore ma che amplia il concetto a una vicinanza come elemento di ricerca dell’alimento prodotto a livello territoriale. Ed è qui che la cooperazione agricola deve svolgere un nuovo ruolo”.

Una rete per affrontare le nuove sfide

“La nuova frontiera per la distribuzione di massa è quella di portare la spesa a casa – sostiene Gusmini – La GDO Italiana e alcune sono già a un buon livello organizzativo. Anche il mondo produttivo dell’agroalimentare deve evolvere verso una promozione diretta al consumatore finale. Crediamo sia necessario trovare nuove sinergie tra il mondo della cooperazione dei consumatori e quelle degli agricoltori”.

Sicuramente, conclude, “servono sempre maggiori collaborazioni perché come è stato ripetuto più volte durante il periodo della pandemia nessuno ce la fa da solo”. E la storia della Latteria lo conferma: “I nostri padri fondatori quando la crearono lavorando assieme auspicavano i 100 anni di durata della società come testimonia il nostro statuto. Oggi li festeggiamo, con la prospettiva di migliorare sempre di più”.

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