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Presidente di confindustria

È allarme energia, Scaglia: “Si autorizzino impianti idroelettrici, solari ed eolici”

Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, traccia il quadro della preoccupante situazione per l'approvvigionamento di materie prime ed energia e lancia la sfida per una nuova stagione con le energie rinnovabili

Bergamo. È in piena difficoltà per l’approvvigionamento di materie prime e alle prese con il caro energia, eppure l’industria guarda avanti. Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, elenca le misure da introdurre a breve per aiutare le imprese ad affrontare questa situazione, e lancia lo sguardo nel lungo periodo con l’utilizzo di energie rinnovabili dalle centrali idroelettriche, al solare fino all’eolico. “Si sblocchino subito autorizzazioni e concessioni, l’industria è pronta ad investire” dice.

Presidente Scaglia, l’industria è in affanno per la difficoltà di reperire materie prime e per la folle corsa dei rincari di energia. Che quadro abbiamo di fronte?

La situazione per l’approvvigionamento di materie prime è molto preoccupante e grave. Per due motivi: il rincaro dei prezzi e la carenza di materie sul mercato. Non dimentichiamo che la Russia e l’Ucraina sono due Paesi grandi produttori di acciaio e di semilavorati metallici, quindi ci aspettiamo sicuramente una grossa problematica di disponibilità nelle prossime settimane. Inoltre c’è stato un aumento dei prezzi per quanto riguarda l’energia. Basti pensare che siamo passati, per il gas, da circa 20 euro a Megawattora nella primavera del 2021, agli 80 euro per Megawattora nel febbraio 2022 e oggi siamo a 238. Tutto questo dà un’idea dell’impennata che c’è stata in questi ultimi giorni e che desta grande preoccupazione perché le imprese, in particolare le imprese energivore, sono in grandissima difficoltà. In questo momento stanno ancora producendo per cercare di mantenere le quote di mercato, ma è chiaro che questa situazione non può durare a lungo.

Che cosa chiedete?

Ci siamo rivolti all’Europa perché intervenga in una situazione che non è omogenea, perché c’è disparità da Paese a Paese, per effetto delle diverse politiche energetiche e un diverso approvvigionamento. L’Italia, per esempio, è esclusa dall’energia nucleare. Ci sono dei provvedimenti che sono stati adottati da alcuni Paesi per gestire questa situazione che generano grandi disparità e possono creare delle problematiche nella competitività. Le nostre imprese non si possono trovare escluse da mercati che oggi occupano. Per questo è necessario agire tempestivamente con provvedimenti che possono avere un effetto nel breve termine. Al Governo italiano, stante questa situazione, abbiamo chiesto di farsi promotore di una regolamentazione dei prezzi a livello europeo per non creare ulteriori disparità. Inoltre abbiamo chiesto di introdurre a breve un provvedimento simile a quello adottato in Francia, cioè l’immissione sul mercato di energia a prezzi più bassi. Per esempio abbiamo chiesto che Enel metta sul mercato l’energia idroelettrica a prezzi di costo, non al prezzo marginale dell’energia prodotta dal gas: perché ricordo che in questo ultimo caso il prezzo lo fa l’ultima centrale che produce l’ultimo Megawattora. Un altro tema è quello di un anticipo finanziario dei benefici che ci sono da una maggiore produzione Nazionale. L’incremento della produzione nazionale di energia potrebbe andare a regime tra un anno un anno e mezzo, noi abbiamo proposto che questi effetti vengano anticipati finanziariamente. Rammento che noi a livello nazionale producevamo 20 miliardi di metri cubi e siamo scesi a tre, quindi ci può essere un impatto importante su questo fronte. Un’altra possibilità è quella di ridurre ulteriormente gli oneri di sistema o quantomeno ridurre le tasse, a partire dell’Iva. Sono tutte tematiche che possono avere naturalmente delle implicazioni, delle difficoltà di attuazione, ma che potrebbero dare un sollievo immediato alla bolletta energetica delle famiglie e delle imprese.

Possono bastare queste misure?

Sono misure che servono per invertire la rotta. Un altro tema che penso possa dare degli effetti molto positivi è una Recovery dell’energia sul modello della Recovery del Pnrr. Quindi si potrebbe seguire quel modello di stanziare risorse a livello europeo, fondi che verrebbero dati ai singoli Stati che possono erogare degli aiuti alle famiglia e alle imprese per mitigare i rincari dell’energia. È un provvedimento che richiede probabilmente tempi un po’ più lunghi rispetto a quello che abbiamo detto prima, ma è tempo di iniziare ad agire. Certo, poi ci sono tutti i provvedimenti più strutturali di politica energetica, di diversificazione delle fonti di energia rinnovabili, di costruzione dei rigassificatori… Sono temi che devono essere affrontati con una programmazione, l’importante è che non ci si dimentichi di questo perché già nel 2014 la Commissione Europea, dopo l’invasione della Crimea da parte della Russia, aveva espresso una forte raccomandazione per la diminuzione della dipendenza dalla Russia dell’approvvigionamento di gas. Purtroppo siamo andati nella direzione esattamente opposta. Adesso l’importante è che si proceda in maniera strutturale, sistematica, ad una diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Bisogna agire in fretta perché le nostre imprese stanno soffrendo, stanno limando i margini di guadagno, ma non sappiamo per quanto tempo possano continuare in questa situazione. È necessario procedere rapidamente con delle misure.

Perché è importante che questo allarme lanciato dall’industria sulle materie prime e sull’energia venga recepito da tutti come un segnale forte?

Perché oggi questo rincaro e queste necessità li  vive e li paga l’industria, l’impresa, ma presto potrebbero esserci pesanti ricadute sociali. Perché magari le imprese saranno costrette a mettere in cassa integrazione i dipendenti. È chiaro che l’aumento di costi si tradurrà in aumenti dei beni di consumo, già si vede l’andamento dell’inflazione di questi ultimi mesi, che avrà un impatto sui tutti noi, su tutti i cittadini. Perché si parte dalle imprese? Perché le imprese generano lavoro e quindi reddito, se si fermano, a cascata ci saranno pesanti ripercussioni su tutto il sistema economico.

Da tempo le industrie guardano e investono sulla sostenibilità, sarà la volta buona per una nuova stagione per investire e utilizzare energie pulite?

Possiamo andare anche verso una stagione nuova in cui l’energia è sostenibile, ma è necessario affrontare un altro tema fondamentale: sbloccare rapidamente le autorizzazioni per la costruzione di nuovi impianti di energie rinnovabili. Ci sono imprenditori che sono pronti ad investire in questo settore, però c’è un problema burocratico, autorizzativo, che pone un fortissimo rallentamento, un impedimento affinché questi investimenti possano essere attuati. È necessario aprire a nuovi impianti di estrazione nel mar Adriatico, implementare rigassificatori, anche se la vera svolta è aprire a nuovi impianti di energia eolica, solare, idroelettrica. Dobbiamo ripensare ad una diversificazione delle fonti, iniziando a sbloccare e rilasciare le autorizzazioni per la costruzione di nuovi impianti.

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