Giovedì mattina all’aeroporto di Bergamo Orio al Serio ci sono alcuni tifosi del Villarreal, reduci dall’impresa di Torino contro la Juve, che avevano festeggiato anche contro l’Atalanta lo scorso dicembre. I bergamaschi li ignorano e salgono sul volo che li porta in Germania dove in serata la Dea è attesa dal Bayer Leverkusen per il ritorno degli ottavi di Europa League.
Dopo la vittoria per 3-2 dell’andata, risicata nel risultato ma convincente come prestazione, c’è ottimismo per il passaggio del turno. L’hostess Ryanair, vedendo le tante sciarpe nerazzurre a bordo, chiude il suo annuncio al microfono con un “Forza Atalanta”, e il comandante rincara la dose con un “Adoss”. Quanto basta per caricare ulteriormente i già euforici atalantini, che rispondono con applausi e cori.
L’aereo atterra puntuale, anzi in anticipo, poco prima delle 9, a Colonia. Da lì si prende un treno fino al centro della città, dove all’uscita della stazione si può ammirare la cattedrale in stile gotico, e poi un altro convoglio per raggiungere Leverkusen.
Non tutti capiscono le indicazioni in tedesco, ma basta seguire i colori nerazzurri per raggiungere la meta. Una città poco più grande di Bergamo, a chiaro stampo industriale. Ma tanto non c’è tempo per fare i turisti. Il chiodo fisso, almeno per oggi, è la Dea.
I tifosi arrivati in volo si uniscono agli altri dei bus di “Chei de la coriera” che si sono fatti 12 ore di strada e altrettante ne faranno al ritorno, subito dopo la partita. Senza dormire.
In tutto a Leverkusen ci sono 1200 bergamaschi. Ma anche non bergamaschi, come una coppia di fratelli sulla sessantina di Bari, che ha raggiunto Bergamo in aereo e poi la Germania in autobus: “Per l’Atalanta questo e altro”, chi può dirlo più di loro.
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