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Caritas e fondazione

Raccolta fondi per l’Ucraina già a 365mila euro: aderiscono UniBg, Confcooperative, Csv

L'unione fa la forza e Bergamo collabora per aiutare il popolo invaso

Bergamo. Non si ferma la solidarietà di Bergamo alla popolazione ucraina. A una settimana dal suo lancio ammontano già a 365mila euro i fondi raccolti dalla rete creata da Caritas e Fondazione della Comunità Bergamasca. L’adesione è stata massiccia – tra i primi a supportare sono stati i due giornali, L’Eco di Bergamo e Bergamonews, il Comune di Bergamo, Confindustria, Ascom, Accademia Carrara, Gamec -, ma il sostegno continua. Alla rete si aggiungono infatti anche Confcooperative, Csv (il Centro di servizio per il volontariato) e l’Università.

“Aderiamo perché ci sembra doveroso – spiega Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative -. Stiamo facendo una comunicazione a tutti i nostri associati e dirigenti per invitarli a donare sui conti aperti. Siamo convinti che le nostre 300 cooperative aderiranno con forza, molti dei nostri soci lo stanno facendo già in maniera spontanea. È nostro dovere. Vedere queste drammatiche scene di guerra sul continente europeo ha lasciato tutti sconvolti. Ma non è niente il nostro piccolo sacrificio economico rispetto alle persone che stanno perdendo tutto, che stanno perdendo la loro vita e quella dei loro affetti. Bisogna ci sia un segnale forte da parte di quelle imprese che da sempre lavorano sulla solidarietà e sulla cultura della solidarietà”.

Anche il mondo del volontariato bergamasco non manca di dare il suo apporto. “Abbiamo pubblicato una newsletter dove abbiamo invitato tutte le nostre associazioni a partecipare – commenta Oscar Bianchi, presidente di Csv -. Di solito siamo più votati al fare, ma ritenevamo inopportuno costruire un’ulteriore raccolta fondi e quindi abbiamo appoggiato quelle esistenti”. Sono circa 4300 le associazioni e 110 mila i volontari bergamaschi che fanno riferimento al Centro di servizio per il volontariato. In questo momento il Csv è attivo insieme alla Provincia per coordinare le numerosissime raccolte di beni e generi alimentari nei vari comuni sul territorio. E nel frattempo dona. “Anche in questo caso la provincia e il mondo del volontariato bergamasco stanno dando grandi segnali dimostrando di mettere il cuore, ma in sordina come sempre, e com’è nello spirito dei bergamaschi”.

Da non dimenticare il contributo dell’Università di Bergamo. Il rettore Sergio Cavalieri ricorda l’importanza di sostenere l’azione: ”L’Università ha voluto aderire all’iniziativa di raccolta fondi come ulteriore contributo alla rete di solidarietà che si sta creando in favore della popolazione ucraina. In un momento in cui è fondamentale agire prontamente e in modo coordinato, l’aiuto concreto che possiamo offrire sono la disponibilità e la competenza dei nostri docenti, ricercatori e studenti, a fornire supporto linguistico al personale dei centri di accoglienza dei profughi ucraini, coordinati dalla Caritas. Siamo impegnati su più fronti: abbiamo subito sottoscritto l’appello della Conferenza dei Rettori e anche quello della Rete delle Università per la Pace e ci siamo rivolti alla comunità degli studenti russi, ucraini e bergamaschi di rientro dalla Russia per assicurare il nostro impegno e per far sì che tutti possano sentirsi accolti anche mettendo a disposizione borse di studio per studenti e docenti rifugiati ucraini. L’obiettivo è di mettere la rete di competenze in dialogo insieme a servizio dell’impegno comune di fronte all’emergenza Ucraina”.

raccolta per l'ucraina

 

Per il presidente della Fondazione Comunità Bergamasca Osvaldo Ranica non bisogna spegnere l’attenzione. “Ora è il momento della fuga dalla violenza della guerra. Non si sa quanto durerà tutto questo, ma per certo l’emergenza profughi non è destinata a risolversi nel breve periodo. Per ora si scappa dalla distruzione ma ciò che resterà alla fine delle ostilità non è dato sapere”. Per questo l’impegno dovrà essere ancora maggiore. L’esperienza della solidarietà dei bergamaschi è un segnale forte per l’Ucraina, ma anche per la stessa Bergamo: “Al di là degli aiuti economici, questa raccolta fondi ha dimostrato che ‘l’unione fa la forza’. Abbiamo scelto di lavorare in rete per moltiplicare energie, risorse e opportunità. Abbiamo dato vita ad un fronte bergamasco unitario tra istituzioni, enti e organizzazioni che si sono messe in gioco per rispondere all’emergenza. La Fondazione, per vocazione e per competenza, è e vuole essere punto di riferimento per costruire risposte unitarie e condivise. Per essere ancora più efficaci rispetto alla somma degli interventi dei singoli”.

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