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Caritas e fondazione

Raccolta fondi per l’Ucraina a quota 426mila euro: “Ecco perché doniamo”

Tra chi ha contribuito anche Nuova Euroitalia e Auser di Treviglio

La raccolta fondi per l’Ucraina promossa da Caritas e Fondazione della Comunità Bergamasca è arrivata a quota 426.255 euro: un risultato già straordinario, ma che di giorno in giorno continua ad aumentare.

Un’iniziativa che ha davvero unito tutto il territorio perchè ben presto si sono accodati Bergamonews ed Eco di Bergamo, Comune di Bergamo, Confindustria, Ascom, Gamec, Università, Confcooperative, Csv: un unico coro per dire no alla guerra e per provare a fare davvero qualcosa di grande insieme, con aiuti concreti alla popolazione ucraina.

Ma tra i donatori c’è davvero l’espressione di tutte le anime della comunità, dal pubblico al privato, dalla grande associazione all’azienda, fino al semplice cittadino.

Tra loro c’è anche la Nuova Euroitalia, azienda bergamasca della rete Ascom che si occupa della produzione e della vendita di calzature: “Abbiamo deciso di aderire a questa raccolta sostanzialmente per due motivi – spiega Margherita Climiuk, una delle socie – Il primo è che pensiamo sia dovere di ciascuno di noi difendere i principi della democrazia che abbiamo oggi e di cui possiamo godere. Personalmente ritengo le azioni di Vladimir Putin una grande minaccia al nostro bene più prezioso, la nostra libertà di scelta, di vivere, di espressione delle opinioni. Il secondo motivo è per far fronte il più velocemente possibili al disagio umanitario, aiutando concretamente chi ha bisogno con beni di primaria necessità. L’azienda è composta da due soci e tre lavoratori, insieme abbiamo deciso di fare questa donazione”.

Un gesto sentito anche per i volontari dell’Auser di Treviglio, da sempre in prima linea per dare una mano sul territorio: di loro negli ultimi due anni si è sentito parlare sempre più spesso, perchè già nei primi mesi del Covid, i più duri, non si sono mai tirati indietro.

“Quando abbiamo appreso di questa iniziativa dalla Fondazione della Comunità Bergamasca è stato facile decidere: dal direttivo ai soci, ognuno ha partecipato alla raccolta in base alle sue possibilità – racconta il vicepresidente Luigi Avanzi – Questa povera gente ha bisogno di tutto: ci siamo messi un po’ la mano sul cuore e abbiamo deciso di contribuire. Sul territorio siamo abituati a portare la gente negli ospedali, in farmacia, a fare la spesa: siamo sempre disponibili quando c’è bisogno e così è stato anche in questa situazione. A Treviglio sono già arrivate 7-8 famiglie, ci mettiamo a disposizione anche per loro a 360 gradi. Lo abbiamo fatto in pandemia e continuiamo a farlo più che volentieri: il nostro gruppo, composto da 65 volontari, è molto affiatato”.

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