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L'intervista

Marco Baliani a Bergamo: “Cerco di capire le ragioni della crudeltà umana” video

Lo spettacolo presentato al teatro Sociale, “Una notte Sbagliata”, è narrazione, riflessione e profonda ricerca al tempo stesso

Bergamo. Al mondo esistono il bene e il male. Da sempre. Il bianco e il nero convivono in ognuno di noi. Ma qual è l’origine della crudeltà umana?

A questa domanda cerca di rispondere Marco Baliani, attore più volte ospite dei teatri bergamaschi, in scena al Sociale di Bergamo per Altri Percorsi, rassegna promossa dalla Fondazione Teatro Donizetti.

Lo spettacolo scritto e interpretato da Baliani, “Una notte Sbagliata”, è narrazione, riflessione e profonda ricerca al tempo stesso.

Il tutto nasce da un tremendo vissuto personale, che l’attore racconta sul palco, convinto del “potere terapeutico” di ogni tipo di arte. “L’esistenza umana può essere terribile – spiega Baliani – l’arte serve a renderla meno difficile”.

“A un certo punto mi sono chiesto la ragione per cui stessi facendo questo lavoro – continua Baliani – . Il motivo è parte profonda dell’attore.

“A diciassette anni fui picchiato ferocemente da un gruppo di ragazzi coetanei, credetti di stare per morire. Ma perchè abbiamo sempre bisogno di un capro espiatorio? Da dove proviene tutta questa violenza”.

Ed è così che Baliani diventa Tano, il protagonista dello spettacolo, la vittima di una notte sbagliata e tremenda. Tano è un povero ragazzo che, durante una passeggiata notturna con il proprio cane, incontra le forze dell’ordine, le quali si accaniscono contro di lui fino ad ucciderlo.

Marco Baliani Sociale 2022 (foto Rossetti)

Baliani mostra la vicenda con gli occhi di chi vive la storia – di Tano, del cane, degli aggressori – anche attraverso i disegni che entrano in scena raccontando il mondo interiore del protagonista.

Nei disegni emergono la paura, la rassegnazione e l’umiliazione. “Ogni volta che un povero Cristo viene martoriato si ripete la storia delle persecuzioni”. Tano è ogni capro espiatorio mai esistito, ogni vittima indifesa della crudeltà umana.

La sua storia richiama alla memoria quella di un altro giovane che ha subito la stessa umiliazione: Stefano Cucchi, morto per aggressioni e mancanza di cure adeguate il 22 ottobre 2009 mentre si trovava in custodia cautelare.

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