• Abbonati
Parlano i volontari

Viaggio umanitario da Telgate all’Ucraina, “Una goccia nell’oceano, ma torneremo presto per dare speranza” fotogallery video

Roberta Ravelli e Marco Baldelli, due del gruppo volontari Protezione Civile Ana di Telgate, raccontano la loro esperienza al termine del viaggio umanitario a Huzhhorod, in Ucraina, dove hanno portato cibo, medicinali e vestiario

Telgate. Sono da poco passare le 10.30 di domenica 13 marzo quando i tre furgoni dei 4 mezzi del convoglio umanitario arrivano finalmente in piazza a Telgate. Una breve sosta in farmacia per prendere alcuni farmaci necessari ai 5 profughi che hanno portato con loro in Italia dall’Ucraina. Ci sono la zia e la nonna di Marco Baldelli che lo salutano felici e orgogliose per l’impresa del nipote. C’è il figlio e la nuora di Tarcisio Ravelli a capo dei volontari Protezione Civile Ana di Telgate. “Allora, com’è andata?”. È la domanda più frequente. Stanchi, sfiniti dalle ore di viaggio non si ritraggono alla richiesta e rispondono. Poi via verso la sede in via Lavoro 2, la zona industriale.

Si sistemano gli zaini, le radio che hanno tenuto in collegamento i mezzi, si fa ordine tra gli scontrini dei rifornimenti di carburante…. che cosa resta di questo viaggio?

Lo chiediamo a Roberta Ravelli, la figlia di Tarcisio, che con la sua domanda guardando a tavola la tv ha provocato questo viaggio umanitario: “Papà, davvero non possiamo fare nulla per loro?”.

“Le emozioni che ho vissuto in questi giorni sono tante, tante come le lacrime che ho versato. Non penso che abbiamo fatto qualcosa di straordinario, è una piccola goccia in un oceano. Ma non ce ne siamo rimasti con le mani in mano, nel nostro piccolo abbiamo fatto il possibile. Resterà una delle esperienza che mi hanno segnato di più nella mia vita. Spero di tornare presto per aiutarli di nuovo”. Pensa già alle prossime iniziative per aiutare le persone incontrate a Huzhhorod, in Ucraina, anche se in agenda per la sua vita ci sarebbero tutti i dettagli del matrimonio che a settembre la unirà a Roberto Alzate. Roberto, è un volontario della Protezione Civile Ana di Telgate, che sta ultimando di sistemare un furgone della colonna da consegnare nel pomeriggio all’azienda che lo ha prestato.

Roberta e Roberto hanno viaggiato con Marco Baldelli, un altro volontario. Un tipo di poche parole, concreto e sempre disponibile.

“Vedere queste persone colpite dalla guerra, parlare con loro, sentire i loro stato d’animo sono cose fortissime: ti cambia davvero tutto – afferma Marco -. Se prima, osservando le immagini ai telegiornali, rimanevi colpito, ora che sei stato sul posto, ha respirato quell’atmosfera di paura, la loro angoscia ti coinvolge ancora di più. Là ogni piccolo aiuto conta, lo abbiamo visto quando ogni scatola, ogni giubbino o ogni coperta per loro era speranza, pura e semplice speranza”.

Le cose da fare sono ancora parecchie, intanto si torna piano piano alla vita di tutti i giorni. Rosa, la moglie di Tarcisio Ravelli, che ha accompagnato al telefono il gruppo chiede per il pranzo. Fulvio Mazza, stanco per aver guidato tutta la notte, ha già promesso al figlio Leo che trascorrerà la domenica con lui. Maldin Lilollari, sempre in ordine, si sta preparando: “Devo raggiungere la mia ragazza a Sarnico”. Tetyana al telefono sta già mettendo in ordine le cose da fare per seguire il papà Vasilii, che portato a Bergamo dall’Ucraina. Il sindaco Fabrizio Sala si spende per sistemare la famiglia di profughi, una vedova con tre figli, in un alloggio. Questo giorno di festa ha qualcosa di più. “Porta con sé tutta la stanchezza, le preoccupazioni, le emozioni di questa missione, ma anche la certezza che qualcosa si può fare anche nel nostro piccolo” osserva Tarcisio Ravelli.

 

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI