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Il pensiero alla guerra

Miranchuk, esultanza senza gioia: il vero gol è l’abbraccio a Ruslan

Il russo segna ma resta col capo basso, quasi a doversi vergognare. Ma più forte di tutto è l'amicizia con l'ucraino Malinovskyi

Bergamo. Uno slalom speciale danzando tra i paletti, pardon tra i difensori saltati come birilli. Un numero da vero fuoriclasse, un gol che, l’avesse fatto Leo Messi, lo vedremmo riproposto ogni ora nel ‘rullo’ dei canali sportivi.

Ma Aleksej Miranchuk è un ragazzo semplice: alza lo sguardo solo quando vede finire in rete il suo tiro mancino che fa esplodere di gioia quella Curva Pisani che espone anche tante bandiere giallo-azzurre, per testimoniare la vicinanza dei tifosi dell’Atalanta al popolo ucraino. Dopo il gol si gira, alza le braccia, gli occhi bassi quasi a volersi scusare, come a vergognarsi per un gesto tecnico bellissimo, mentre viene travolto dai compagni. A fine partita non lo si vede nemmeno partecipare alla passerella nerazzurra sotto la Curva, com’è tradizione quando si vince. Miranchuk resta in silenzio e forse, se gli chiedessero a chi dedica il gol, il suo pensiero andrebbe all’amico Ruslan Malinovskyi, quello che l’altro giorno ha abbracciato e stavolta non è sceso in campo, con il cuore in tumulto per la guerra che c’è in casa sua.

Matteo Pessina, che è il più social della squadra assieme a De Roon, ha fotografato con la sua sensibilità quello che sta passando nella testa e nel cuore dei due ragazzi. Il russo,  “Mira, un ragazzo semplice, forse il più buono che conosco, timido e con passioni molto simili alle mie”. L’ucraino “Mali, introverso ma disponibile e dal carattere forte”. Sono la faccia dei due popoli coinvolti in guerra.

Però, per lo sport, anche se fossero avversari non potrebbero essere mai nemici.

E come hanno preparato la partita? Ce lo svela Pessina: “Mentre la follia della guerra metteva contro Russia e Ucraina loro si sono abbracciati. E noi ci siamo stretti a loro e continueremo a farlo, come una grande famiglia”.

E questa è la tattica più vincente, al di là di qualsiasi modulo. L’alchimia è nelle parole dell’olandese-bergamasco De Roon, quello che ogni volta a fine partita fa il giro del campo per ringraziare tutto lo stadio per essere stato ancora una volta vicino alla squadra.

Spiega Marten, nel dopopartita al microfono di Dazn, quando il tema, più che Atalanta-Samp, resta per forza Russia-Ucraina: “Malinovskyi è in difficoltà per quello che sta succedendo nel suo Paese. Noi proviamo ad aiutarlo, ma non è facile”.

E aggiunge: “Miranchuk è un grande compagno: loro parlano, tra di loro c’è solo grande amicizia”. Difficile anche trovare le parole per capire questo momento assurdo, De Roon ci prova: “La guerra è inspiegabile. Non capisco come se ne possa parlare ancora nel 2022. Ruslan comunque ha reagito alla grande”.

E quell’abbraccio tra Malinovskyi e Miranchuk è un gesto che vale più di tanti trattati: un calcio alla guerra che fa rumore, ma è solo gioia. Come il sinistro di Mali e Mira.

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