I cittadini ucraini già presenti sul territorio bergamasco – 5.023 persone – presentano un tasso di copertura vaccinale analogo a quello della popolazione bergamasca.
A fornire il dato è Alberto Zucchi, direttore del Servizio Epidemiologico Aziendale di Ats Bergamo. “È utile rimarcare come solo il 14,4% dei soggetti presenti non abbia intrapreso alcun percorso iniziale di vaccinazione anti-Covid – spiega -. Questo dato appare sostanzialmente sovrapponibile al dato dei cittadini bergamaschi (13,3%) e rappresenta, dunque, un indicatore di rilievo sull’ottima sensibilità ed attitudine dei cittadini ucraini verso la vaccinazione”. Per determinare il tasso di copertura vaccinale sono stati tolti dal denominatore (5.023) i circa 200 infanti in età non vaccinabile; residuano quindi 4.823 cittadini ucraini stabilmente presenti in età vaccinabile.
Pensando invece agli arrivi la situazione è prevedibilmente diversa. “Solo il 36,19% della popolazione ucraina è vaccinata con almeno una dose in patria: pertanto questo è, mediamente, quanto dovremmo riscontrare tra gli arrivi umanitari nei prossimi giorni – evidenzia Zucchi -. D’altra parte il sistema sanitario territoriale ha organizzato modalità di accoglienza finalizzate a verificare la situazione dei singoli e a proporre loro la vaccinazione, innanzitutto quella anti Covid”.
Tornando alla popolazione ucraina già presente, nella suddivisione per sesso il 78% è costituito da donne, il restante 22% uomini. Dal grafico è evidente come il cumulo maggiore sia tra i 40 ed i 69 anni, età mediamente tipiche del “badantato” femminile straniero.
Il grafico sottostante mostra il picco per età.
Il grafico sottostante mostra la linea degli uomini (in basso) e quella delle donne (in alto)
La macchina organizzativa della sanità territoriale per l’assistenza ai profughi ucraini sta lavorando a pieno regime dalla scorsa settimana. Sabato 13 marzo sono stati effettuati 49 tamponi, con un solo positivo gestito con isolamento domiciliare. Nella giornata di lunedì i tamponi sono stati 91, nessun positivo. Si tratta dei primi numeri disponibili che si sommano a quelli già consolidati dai Comuni e dalla Prefettura, istituzione con cui Ats Bergamo è costantemente in contatto e che costituisce il punto di riferimento per i diversi attori coinvolti.
“Stante la situazione attuale non ravvediamo grosse problematiche né relative alla salute dei profughi che vengono visitati né relative a problemi di sanità pubblica – conclude Oliviero Rinaldi, direttore del dipartimento di Prevenzione sanitaria di Ats Bergamo -. Stiamo osservando un basso tasso di positività al Covid e, in ogni caso, i soggetti non vaccinati o che non siano in grado di produrre documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione, vengono invitati ad effettuare la vaccinazione contro il Coronavirus”.
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