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Venerdì pomeriggio

Cibo e aiuti, psicologi e veterinari: partita la missione bergamasca per i profughi ucraini in fuga con gli animali fotogallery

Nel pomeriggio di sabato arriveranno a Przemyśl, in Polonia: torneranno in Italia con 10-12 nuclei familiari, ai quali sarà assicurato sostegno psicologico e assistenza veterinaria per cani e gatti

Tonnellate di cibo e aiuti di prima necessità per le famiglie ucraine che sono riuscite a fuggire dalla guerra in direzione della Polonia e che nei momenti drammatici della fuga non hanno voluto abbandonare i propri amici a quattro zampe.

Dall’inizio del conflitto a venerdì 18 marzo sono state 2.041.391 i profughi che hanno trovato nel confine polacco un porto sicuro: cittadini di oltre 180 Paesi vi hanno trovato rifugio, compresi molti extraeuropei provenienti soprattutto da Uzbekistan, India, Vietnam, Stati Uniti, Nigeria, Afghanistan e Siria.

Tra i 38 punti di accoglienza polacchi in cui i rifugiati possono ricevere informazioni, pasti caldi, assistenza medica e alloggio c’è anche Przemyśl, punto di arrivo della missione di Animal Protection and Peace, il comitato bergamasco partito nel tardo pomeriggio di venerdì dal Lazzaretto con l’obiettivo di dare un sostegno e una nuova prospettiva di vita ai profughi in fuga con gli animali.

Un convoglio organizzato e attrezzato per ogni necessità: l’equipe medica di Croce Rossa con un’ambulanza e un pulmino, due ambulanze veterinarie, un pullman gran turismo di Zani Viaggi, tre furgoni carichi di merce che tra cibo, farmaci e prodotti di prima necessità si aggira sulle 4-5 tonnellate, automezzi specifici per il trasporto di animali, tredici volontari, tre traduttori madrelingua, un veterinario e una studentessa in medicina veterinaria che lo assiste e tre psicologi dell’emergenza dell’associazione EMDR Italia. In tutto 33 persone, che fanno riferimento anche alle associazioni Leidaa, Apa e Ambulanze Veterinarie Italiane.

Nella mattinata di sabato i primi mezzi sono arrivati a destinazione: ad attenderli, grazie a un grande lavoro di relazioni internazionali con le autorità polacche, personale già consapevole della loro missione che ha preventivamente informato le famiglie ucraine e raccolto le adesioni di chi ha accettato di fare rotta verso l’Italia.

Complessivamente arriveranno a Bergamo 10-12 nuclei familiari, una quarantina di persone circa, che saranno distribuite tra città e provincia grazie alla generosità di otto famiglie che si sono messe a disposizione per l’accoglienza: “Avremmo bisogno di altri 3-4 appartamenti entro domenica sera per le ultime sistemazioni – spiega mentre è ancora in viaggio verso la Polonia Mirella Bridda, ex presidente dell’Enpa di Bergamo che coordina il comitato – Se qualcuno fosse disponibile lo preghiamo di farsi avanti”.

Non è però l’unica necessità della missione che nonostante il caro benzina e l’improvvisa impennata dei costi preventivati ha deciso comunque di partire e confermare il proprio intento: per questo è stato messo a disposizione un iban (IT 26 D 05018 11100 000017165929) intestato al Comitato Animal Protection and Peace al quale far pervenire donazioni libere per coprire i costi vivi del viaggio, con la causale “Progetto Ucraina Pets”. 

Fanno parte del convoglio, come detto, anche tre psicologi specializzati in psicologia dell’emergenza, che operano in base al metodo EMDR, che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.

“Per questo intervento abbiamo predisposto un progetto di massima – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Marinoni – Per ciò che ci aspetta la flessibilità deve essere massima. Per questo ci siamo preparati con riunioni di psicoeducazione e appena prima di partire abbiamo terminato con un incontro di desensibilizzazione: per garantire il miglior supporto psicologico e terapeutico dovevamo essere noi per primi a essere stabilizzati rispetto all’impatto emotivo che noi stessi potremmo provare. Se noi siamo in sicurezza e protezione, anche col solo linguaggio del corpo possiamo trasmettere le stesse sensazioni alle persone che fuggono dalla guerra e sono in condizioni di forte sradicamento”.

Il fatto di avere al proprio fianco un cane o un gatto può essere un fattore di grande sostegno: “Sicuramente è una risorsa, un importante elemento protettivo – continua il dottor Marinoni – Sappiamo benissimo che il rapporto con un animale domestico ha una funzione di relazione che dà certezza e sicurezza: in un momento in cui non hanno più punti di riferimento come la propria casa e la propria terra, il poter avere con sè un animale con cui si è condiviso molto è un valore aggiunto che può dare stabilità. Un pezzetto di normalità che accompagna queste persone che non hanno più nulla. Durante il viaggio di ritorno e poi una volta accolti dalle famiglie proveremo invece ad andare più in profondità, aiutandoli a trovare un nuovo equilibrio”.

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