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Partiti giovedi

Bergamo, domenica in arrivo 115 orfani ucraini scampati alle bombe

I volontari dell'associazione Zlaghoda: "Per sei giorni si sono nascosti in un bunker sotto l'orfanotrofio, perché le bombe stavano distruggendo tutto"

Bergamo. Arriveranno domenica 115 piccoli profughi, orfani, tutti con un’età compresa tra i 6 e i 18 anni, vittime della guerra.

Un viaggio di speranza, di amore e di pace, quello che stanno affrontando: partiti dall’Ucraina giovedì mattina, arriveranno a Bergamo dove saranno accolti dalle autorità locali e dai rappresentanti dell’associazione “Zlaghoda”, associazione che, dall’inizio della guerra, si è fatta carico di creare un ponte umanitario per consentire non solo l’invio di cibo e beni di prima necessità ai connazionali, ma anche di creare le condizioni per accogliere i profughi, garantendo loro un futuro.

I piccoli, tutti provenienti dall’orfanotrofio di Berdiansk, una città ucraina attualmente occupata dai russi, giungeranno a destinazione con 8 accompagnatori e un tutore legale, la vice direttrice dell’istituto.

I piccoli stanno viaggiando su un convoglio di un treno di evacuazione che li porterà dall’Ucraina fino alla Polonia, dove saranno raggiunti dai volontari dell’associazione di Curno e portati a Bergamo con dei pullman. Qui, verranno divisi in 8 gruppi, ciascuno composto da 15 persone, affiancati da un accompagnatore, e portati al sicuro in strutture preposte, non in famiglie. Al momento, a rendersi disponibili, sono stati gli oratori di Badalasco e del Fornasotto (Brembate), ma sono ancora molti i luoghi da cercare per poter dare una degna sistemazione a tutti. Il fine infatti è quello di garantire un posto sicuro ai bambini e di non inserirli in un contesto familiare per non far vivere loro un nuovo trauma, quello dell’abbandono.

“Le adozioni sono illegali durante i periodi di guerra – ci raccontano dall’associazione di via Fermi 48-, e le leggi anche in materia di minori sono profondamente diverse tra Italia e Ucraina. I 47 bambini provenienti dall’orfanotrofio di Zaporizhzhia, e arrivati lunedì scorso erano già stati adottati e, pertanto, sono stati accolti nelle case famiglia. Qui la situazione è completamente diversa”.

L’associazione si sta infatti spendendo, giorno e notte, non solo per far fronte all’emergenza, ma anche per risolvere le questioni meramente burocratiche: “Stiamo cercando anche di individuare dei tutori legali, e non è semplice. Il nostro compito è quello di fare tutto quanto necessario per metterli al riparo dalle bombe, dalla guerra: dobbiamo fare il possibile e anche l’impossibile. Questi piccoli, il futuro del nostro Paese, sono vivi e salvi per miracolo. Per sei giorni si sono nascosti in un bunker sotto l’orfanotrofio, perché le bombe stavano devastando tutto”.

E, purtroppo, non è finita qui. “A dare l’allarme è stata un’assistente sociale ucraina che ci ha informato di quanto stava accadendo e con la quale siamo costantemente in contatto. Trovata la sistemazione per questi piccoli orfani, che fortunatamente sono in viaggio, dobbiamo subito preoccuparci di altri 37 che, al momento, sono a Mariupol, città che viene bombardata 24 ore su 24. Il teatro della città, come si è visto anche in televisione, è stato distrutto ed era il nascondiglio dei piccoli: a niente è valso il fatto di aver scritto sulla terra la parola bambini, per far capire ai caccia militari che l’edificio ospitava dei minori. L’hanno bombardato lo stesso. Di loro non si sa più nulla, se non che erano 37. La speranza è quella di trovarli, metterli in salvo e portarli qui da noi, a Bergamo”.

 

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