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“2021 al lavoro!”

Acli e Fondazione Banca Popolare di Bergamo: 80mila euro per 24 borse lavoro fotogallery

La restituzione della campagna "2021 al lavoro" in collaborazione con la Fondazione Banca Popolare di Bergamo

Bergamo. Ottanta mila euro per 24 borse lavoro che hanno permesso ad altrettante persone disoccupate di rientrare nel mondo del lavoro.

È questo il bilancio della campagna “2021 al lavoro!” promossa da Acli Bergamo in collaborazione con Fondazione Banca Popolare di Bergamo a sostegno di soggetti a rischio di emarginazione sociale. Il percorso è iniziato nel dicembre 2020 in piena pandemia.

“Quando ci siamo seduti a progettare questa iniziativa ci siamo chiesti: perché promuovere una campagna sul lavoro a Bergamo dove il tasso di disoccupazione è inferiore a quello nazionale? – dichiara Daniele Rocchetti, presidente delle Acli di Bergamo -. Servono organizzazioni capaci non solo di stare ma di decifrare il territorio. Servono antenne e serve profondità. I maxi poli logistici che prolificano nella Bassa bergamasca ci raccontano, con brutalità, come sta cambiando il lavoro: un cambiamento profondo che va guardato e studiato in modo approfondito. Il cattolicesimo sociale – l’alveo dal quale siamo nati – ha sempre saldato insieme pensiero e azione, riflessione e progetto. Soprattutto sul tema del lavoro. Perché se è vero, come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione, che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, oggi più che mai è legittimo dire che è il “lavoro che fonda l’Italia”. Senza un’occupazione non c’è reddito. Ma svapora anche la dignità della persona. E si lacera il tessuto sociale. E di questo ci siamo voluti prendere carico”.

Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha contribuito con 20 mila euro; le restanti risorse sono arrivate dai circoli Acli del territorio, dai Comuni e altri soggetti del territorio.

“Abbiamo aderito all’iniziativa di Acli – afferma Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo – perché ne abbiamo colto il valore e soprattutto l’urgenza. Anche nella nostra provincia, infatti, crescono le disuguaglianze tra i lavoratori: non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto a causa del fatto che moltissimi, dopo aver perso la propria occupazione, non possiedono gli strumenti e le competenze utili a favorire un reinserimento. Per questo è particolarmente importante l’approccio delle borse lavoro, che unisce sostegno al reddito e formazione attraverso percorsi individualizzati e monitorati. In particolare, ci preoccupa il fenomeno dei cosiddetti NEET – i giovani che non studiano, non sono impegnati in percorsi di formazione e neppure lavorano –, pericolosamente crescente anche nella nostra provincia.

Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha sempre rivolto un’attenzione particolare alle persone e all’intera comunità: crediamo che a chi si trova, di fatto, a forte rischio emarginazione, giovani in particolare, vada offerta un’opportunità di riscatto. Allo stesso tempo, supportare questa fase particolarmente delicata della vita, e cioè quella della ricerca di un’occupazione, contribuisce ad evitare l’insorgere di più ampie forme di vulnerabilità e, dunque, a rendere più forte il tessuto sociale del nostro territorio.

Il contributo di Fondazione Banca Popolare di Bergamo, con accanto Intesa Sanpaolo, si colloca in un contesto più ampio di iniziative di territorio a supporto della formazione e del lavoro, promosse con la Fondazione della Comunità Bergamasca e il Patronato San Vincenzo”.

L’iniziativa è ancora in corso, come afferma Roberto Cesa coordinatore di Acli Rete Lavoro: “La nostra gratitudine nei confronti della Fondazione Banca Popolare di Bergamo è profonda. Il loro importante sostegno economico ci ha permesso di dare il la a questo progetto, che ora è già un servizio che mettiamo a disposizione delle decine di disoccupati che si presentano agli sportelli Acli Rete Lavoro. Nella fattispecie destiniamo le borse lavoro all’utenza più fragile che intercettiamo, tagliata fuori dal mercato a causa di barriere linguistiche, familiari o per via di curricula troppo ‘leggeri’. Abbiamo destinato le risorse stanziate dalla Fondazione prevalentemente sullo sportello lavoro di Bergamo, riuscendo così ad attivare otto borse lavoro: sei concluse (cinque con successo, mentre una persona è ancora in cerca di occupazione) e due ancora in corso (una attualmente in tirocinio, l’altra impegnata in un corso professionalizzante per diventare OSS)”.

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