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L’imprenditrice sul muletto

Maria Eleonora Paris, con i due fratelli, ha ereditato l’azienda dal papà morto di Covid

“Non mi spaventa la fatica fisica e mi sento a mio agio con i nostri operai”

L’inizio della loro storia imprenditoriale è stato segnato dalla tragica morte del padre, vittima del Covid-19. Era il 29 aprile 2020 quando Silvestro Paris – noto e apprezzato imprenditore del distretto della gomma del Sebino – muore, e i tre figli Marco, Giorgio e Maria Eleonora, allora tutti under 30, nel giro di qualche settimana si trovano a dover assumere la guida dell’impresa di famiglia, la Paris Silvestro di Villongo.

La più giovane è Maria Eleonora, 22 anni a breve, che all’epoca era impegnata a preparare la maturità e ancora faticava a comprendere quello che stava succedendo alla sua famiglia. Accanto a lei c’era Gisella, la mamma, che in quel momento non poteva nemmeno permettersi di piangere il marito. C’era l’azienda da mandare avanti, per dare continuità al sogno di Silvestro e – forse il primo pensiero – lo stipendio ai 15 dipendenti rimasti, come loro, attoniti per la morte di quell’uomo così forte, così sano, così sicuro di sé: una certezza per tutti.

È passato un anno e mezzo da quando la loro storia – apparsa per prima sul nostro giornale – ha fatto il giro d’Italia. Oggi, i tre ragazzi sono saldamente al timone di un’azienda che cresce con loro.

“Ognuno con il proprio ruolo – commenta Gisella, che affianca i figli nell’amministrazione. Abbiamo trascorso i primi mesi nello stordimento e il primo anno a mettere a punto la squadra. Oggi siamo più consapevoli sia delle nostre capacità che dei nostri limiti. Marco – il figlio maggiore, 32 anni – si è sostituito al papà nel dare la linea e un nuovo ritmo all’azienda, ottimizzando produzione ed efficienza; Giorgio, il mezzano, è la ‘testa’ più creativa, guida la qualità e il miglioramento continuo. E poi c’è lei, Maria Eleonora, la piccola di casa, che trovato la sua dimensione nella logistica, ed è bravissima”.

Maria Eleonora è una ragazza ‘del fare’; alla guida del suo muletto, entra ed esce dallo stabilimento e ha a che fare quotidianamente con fornitori e clienti. “In molti quando vedono una giovane donna come me, che non teme di offrirsi anche come aiuto nel carico e scarico della merce se c’è bisogno, si fermano un attimo e mi fissano. Sì, rispondo io con lo sguardo, sono una donna, sono molto giovane, guido il furgone e mi occupo di logistica. Non mi spaventa la fatica e mi sento a mio agio con i nostri operai. Passati i primi cinque minuti, il problema è risolto e si torna a lavorare insieme”.

Il “problema” che cita Maria Eleonora ha a che fare con lo stereotipo di genere che colloca, nell’immaginario collettivo, una ragazza come lei in ufficio a occuparsi di pratiche, fatture, contabilità o, al più, di comunicazione e marketing. Tant’è. Questa giovane ragazza si presenta così: muscoli (cuore compreso), determinazione e bancali.
La Paris Silvestro da Snc (società nome collettivo, ndr) è diventata Srl (società a responsabilità limitata, ndr), una forma giuridica più adatta a traguardare il futuro; un futuro a trazione familiare, guidato da Marco, Giorgio e Maria Eleonora, fratelli e soci. Il passaggio, poi, da azienda artigiana a industriale, dice della voglia di crescere e fare sempre più e meglio.

Maria Eleonora, a domanda, fatica a definirsi un’imprenditrice. “Per ora, tra gli imprenditori, mi sento un pesce fuor d’acqua. Ma so che lo sono, lo devo essere. Dipendono anche da me gli stipendi da pagare”. Etica del lavoro e senso di responsabilità non le mancano, e il ‘pota’ sfuggito come chiosa del discorso ci mette il marchio di fabbrica: bergamasca doc.

Maria Eleonora Paris
Maria Eleonora Paris con il fratello Marco (al centro) e Giorgio

Essere donne e imprenditrici non è tutto pregiudizio che vien per nuocere. “Quest’anno – conclude Gisella – abbiamo avuto accesso ad un finanziamento europeo rivolto ad imprese che impiegano giovani e donne. Un prestito a tasso zero che ci ha permesso di portare avanti investimenti già decisi da mio marito. Certamente è stata una spinta a fare, a crederci. Un aiuto per i ragazzi che esorto a muoversi passo dopo passo, mai più lungo della gamba. Siamo ancora in un momento delicato”.

C’è il leasing del capannone da pagare, il rincaro delle materie prime da sopportare, il costo dell’energia che è esploso il gas la crisi post-pandemia la concorrenza sleale la competizione globale…
Ma ci sono anche loro: Maria Eleonora, Marco, Giorgio che ci dicono che tutto, davvero, è possibile. “Domani parto per la Norvegia – ci dice Gisella –, e se sarò fortunata vedrò l’aurora boreale. Guarderò il cielo e penserò che, nonostante tutto, sono una donna e una mamma molto fortunata”.

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