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Appunti e virgole

Boga coast to coast, che bel film: l’Atalanta vola sull’Eurostar

È una Dea guerriera quella che conquista la BayArena e sicuramente l'Europa vale molto di più di un'aspirina (se vogliamo rifarci ai proprietari del Bayer)

Notti magiche, inseguendo un gol… Sì, in Europa si può, la magia continua. E’ un’Atalanta guerriera quella che conquista la BayArena e sicuramente l’Europa vale molto di più di un’aspirina (se vogliamo rifarci ai proprietari del Bayer), ammesso che questa Dea fosse davvero malata. A volte un po’ stanca, come no. Ma sono umani anche loro, i nostri eroi: andassero sempre a mille, vincerebbero lo scudetto e non solo. E comunque non è semplice continuare a correre senza poter disporre del tuo primo bomber.

Eppure. Non è facile resistere, a certi livelli e l’Atalanta è stata brava a tenere la porta chiusa fino e oltre il 90′. L’allenatore del Bayer aveva detto prima della partita (che strano poi, per il calcio italiano, sentire un allenatore che parla a soli venti minuti dall’inizio dell’incontro…): “Abbiamo bisogno di molta testa ma anche di molto cuore”. Ecco, chi era allo stadio e in particolare i milletrecento bergamaschi hanno apprezzato la lucidità in ogni momento, hanno applaudito e incitato il cuore della Dea, sempre alla conquista di ogni pallone con rincorse a perdifiato per non perdere di vista l’avversario che andava, o meglio provava ad andare dritto in porta. E’ successo due volte, ma Musso è stato un gigante (e anche impenetrabile a tante critiche, in discussione fino alla vigilia per cedere il suo posto a Sportiello), con due interventi prodigiosi.

Per andare avanti in Europa bisogna saper tirare di fioretto, leggi avere ottima tecnica, altrimenti i tuoi avversari ti mangiano. Ma anche saper usare la sciabola e spazzare l’area quando serve, o magari anticipare e arrivare dove e quando gli altri non se l’aspettano, a fermarli: esemplare Demiral, un gladiatore che ha entusiasmato i già adrenalinici tifosi bergamaschi. Provate a pensare, se non fosse uscito nel secondo tempo a casa di Ronaldo, a Manchester, come sarebbe cambiato anche il destino della Champions per l’Atalanta. Chiaro, poi su Zapata si potrebbero continuare a riempire pagine.

E dove poteva essere l’Atalanta per tanti episodi dubbi sui quali ha recriminato più volte Gasperini, che poi veniva additato come un piangina? Ieri nel dopopartita per la prima volta ha alzato la voce anche Luca Percassi: “Dove possiamo arrivare? Noi continuiamo a lavorare, sapendo che non ci viene regalato nulla, anzi in questi due mesi l’Atalanta è stata fortemente penalizzata, ma ci siamo limitati al silenzio”. E ha aggiunto: “Non è scontato poter giocare in Europa, noi ce la conquistiamo in ogni partita, sapendo bene da dove veniamo”.

Certo, il Gasp ha fatto fare all’Atalanta un bel salto, quella mentalità che ci ricordava anche Roberto Bordin, l’uomo di Colonia che aveva fatto proseguire imbattuta l’Atalanta nel 1990, negli ottavi di Coppa Uefa. Così abbiamo visto una Dea subito all’attacco e brava a tenere sulle spine il Bayer nel primo tempo, anche vicina al gol se solo Muriel avesse avuto un filo di collaborazione in più, ma indubbiamente non era facile per un tipo di attacco sempre un po’ ‘arrangiato’, per la mancanza di una punta centrale di riferimento. E infatti è successo che alcuni cross hanno tagliato l’area tedesca senza che nessuno arrivasse in tempo per deviarli in rete. Altre volte ci aveva pensato Pasalic, ma non si può obiettare sulla formazione schierata da Gasperini, la miglior Atalanta possibile, la stessa che aveva vinto all’andata.

E poi, nel secondo tempo, pur senza capitan Toloi (un altro blocco muscolare) è emersa, assieme a tanto cuore, l’organizzazione della squadra. Che ha saputo soffrire e non ha subito gol, perché anche questo è un bel pregio. Poi possiamo essere d’accordo con Gasperini, quando sorridendo confessa di preferire l’Atalanta che segna un gol più degli altri…

E infine, se all’andata avevano deciso Malinovskyi e Muriel, al ritorno ecco quello che ha fatto la parte del Muriel di una volta: entro e segno. Boga coast to coast, fantastico. Imprendibile, di corsa dalla metà campo bergamasca a quella tedesca. Verso il gol, verso il miglior finale possibile, tutti sotto la Curva dei bergamaschi a festeggiare. Sull’Eurostar l’Atalanta viaggia sempre benissimo.

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