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Brusaporto

Postino morto in moto: “Aveva iniziato il lavoro l’1 marzo, inaccettabile quanto accaduto” fotogallery

Margherita Vitale, Segretario provinciale di Uil Poste, era collega di Francesco Rossi: "Doveva finire il turno alle 21, ma non vedendolo rientrare hanno iniziato a chiamarlo sul cellulare"

Brusaporto. “Quanto accaduto a Francesco altro non è che una terribile morte sul lavoro. È inaccettabile, lo diciamo da tempo, e noi dipendenti di Poste Italiane dobbiamo fare i conti tutti i giorni con carenze stutturali, sia a livello di personale che di mezzi”.

A parlare è Margherita Vitale, Segretario provinciale della Uil Poste, che insieme a Francesco Rossi, il giovane postino di 21 anni deceduto venerdì pomeriggio mentre faceva il giro di consegne, ci lavorava.

“Aveva iniziato il primo di marzo – racconta, ancora profondamente turbata dalla notizia -. Prima aveva lavorato un paio di mesi a Bergamo e tre settimane fa era stato spostato a Seriate, che è l’ufficio di riferimento anche per la zona di Brusaporto. Aveva un contratto a tempo determinato e questo fa ancora più rabbia: non si può morire così, per un contratto che non sai nemmeno se ti rinnoveranno”.

Venerdì Francesco aveva iniziato il turno alle 13.30: “Doveva finire alle 21, solitamente i postini rientrano un po’ prima di timbrare il cartellino per sistemare i mezzi e i documenti. Alle 20 circa Francesco non era ancora tornato, così i colleghi hanno iniziato a chiamarlo al cellulare ma lui non rispondeva, nemmeno sul palmare delle Poste era rintracciabile. Così hanno iniziato a preoccuparsi”.

“Era un ragazzo a modo, molto educato – racconta Vitale -. Era nuovo e noi abbiamo cercato fin da subito di farlo sentire a suo agio, lo coinvolgevamo e gli facevamo qualche battuta per farlo sentire parte del gruppo. Quello che gli è successo è davvero una disgrazia e noi siamo tutti sconvolti per la sua morte”.

“Come sindacato il nostro obiettivo non è diminuire, non è ridurre ma azzerare le morti sul lavoro – conclude il Segretario -. Questa è la lotta della vita, è la battaglia per la civiltà del lavoro. Lo diciamo da tempo e lo sosteniamo da sempre”.

Anche il sindaco di Brusaporto Roberto Rossi è molto colpito dalla tragedia: “Francesco era il figlio di Giovanni Rossi, storico consigliere comunale: una famiglia per bene e lui non poteva che essere un ragazzo per bene. La nostra comunità è molto unita e siamo tutti davvero sconvolti per quanto accaduto. Andrò sicuramente a far visita alla famiglia per porgere le condoglianze sia a livello personale che a nome di tutto il paese”.

Francesco Rossi lascia nel dolore il papà Giovanni, la mamma Marina, i fratelli Alessandro, Cristiano e Marco: i funerali si svolgeranno lunedì alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Brusaporto.

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