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A bergamo

Il Secco Suardo vuole attuare la Carriera Alias per gli studenti trans. Fratelli d’Italia all’attacco

L'input è arrivato dai ragazzi stessi ed è stato accolto dalla scuola. Per richiederla serve una diagnosi di disforia e un attestato medico. Bianchi e Mazzali: "Pericoloso per gli adolescenti"

Bergamo. Il Liceo delle Scienze Umane e Musicale Secco Suardo di Bergamo vuole attuare la proposta Carriera Alias per studenti trans. È la prima scuola superiore della provincia di Bergamo a muoversi in questa direzione.

Per identità alias si intende un profilo temporaneo ed alternativo che ha validità solo all’interno dell’Istituto e consiste in un passo avanti in materia di inclusività delle persone transessuali e transgender per quanto concerne l’ambiente scolastico.

La proposta è arrivata direttamente dai rappresentanti degli studenti: “Abbiamo accolto la loro istanza perché la riteniamo condivisibile ed è consentita dalla legge 164/82, una legge di 40 anni fa – spiega il vicepreside Bernardino Zappa -. La nostra scuola è sempre stata molto inclusiva, c’è grande sensibilità da parte degli studenti, dei docenti e di tutto il personale dell’istituto”.

La dirigenza ha accolto il suggerimento dei ragazzi ed ha sondato il terreno proponendo alle classi un questionario: su un totale di circa 1200 studenti hanno risposto in 590, di cui 578 favorevoli all’istituzione della carriera alias.

“Sono a comunicarvi che è mia intenzione portare la bozza di progetto/regolamento in Consiglio di Istituto perché se ne discuta e perché si pervenga ad un orientamento condiviso con delibera formale”, scrive il dirigente scolastico Luciano Mastrorocco in una circolare interna, indirizzata anche alle famiglie.

“La disforia di genere (DIG) si manifesta in un individuo quando questi vive una condizione di mancata congruenza tra sesso biologico originario ed identità di genere. Nella maggior parte dei casi, la discordanza tra sesso ed identità percepita comporta un malessere psicologico. L’utilizzo del nome anagrafico assegnato alla nascita e dei pronomi non conformi all’identità della persona trans, possono mettere in evidenza il sesso biologico della persona e avere come conseguenza tragici fenomeni”, si legge nella documentazione allegata alla circolare.

L’attivazione della carriera alias può essere richiesta da chiunque abbia avviato un percorso di transizione di genere, previa presentazione di idonea documentazione amministrativa e medico – diagnostica, attestante la Disforia di Genere e quindi lo stato di un percorso psicoterapeutico e medico finalizzato all’eventuale riassegnazione del sesso“, continua il documento.

“La scelta compiuta dal nostro istituto è stata fatta nell’ottica dell’inclusione, con l’intenzione di abbracciare anche quelle situazioni di complessità, seppur piuttosto rare, che possono generare sofferenza nell’individuo transgender – specifica il vicepreside Zappa -. Negli ultimi anni si parla molto di più di questi temi e gli studenti hanno dimostrato maturità e sensibilità nel voler lanciare questo input alla dirigenza, che si è sentita di accoglierla proprio perché sposa in pieno la filosofia del nostro liceo”.

Chi invece vede questa iniziativa come “pericolosa per gli adolescenti” sono il consigliere comunale Filippo Bianchi e la consigliera regionale Barbara Mazzali, entrambi di Fratelli d’Italia.

“Per prima cosa questo procedimento contrasta con le norme giuridiche, che non prevedono di poter utilizzare ufficialmente pronomi e nomi diversi da quelli certificati. Già questo dovrebbe bastare per chiedere al liceo di ripensarci – dichiara Bianchi -. Tutto questo potrebbe forzare la mano agli adolescenti e condurli a prendere una decisione che poi condizionerà il loro futuro senza la dovuta tranquillità. Ricordiamoci che stiamo parlando di ragazzi in fase di crescita molto delicata, non di adulti, che dovrebbero dunque vivere questo momento non amplificato dalla risonanza che si può avere all’interno di una scuola, non preparata tra l’altro ad affrontare un percorso così complesso con idonee strutture, organizzazione e processi educativi, assimilati per tempo da docenti e genitori. Purtroppo la proposta “Carriera_Alias” non è stata preventivamente esposta con tempi congrui a genitori e docenti per un’adeguata riflessione; il progetto è giunto ai soli docenti il 4 marzo e portato all’approvazione del Consiglio di Istituto l’8 marzo in tempi strettissimi, evitando accuratamente un dibattito aperto e franco al fine di maturare una decisione ponderata, consapevole e partecipata di tutta la comunità educativa”.

Chi era presente al Consiglio d’Istituto dell’8 marzo, assicura che l’argomento non era all’ordine del giorno e nemmeno nelle varie, ma che l’intenzione della scuola è quello di approvarlo, con i dovuti tempi e modi.

Barbara Mazzali concorda con il compagno di partito: “Il timore è anche che il Liceo Secco Suardo di Bergamo faccia da apripista ad altri istituti lombardi. Gli studenti delle scuole superiori sono in un’età delicatissima e una proposta del genere non giova alle loro scelte e alla loro tranquillità. Ancora una volta i genitori, primi responsabili dell’educazione dei loro figli, non sono stati coinvolti ma espropriati del loro diritto di conoscere e valutare il progetto con i tempi e i modi necessari. Purtroppo Regione Lombardia non ha voce in capitolo, ma mi auguro che a Roma si prendano provvedimenti per la tutela degli adolescenti minorenni”.

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